“Der Gelbe Klang”: uno spettacolo di Susanna Beltrami

di Miki Olivieri
1,1K views

Presentato nella sua prima stesura dalla coreografa Susanna Beltrami, in occasione del Verona Contemporanea Festival 2012, Der gelbe klang rivive ancora in una nuova e coraggiosa operazione compositiva che abbandona la scrupolosa ricerca filologica a favore di un inedita indagine di quelle zone di contaminazione che l’opera originale cela al suo interno. Liberamente tratto dalla drammaturgia di Vasilij Kandinskij e dalla messa in musica di Alfred Schnittke nel 1974, questa nuova veste di Der gelbe klang appare da subito come la rivendicazione della forza dei sensi riportata alla loro primordiale potenza, al di là del reale e del verbale.

Come dice Kandiskij: “vidi nella mente tutti i colori, erano davanti ai miei occhi: linee tumultuose, quasi folli, si disegnavano davanti a me”. Immaginare spazi, segni, suoni, corpi, parole, voci, immagini che agiscono; tutti coinvolti in una partitura complessa, fatta di strati e stratificazioni e di paesaggi sospesi tra onirici accenti. Nasce da ciò la poetica dell’incontro, della relazione tra esseri umani e concetti astratti, tra psiche e fisicità, tra colore e suono del colore, tra forma e sostanza della forma. Lo spettacolo è una partitura di intenti, pensati e ripensati, vissuti e codificati, una chance operation dove è il “caso” a modificare quanto è scritto e deciso e quanto ogni occhio che osserva decide di vedere, trattenere o dimenticare, senza una “legatura” di sintesi o di narrazione.

Per questa nuova stesura, la coreografa Susanna Beltrami rinuncia alla fedele riproduzione della colonna sonora pensata da Alfred Schnittke, che era stata eseguita dall’Orchestra e il Coro dell’Arena di Verona sotto la direzione di Pietro Borgonovo.

Amplificando il concetto di improvvisazione che Schnittke prevede all’interno della partitura, sulla scena un dj e violinista concertista eseguono una jam session che abbraccia i generi più diversi, dalla musica classica a quella elettronica. Una scelta registica che vuole mettere in luce l’originalità e l’atemporalità dell’opera radicando l’intero progetto ad un appeal più contemporaneo.

Sullo sfondo scorre invece un’intelaiatura visiva parallela a quella danzante-musicale, in cui il fotografo Mario Mattioli e il designer Giorgio Martino, ispirandosi a Kandinskij, creano paesaggi onirici che ritingono, modificano, ingigantiscono parti del corpo dei danzatori e oggetti in scena rievocanti la figura dei Giganti, i protagonisti di questa composizione.

 

“Il mezzo scelto dall’artista è una forma materiale della sua vibrazione psichica, che chiede e impone un’espressione, se il mezzo è giusto produce una vibrazione pressoché identica nell’anima di chi la riceve.” (Vasilij Kandinskij – sulla composizione scenica, da “Il cavaliere azzurro”)

 

Venerdì 16 gennaio, ore 21

Teatro Giuditta Pasta, Saronno

Compagnia Susanna Beltrami

Matteo Bittante, Jemma Beatty, Fabrizio Calanna, Alice Carrino, Samira Cogliandro, Cristian Cucco, Mario Giallanza, Giulia Murgianu, Claudio Santarelli, Lara Viscuso, Yarden Oz, Stefano Serpelloni

Live djing: Karoly Moldovan

Archi: Stefano Montaldo

Illustrazioni e videoscenografie: Giorgio Martino

Post produzione video: Marco Germi e Giacomo Albensi/studiomartino

Contributi fotografici: Mario Mattioli

Costumi: Matteo Bittante

Luci: Mario Loprevite

Articoli Correlati

Lascia un Commento