A prescindere dai motivi interni ed esterni al Teatro che hanno portato alla partenza anticipata di Manuel Legris dalla direzione del Ballo del Teatro alla Scala, di cui ci rammarichiamo tantissimo, troviamo assolutamente doveroso ringraziare il Maestro Legris per tutto il lavoro fatto alla Scala.

Foto Brescia e Amisano
È un fatto oggettivo che l’aver lavorato su titoli di grande ambizione, dando grande spazio ai giovani, facendo andare in scena moltissimi cast scaligeri per dare la possibilità a tutti i primi ballerini e ai solisti di misurarsi con ruoli a loro non esattamente familiari, pur non dimenticando grandi nomi internazionali quali Nuñez, Muntagirov, Smirnova, Clarke, Ould Braham, Kim, invitando i più grandi coreografi a creare per la compagnia, non ultimo nominando la nostra prima étoile da anni, Nicoletta Manni, abbia portato il Corpo di Ballo della Scala ad un livello internazionale che raramente si era visto negli anni passati.
Certo la sinergia e la totale confidenza su cui ha potuto contare Manuel Legris con la Sovrintendenza di Dominique Meyer ha fatto sì che questo circolo virtuoso si verificasse senza grandi intoppi: l’importanza che il Corpo di Ballo e la sua Direzione artistica hanno guadagnato in questi 4 anni e mezzo all’interno del cartellone scaligero raggiungendo quasi lo stesso peso di quello operistico, anche attirando il grande pubblico, è cosa che nel recente passato non si è mai vista.
Inoltre la scelta di Legris di rafforzare in termini di comunicazione la stagione del Ballo attraverso i media , basti pensare allo sviluppo dei video e dei report fotografici durante prove e spettacoli, è una mossa da non sottovalutare nella gestione di una Direzione Artistica che ha sempre spinto verso l’eccellenza.
Nonostante il primo anno e mezzo dal 2021 a parte del 2022 sia stato inficiato ancora dal Covid, Manuel Legris è riuscito, con cambi di cast e di programma all’ultimo minuto, a proporre serate miste, come Grandi momenti di danza, Serata Contemporanea e Serata 4 coreografi, che bypassavano il problema di non poter usare un ensemble, dando non solo la possibilità a molti di ballare in un periodo in cui questo non era affatto scontato, ma anche di ballare brani di grande pregio e nuovi per la compagnia sia classici sia di coreografi di oggi come Dawson, Forsythe, Pastor, Neumeier e tanti altri.
Le stagioni sono sempre state caratterizzate da un grande equilibrio fra i generi, in primis preservando il repertorio della compagnia e arricchendolo con nuovi titoli: Don Chisciotte, Bayadere, Schiaccianoci, Lago dei Cigni di Rudolf Nureyev, Le Corsaire e Sylvia dello stesso Legris, la Giselle di Chauviré, la nuova Coppelia di Ratmansky e ultima nella programmazione di quest’anno Paquita di Pierre Lacotte.
Ma anche rappresentando Il Drama Ballet e i neoclassici del ‘900: Onegin, Romeo e Giulietta, L’histoire de Manon, la Dame aux Camélias da un lato, Jewels, Theme and Variations e finalmente Jerome Robbins con Dances at a gathering e Concert dall’altro.
E infine le serate contemporanee e le creazioni: il recupero di Madina di Bigonzetti, la serata con la creazione Afterite+ LORE di McGregor, il meraviglioso Blake Works V di William Forsythe, le serate Dawson/Duato/Kratz/Kylian con Bella Figura di nuovo alla Scala, Smith/Leon & Lightfoot/Valastro e Kratz/ Preljocaj/de Bana. E attendiamo con curiosità anche le serate in cartellone da qui a Novembre con il Peer Gynt di Edward Clug e Aspects of Nijinsky di John Neumeier.
Su tutto Manuel Legris, étoile francese ma di pensiero universale, ha avuto il merito di riportare la figura leggendaria di Carla Fracci nel suo Teatro, prima fisicamente con le masterclass storiche su Giselle in cui lei Giselle per eccellenza passava la sua esperienza alle prime ballerine di oggi, e poi con il ricordo, istituendo il Gala Fracci, serata unica quest’anno alla sua quarta edizione .
Quattro anni e mezzo densi, pieni di successi e anche di difficoltà superate brillantemente, che hanno considerevolmente accresciuto l’importanza del Ballo della Scala nel mondo. E di questo non potremo che essere per sempre grati, auspicando che i nuovi tempi che verranno mantengano lo stesso dinamismo e lo stesso spirito.
Grazie di tutto Monsieur Legris e chissà, au révoir.
Photo di copertina Choregies 2023 Gromelle /Tournée Scala a Orange