“Sinfonia per un uomo solo”: Maurice Béjart

di Beatrice Micalizzi
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Maurice-Jean Berger, passato alla storia come Maurice Béjart, nasce a Marsiglia l’1 gennaio del 1927. Si avvicina alla danza durante gli studi liceali e prenderà la decisione di dedicare la sua vita a quest’arte dopo aver assistito a uno spettacolo di Serge Lifar dal quale rimane totalmente affascinato. Il grande debutto, alla tenera età di 14 anni, è all'Opéra di Parigi, poi danzerà accanto a Roland Petit.

Nel 1951, crea il suo primo balletto, L'Inconnu, a Stoccolma, mentre risale al 1955 Symphonie pour un homme seul con la sua compagnia, i Ballets de l'Étoile; entrambe le composizioni gli varranno gli onori della stampa e del pubblico. Nel 1960, dopo essere stato notato dal direttore del Théatre Royal de la Monnaie, fonda a Bruxelles il Ballet du XXe siècle, con il quale percorre il mondo intero iniziando alla danza un vasto pubblico di neofiti.

Nel 1987, al termine di un conflitto aperto con il direttore del teatro della La Monnaie Gerard Mortier, in piena tournée a Leningrado, Béjart decide di non tornare più in Belgio.

Sia a Bruxelles che, in seguito, a Losanna, Béjart accoglie ballerini di alto livello provenienti da tutte le parti del mondo. Uno dei suo più ambiziosi intenti è quello di dare nuovo slancio alla danza maschile; a questo scopo, esige, ed ottiene, dai suoi interpreti una perfetta padronanza della danza accademica unita a una grande capacità di adattamento alle correnti neoclassiche. Fedele all'idea di spettacolo globale, mescola l'universo musicale, lirico, teatrale e coreografico, mettendo in evidenza sia le qualità individuali dei solisti che i movimenti d'insieme. 

Le tematiche che il coreografo interpreta nella sua danza sono di grande rilevanza, con non pochi riferimenti all’attualità e alle sue problematiche.

Nel 1998 il suo curriculum viene macchiato dall’accusa, e successiva condanna per plagio: il suo spettacolo Le Presbytère contiene una scena copiata da La chute d'Icare del coreografo belga Frédéric Flamand.

Nonostante questo episodio, è innegabile che abbia contribuito enormemente alla nascita della danza contemporanea in Francia e in Belgio, soprattutto grazie alle generazioni di coreografi formatisi alla sua scuola del Mudra.

Tra i suoi capolavori, il primo è il già citato Symphonie pour un homme seul (Sinfonia per un uomo solo) e incarna l'uomo errante in un universo brulicante e ostile dal quale spunta improvvisamente una donna dall'erotismo aggressivo, l'egocentrismo morbido, la selvatichezza voluttuosa. L'uomo cerca di scappare dalla schizofrenia crescente attraverso la sublimazione, aggrappandosi ad una corda; qui si coglie una delle costanti del lavoro bejartiano, ossia la dinamica ascensionale. 

Le Sacre du Printemps (1959), sulla partitura di Igor Stravinsky, è un altro capolavoro di Béjart in cui egli esprime in pieno la dimensione del demiurgo, l'armonia collettiva e l'ode alla fratellanza.
Il famosissimo Bolero, su musica di Maurice Ravel, creato per il ballerino argentino Jorge Donn, esprime la vocazione al monumentale ed è un fantasma del teatro totale, oltre a dichiarare la volontà di abbracciare tutto con la propria arte.

Il 15 luglio 2007 ha rappresentato alla Scala di Milano uno spettacolo dedicato a Gianni Versace, a dieci anni dalla morte. Il nome del balletto è "Grazie Gianni con amore".

L'artista negli ultimi anni soffriva di diversi problemi di salute legati al cuore e ai reni, che nel novembre 2007 si erano aggravati, costringendolo a un ricovero presso l'ospedale universitario di Losanna, dove Béjart si spegne il 22 novembre. Il coreografo francese era ancora in piena attività, a Losanna dirigeva da 20 anni il Bbl (Béjart Ballet de Lausanne), e stava preparando il suo ultimo spettacolo, "Il giro del mondo in 80 minuti", che avrebbe dovuto debuttare nel dicembre 2007.   

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