A Mary Wigman Dance Evening, un inno alla danza libera

di Miki Olivieri
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Fabián Barba comincia a studiare danza moderna sin dall’età di dodici anni. Nel 2004 si trasferisce in Belgio e comincia un’esperienza formativa nell’ambito di P.A.R.T.S., the Performing Arts Research and Training Studios fondata da Anne Teresa De Keersmaeker.

A Mary Wigman Dance Evening rende omaggio a Mary Wigman che all’inizio degli anni ’30 attraversò l’Oceano Atlantico per la prima volta e modificò per sempre il panorama della danza negli Stati Uniti.

Fabián Barba approfondisce la conoscenza della Wigman attraverso il ritrovamento di materiali filmici e una vasta selezione di documentazioni dei suoi lavori e grazie anche alla memoria dei corpi di alcuni collaboratori dell’artista berlinese, realizzando un lavoro in bilico tra finzione e realtà, tra originale e copia, tra memoria e percezione.

Fabián Barba è nato in Quito (Ecuador) nel 1982. All’età di 12 anni ha cominciato a studiare danza moderna a La casa de la danza e successivamente al Frente de Danza Independiente e avvia gli studi in Teatro presso la scuola della compagnia Teatrale Malayerba. Questa formazione precoce gli consente di avvicinarsi presto al professionismo. Parallelamente comincia anche a studiare Comunicazione e Letteratura per due anni presso la Pontificia Universidad Catolica del Ecuador. Nel 2004 si reca a Bruxelles per studiare al P.A.R.T.S. dove porta a termine il ciclo sia della formazione sia della ricerca con un saggio di diploma dal Keeping busy keeping still (2008), creato assieme a Tuur Marinus e Marisa Cabal. Lasciata la scuola diventa membro fondatore del Busy Rocks, un collettivo basato su affinità artistiche che funziona come una piattaforma ispiratrice per lavori di condivisione costanti e a lungo termine. Nell’ambito di Busy Rocks ha partecipato alle creazioni di Dominos and Butterflies (2009), A Mary Wigman Dance Evening (2009) and Studium (2010).

 

Mary Wigman ritenuta una delle massime esponenti della danza libera tedesca e pioniera della danza moderna, studiò per due anni la ritmica di Dalcroze nella sua scuola di Hellerau. Divenne poi allieva di Rudolf von Laban dapprima a Monaco di Baviera e poi nei pressi di Ascona in Svizzera, divenendo in breve anche sua assistente personale e rimanendo al suo fianco fino al 1919. Il suo debutto come solista si ebbe nel 1914 con la prima versione della danza della strega (Hexentanz), assolo che riproporrà in seguito in diverse versioni e che diverrà il suo emblema. In questo assolo – danzato interamente da seduta – la Wigman aveva il volto coperto da una maschera, da lei usata con l’intento di cancellare l’individualità di chi danza ed esaltare così la universalità dell’essere umano. Riguardo all’uso della maschera, molta influenza ebbe su di lei il pittore Emile Nolde che le fece conoscere il fascino delle danze e delle maschere africane, australiane ed asiatiche. All’età di 33 anni, fu consacrata dal pubblico come una delle più grandi danzatrici tedesche. In seguito fondò una scuola innovativa d danza moderna che nel 1930, dopo una trionfale tournée negli Stai Uniti, si ampliò con una sede a New York. Il metodo della Wigman (basato sulla respirazione e sul principio della tensione/distensione) si diffuse oltreoceano fino ad influenzare in modo considerevole uno dei maggiori coreografi americani: Alwin Nikolais. La poetica della Wigman si fondava sul rapporto uomo-spazio, vissuto non tramite le cadenze musicali obbligate ma seguendo il ritmo interiore dell’uomo, infatti le sue coreografie si svolgevano spesso senza musica o accompagnate solo da strumenti a percussione. Celebri le sue coreografie per i Carmina Burana di Orff (1955) e per Le sacre du printemps di Stravinskij (1957).

Crediti fotografici: Dieter Hartwig

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