Lia Courrier: “La scelta delle giuste scarpette da mezza punta può fare la differenza”

di Lia Courrier
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Quando si parla della scelta delle scarpe giuste per gli allievi di danza, solitamente ci si riferisce alle scarpette da punta, dal momento che ogni piede ha le proprie caratteristiche di elasticità, forma, forza e quindi trovare le scarpette che valorizzano il proprio piede, supportandolo al contempo, rappresenta il primo grande passo per tutte le giovani ballerine che si stanno preparando a compiere questo emozionante passaggio.

La scelta delle scarpette, però, è importantissima anche quando si parla di mezze punte, per le stesse identiche ragioni.
Quando ero piccola, sul mercato non c’erano così tanti modelli tra cui scegliere, si usavano delle scarpette di pelle o di stoffa doppia, durissime, con la suola intera, oppure indossavamo scarpette punta vecchie a cui era stata tolta la suola interna, che chiamavamo “punte smezzate”, oggi vendute già pronte come articolo a sé per chi vuole rinforzare piedi e caviglie. Negli anni le case produttrici di articoli per la danza hanno cominciato ad aumentare l’offerta e questo è stato un passaggio estremamente importante e positivo affinché ognuno possa trovare il modello che calza a pennello.

Anche se le scarpe da mezza punta sono poco più di un calzino, per la leggerezza della stoffa e la quasi assenza della soletta, almeno nei modelli “a goccia”, è incredibile quanto la scarpa giusta per il nostro piede possa supportare l’arco e la caviglia, nonché anche donare alla linea della gamba armonia e bellezza.

Ci sono piedi dalla forma sottile e allungata, che hanno bisogno di scarpette capaci di aderire all’arco plantare, come nel caso dei modelli che presentano un tassello di tessuto elastico sotto l’arco. In questo modo la scarpa vestirà come se fosse parte del piede stesso, aderendo al suo profilo valorizzandone elegantemente la forma, anziché sembrare una vecchia ciabattina slabbrata. Anche la posizione in cui vengono cuciti gli elastici può essere decisiva per aiutare la scarpa a stare al suo posto, oppure stringere gli elastici che passano dentro alla fettuccina della maschera, facendo in modo che la scarpa vesta al meglio ma senza costringere troppo il piede.

È ancora oggi convinzione di qualcuno che le scarpe da danza debbano vestire strette, non so quale sia il motivo che sta alla base di questa idea malsana: le scarpette da danza, che siano da punta o da mezza punta, devono essere semplicemente della misura giusta per il proprio piede. Le dita dovrebbero potersi muovere  nelle scarpette da mezza punta, avere spazio per allargarsi affinché quando si sale in relevé la base d’appoggio sia il più ampia possibile. Quando le dita non hanno spazio per muoversi ne va della stabilità delle nostre gambe, in questo caso bisogna provare un altro modello che permetta movimento.

Spesso questo è il caso di chi ha la pianta del piede larga e necessita quindi di una scarpetta da mezza punta che dia il dovuto spazio al piede, specialmente al metatarso e alle dita. Una scarpa inadeguata in termini di spazio soffoca il piede, che non riesce a godere della libertà necessaria per lavorare bene al suolo, strisciare, spingere, espandersi.

Quando camminiamo, nel momento in cui il peso del corpo è totalmente su una gamba, mentre l’altra si è già staccata da terra per oscillare in avanti e compiere un nuovo passo, il piede che sostiene il peso si rilassa. Questa è una risposta fisiologica necessaria anche per sfruttare le raffinate abilità del piede come organo di senso: la pianta del piede letteralmente “legge” la qualità del terreno, la sua omogeneità, l’inclinazione, per poi inviare segnali sensoriali al cervello, che risponde a sua volta con segnali di tipo motorio al corpo per organizzarsi a dovere. La possibilità del piede di rilasciarsi al suolo è dunque vitale per la sua salute e per l’organizzazione dell’intera struttura, ma richiede uno spazio fisico in cui possa avvenire, se la scarpa stringe e costringe il piede, tutte queste meravigliose funzioni verranno inibite e la stabilità compromessa.

