Un inno alla danza per la XXVII rassegna al Ponchielli di Cremona

di Miki Olivieri
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Il cartellone “La Danza” del Teatro Ponchielli di Cremona, alla sua XXVII edizione, propone un nutrito e variegato programma di prestigiose compagnie. Per San Valentino, sabato 14 febbraio alle ore 20.30 andrà in scena il Balletto Civile con “In-Erme” regia e coreografia di Michela Lucenti. Gruppo nomade per definizione, animato da una forte tensione etica – come del resto il nome scelto sottolinea – Balletto Civile nasce nel 2003 per volontà della coreografa e danzatrice ligure Michela Lucenti che in questo nuovo progetto rinnova la collaborazione con il drammaturgo Alessandro Berti. Inerme il titolo scelto, dove “in” è prefisso di diverse interpretazioni del tempo e del nostro rapporto con esso. Inarrestabile, Inalterabile, Inenarrabile il fluire dell’esistenza. E Inermi, Inetti, Inutili ci sentiamo se guardiamo alla storia “dal nostro rassicurante divano”. ln-erme, lavoro in cui passato e contemporaneità si incontrano, dove il monito della statua del milite ignoto (che troneggia in ogni città della penisola) e il sentimento d’impotenza di oggi si fondono. Alla stregua dell’ambiente musicale, nutrito di melodie evocative prodotte live dalla violoncellista Julia Kent (nel suo curriculum anche la colonna sonora di This Must Be the Place del premio Oscar Paolo Sorrentino) su cui si innestano gli arcaici e poderosi canti liturgici dei Cantori da Verméi.

Giovedì 19 febbraio ore 20.30 sarà la volta della celebre compagnia Parsons Dance, diretta dal coreografo David Parsons, con “Introduction”, “Kind of Blue”, “Swing Shift”, “Caught”, “Nascimento”, “In The End”. Tornano in Italia gli atletici ed energici ballerini della Parsons Dance per una nuova spettacolare tournée che partirà proprio dal Ponchielli. A fianco delle coreografie più famose come la leggendaria “Caught”, una selezione di brani originali tratti dal grande repertorio della storica compagnia americana, cui si aggiunge la nuovissima “Introduction”, in prima italiana nel nostro teatro. Fondata nel 1985 da David Parsons e dal light designer Howell Binkley, la Parsons Dance è tra le poche compagnie che, oltre ad essersi affermata sulla scena internazionale con successo sempre rinnovato, ha lasciato un segno nell’immaginario teatrale collettivo grazie alle sue coreografie, molte divenute veri e propri “cult” della danza mondiale.

Il 25 febbraio andranno in scena i giovani danzatori del percorso Bird’s Dance Project con “Ali per volare”, creazione coreografica di Matteo Levaggi in prima italiana. Levaggi, storico coreografo del Balletto Teatro di Torino, ospitato al Ponchielli lo scorso anno con l’acclamato spettacolo “Musica Divina”, si dedica ora ad un progetto pluriennale interamente dedicato ai giovani e alla promozione della danza contemporanea, offrendo ai più talentuosi l’esperienza sul campo per costruire non più la propria formazione di base ma una prima tappa della professione. Ali per affrontare lo spazio, l’ignoto, per liberare la propria energia, per esprimere le emozioni, per disegnare il corpo nello spazio e andare oltre i propri limiti. Ali “per passare” da allievo a protagonista, per guardare avanti, per imparare dalle esperienze e dagli esempi a trovare la propria strada. Uno spettacolo per esprimere tutto ciò con la danza, con l’energia, con la passione, per abbandonarsi alla musica e viverla integralmente, con Matteo Levaggi, con il suo linguaggio intenso e creativo, un giovane con i giovani.

Venerdì 6 marzo arriverà J.B.T. Junior Balletto di Toscana con l’intramontabile “Giselle”. Drammaturgia, regia e coreografia di Eugenio Scigliano, il quale applica a Giselle la grande lezione del dance-drama storico: restituisce l’essenza poetica del classico preservandone lo spirito più profondamente romantico, immaginando una prima parte naturalista (intrisa di echi letterari dell’epoca: la coppia adulta di amanti che rimanda al Giro di Vite di Henry James; il collegio a Jane Eyre) e una seconda nel quale il continuo confronto tra vita e al di là pone i personaggi a muoversi in parallelo e a sfiorarsi solo per un unico tragico, impossibile momento di eternità. Il tutto è trattato con una danza molto fisica, fatta di slanci, tensioni, corse, spinte, abbracci, fusa però con dettagli gestuali che fissano l’azione e il sentire dei personaggi: una danza ombrosa, quasi, ma vibratile di emozioni a fior di pelle chiaramente leggibili a tutti. Con queste motivazioni “Giselle” vince il premio “Danza & Danza” come miglior produzione italiana 2013. Scigliano affronta uno dei titoli più “assoluti” del balletto classico e vince la sfida rappresentandolo con la sua inconfondibile cifra stilistica e con i talentuosi giovani danzatori dello J.B.T.

