La danza “vive, respira e muore in un giorno. Chiuso il sipario, ne resta il ricordo”. Julie Kent

di Beatrice Micalizzi
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Ricordiamo oggi, a quasi un mese di distanza, un altro ultimo inchino in casa American Ballet Theatre, dopo quello di Paloma Herrera; lo scorso 20 giugno infatti salutava il suo pubblico la principal dancer Julie Kent, vera istituzione della compagnia americana.

Dopo 29 anni di carriera trascorsi all’ABT, la danzatrice ha dato il suo addio alle scene affermando che, nella vita, “bisogna sempre andare oltre le cose, perchè questo fa parte della vita stessa”. Certo è difficile lasciarsi alle spalle ciò che si è fatto per gran parte della propria vita ma è giusto seguire il naturale corso del tempo che, nella carriera di un ballerino, sembra purtroppo sempre più rapido.

Era il 1986 quando una giovane Julie Cox faceva il suo ingresso tra le file del corpo di ballo dell’American Ballet, notata dall’allora direttore artistico Mikhail Barishnikov che vede in lei una futura étoile; qui, prende il nome d’arte Kent e, nel 1993, riceve la promozione a Principal.   

Una carriera al vertice, quella di Julie Kent, che la vede negli anni interpretare tutti i più importanti ruoli del repertorio classico, ma anche impegnarsi in lavori più moderni, oltre alle partecipazioni cinematografiche in Dancers prima e nel film cult Center Stage poi. Innumerevoli performance e alzate di sipario, l’ovazione duratura della stampa e l’affetto del pubblico che non l’ha mai abbandonata, tutto questo ne fa una stella indiscussa destinata ad essere ricordata.

Per salutare le scene, Julie Kent ha danzato un’ultima volta in Romeo e Giulietta, accompagnata dal nostro Roberto Bolle, onorato e commosso. Il ruolo di Giulietta, molto caro alla danzatrice, ogni volta mette in luce le sue caratteristiche di artista unica nel suo genere; la Kent è stata definita “la quintessenza dell’immagine della ballerina americana, posata ed elegante”. Niente di più vero. 

Julie ha regalato al Metropolitan Opera House di New York una performance eccezionale e il pubblico ha risposto con 23 minuti di applausi ininterrotti, mentre, sul palco, amici e colleghi omaggiavano la ballerina. Presenti anche il marito Victor Barbee e i loro due figli. Insomma, un’ultima chiamata alla ribalta di una Julie Kent colma di gratitudine.

Riprendendo le sue parole, la vita va avanti; la carriera del danzatore è fatta di attimi che fuggono rapidi, di performance che si esauriscono veloci, dissolvendosi nella realtà. Julie Kent ha parlato di qualcosa “che vive, respira e muore lo stesso giorno. Una volta chiuso il sipario, il ricordo è vivo solo nella memoria di chi ha assistito e di chi ne ha fatto esperienza”. 

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