Per fortuna esistono scarpette a pianta larga per chi ha questo tipo di piede, con anche la punta più arrotondata e ampia, in cui le dita possano muoversi e distendersi.
Nella scelta della scarpetta da mezza punta, infatti, anche la lunghezza e la forma delle dita giocano un ruolo decisivo: dita lunghe e affusolate, con alluce più lungo o con il secondo dito più lungo, oppure dita tozze e corte, magari tutte più o meno della stessa lunghezza. Anche in questo caso l’altezza della mascherina può fare la differenza in termini di comodità ma anche estetici.

Normalmente una volta trovato il proprio modello non lo si lascia più, a meno che qualche azienda non produca qualche nuovo modello ancora più adatto. I consigli di ballerine e ballerini negli anni hanno dato indicazioni preziose agli artigiani per far diventare questi articoli i migliori amici di chi pratica danza sia a livello amatoriale che professionale. È importante scegliere tra i prodotti di aziende specializzate in articoli per la danza, proprio perché è l’esperienza pluridecennale di alcune a permettere loro di produrre veri e propri strumenti di precisione, affidabili e duraturi, consiglio vivamente di evitare acquisti super economici di aziende che producono articoli sportivi, ad esempio, perché in questo caso ciò che paghi è esattamente ciò che avrai: un prodotto scadente.

Oggi addirittura possiamo trovare i commercio scarpette vegan, sia da punta che da mezza punta, per chi ha a cuore la questione animalista e non vuole indossare nulla che abbia origine animale. Le scarpette da punta tradizionali, infatti, non hanno solo la suola di cuoio, ma anche le colle e altri materiali utilizzati nella loro produzione possono avere origine animale. Questo solo per dire che davvero esiste in commercio l’articolo perfetto per ogni esigenza.

Una volta trovato il modello, anche la scelta del colore è importante per curare l’aspetto estetico delle nostre linee.
Normalmente la tendenza è quella di non interrompere la linea della gamba, per questo si preferisce utilizzare scarpette dello stesso colore della superficie su cui vengono indossate. Ad esempio color carne (oggi esistono in commercio per qualsiasi colore dell’incarnato) se solitamente si indossano sul piede nudo; rosa se si portano indossate con la calza a piede intero, per dare continuità cromatica. Per i maschi tutto dipende dal colore del calzino o della calzamaglia, ad esempio sempre meglio avere un paio di scarpette bianche da indossare con un calzino leggero bianco, come nella tenuta accademica di scuola americana; completano il set, insieme ad un paio di scarpette color carne, un paio nere da utilizzare quando si indossa un accademico intero nero o un paio di calzini neri.

Trovo davvero antiestetico indossare, ad esempio, un paio di scarpette color carne sulle calze rosa, farebbero dei brutti piedi a chiunque, una scelta infelice che esteticamente stride almeno quanto vedere le mutande con gli orsetti che sbucano fuori dalla sgambatura del leotard.

Questi dettagli sono importanti già a lezione, ma diventano fondamentali quando ci si presenta per un’audizione, facendo la differenza tra un bellissimo e un pessimo biglietto da visita. Sappiamo bene che ciò che conta in queste occasioni è soprattutto la nostra qualità come danzatori, però certamente anche questi sono elementi che lasciano intendere quanto la persona  abbia la capacità di valorizzare sé stessa e la propria danza. Elementi che saltano all’occhio e che possono creare una prima impressione.

Acquisire l’abitudine di essere sempre in ordine anche a lezione è un ottima forma di autodisciplina per essere in ordine sempre, diventa una parte imprescindibile del lavoro stesso, che ci sostiene anche nello studio della tecnica, donando un senso estetico ineccepibile ad ogni cosa che facciamo.

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