Venerdì 20 marzo sarà la volta de Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, con brani tratti da “Il lago dei cigni” (atto II), “Go for Barocco” e “Paquita”. Fondati nel 1974 da un gruppo di appassionati di danza che si divertivano a mettere in scena in modo scherzoso il balletto classico tradizionale, facendone la parodia en travesti, Les Ballets Trockadero de Monte Carlo presentano i loro primi spettacoli Off-Off-Broadway a tarda sera. Ben presto, i Trocks, come vengono affettuosamente chiamati, si guadagnano ottime recensioni da New Yorker, New York Times e The Village Voice, conquistando il consenso di critica e pubblico. La loro comicità è prorompente: vedere uomini danzare in tutti i ruoli possibili, con i loro corpi pesanti che delicatamente si bilanciano sulle punte come cigni, silfidi, spiritelli acquatici, romantiche principesse, angosciate donne Vittoriane, valorizza lo spirito della danza come forma d’arte, deliziando e divertendo sia il pubblico più esperto che meno preparato.

Giovedì 26 marzo il prestigioso Le Ballet du Grand Théatre de Genève rappresenterà “Lo Schiaccianoci”, balletto fantastico in due atti , 3 quadri , 15 scene di P.I. Tchaikovsky, con le coreografie di Jeroen Verbruggen. Affidata al giovane belga Jeroen Verbruggen, questa rilettura de “Lo Schiaccianoci” di Petipa/Tchaikovsky promette un viaggio nell’immaginario fiabesco, tenero e gioioso, non lontano dal tema che sottende questo balletto considerato per l’infanzia e che si è prestato, negli anni, a molte interpretazioni. La fantastica storia di Marie viene raccontata attraverso il personale e originale linguaggio coreografico di Verbruggen; una danza suggestiva e virtuosa sottolineata dall’imponente scenografia e dai bellissimi costumi creati dagli affermati stilisti bulgari Livia Stoianova e Yassen Samouilov.

Sabato 11 aprile ritorna sulle scene Alessandra Ferri con Herman Cornejo e Bruce Levingston in “Trio Concertdance”,  con le coreografie di Russell Maliphant, Demis Volpi, Fang-Yi Sheu e Angelin Preljocaj, e sulle musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Philip Glass, Gyorgy Ligeti Johann Sebastian Bach, Fryderyk Chopin e Domenico Scarlatti, eseguite dal vivo da Bruce Levingston al pianoforte con i Solisti dell’Opera Italiana. “Trio ConcertDance” è uno spettacolo innovativo, ideato da due delle più brillanti stelle mondiali della danza, Alessandra Ferri ed Herman Cornejo, unitamente a Bruce Levingston, celebre pianista riconosciuto a livello internazionale per la singolare interpretazione del repertorio contemporaneo. La serata nasce dalla volontà dei tre artisti di condividere assieme una nuova esperienza artistica in cui la musica si materializza attraverso la danza. Il concetto è ben sintetizzato da George Balanchine con il suo celebre aforisma “guardare la musica, sentire la danza”.

Giovedì 16 aprile alle ore 21.00, il sipario si aprirà su “Gruppo Butterfly Corner”, progetto di formazione verso la creazione a cura di Compagnia Virgilio Sieni e Accademia sull’arte del gesto Nido di Luce, con la coreografia di Virgilio Sieni. Gruppo Butterfly Corner è un organismo stabile nato nel 2013 in collaborazione con Compagnia Virgilio Sieni e Accademia sull’Arte del Gesto che si propone di portare all’esterno l’esperienza di “Cerbiatti del nostro futuro”, progetto che nasce nel 2011 allo scopo di creare e sviluppare un repertorio di danza contemporanea destinato a giovanissimi danzatori di età compresa tra i 10 e i 15 anni. Si tratta di coreografie originali create da Virgilio Sieni e curate in collaborazione con una équipe di assistenti, con la partecipazione di artisti, architetti, storici dell’arte, filosofi, antropologi e geografi. Il progetto intende promuovere lo sviluppo di uno sguardo profondo sui processi della danza contemporanea, coinvolgendo famiglie, bambini, ragazzi e pubblico adulto.

Martedì 21 aprile giungerà la compagnia Hubbard Street Dance Chicago, con la direzione artistica di Glenn Edgerton, con “Gnawa”, coreografia di Nacho Duato, “Counterpoint”, creazione di Kyle Abraham, “Pacopepepluto”, coreografia di Alejandro Cerrudo e “Falling Angels” del maestro Jiri Kylián. Composta da 18 danzatori di imparagonabile versatilità e virtuosismo, l’Hubbard Street Dance Chicago si può ben definire come un “archivio vivente” del lavoro di alcuni dei migliori coreografi contemporanei, oltre ad essere anche committente esclusiva di nuove creazioni. Opera un’intensa attività in tutto il mondo ed è acclamata dalla critica per il suo esuberante, atletico ed innovativo repertorio. È stata ospite al Ponchielli nel lontano 2007 riscuotendo un successo strepitoso. A distanza di otto anni tornano a Cremona con una serata composta da quattro coreografie, di cui tre in prima italiana e un capolavoro storico di Nacho Duato, la bellissima “Gnawa”.

Venerdì 8 maggio, a chiusura della rassegna, la Compagnia Virgilio Sieni Danza proporrà “La Sagra della Primavera”. Nella sua nuova creazione, Virgilio Sieni sceglie di frequentare la musica di Igor Stravinskij e l’universo del rito con l’intento di iniziare un cammino nella frammentazione e nella composizione del corpo coreografico. Una coreografia primitiva che vuole essere uno scavo archeologico del corpo; una coreografia che chiede agli interpreti di originare i movimenti dalle risonanze e dalle stratificazioni ritmiche proprie della musica di Stravinskij, affinchè lo sguardo di chi osserva si abbandoni alla foresta dei gesti.

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