Lia Courrier: “Dio vede ma anche l’insegnante di danza”

di Lia Courrier
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Nella danza nulla è lasciato al caso.

Persino quando si sbaglia bisogna farlo con stile ed eleganza, soprattutto senza farsi notare dallo sguardo attento e vigile dell’insegnante (che tutto vede e tutto sa), dotato di vista laser e transdimensionale, che anticipa in qualche modo l’errore dell’allievo. Molte volte mi capita di sentire lo sguardo chiamato, come da una energia misteriosa, verso una parte della sala: giusto il tempo di roteare e pupille e ZAC! Fatta tana a chi sbaglia la chiusura di un echappé. Puoi eseguire perfettamente un intero esercizio, ma se un errore è alle porte stai sicuro che il mio sguardo sarà lì a fartelo notare. L’esperienza è anche questo.

Ci sono degli allievi in grado di sbagliare in modo esemplare. Dal loro sguardo non traspare nulla, il loro andare da e verso il pavimento segue una pulsazione perfettamente sincronizzata con gli altri, ma se guardo i piedi sembra di vedere “The Lord of the Dance”, un ammasso di passi apparentemente messi a caso, nel tentativo di rientrare in carreggiata, che comunque porteranno il suddetto allievo a concludere l’esercizio impeccabilmente e con la gamba giusta davanti, come se niente fosse. Che talento.

In posizione diametralmente opposta, ci sono quelli che hanno un sé giudicante molto sviluppato, che quando si accorgono di sbagliare mostrano espressioni di sincero disgusto, sbuffano, mollano l’esercizio dirigendosi verso il fondo della sala, con aria mesta e colpevole. Quelli tra loro che hanno un fuoco potente nella personalità, a volte bofonchiano qualcosa o addirittura si lasciano sfuggire orrende parolacce, pensando che la musica copra la voce. Peccato che io sappia leggere il labiale, così puntualmente gli ricordo che la danza è un’arte muta, se si riesce cogliere la sottigliezza.

Poi ci sono quelli che, incappati nell’errore, vengono colti da attacchi isterici. posseduti da una musicalità interiore, accelerata all’ennesima potenza, eseguono migliaia di passi in pochi secondi, nel tentativo di correggersi. Mi ricordano Neo quando cerca di schivare i proiettili nel film Matrix, muovendosi ad una velocità che la retina umana non riesce a catturare.

In quei casi posso solo intuire che qualcosa non va, ma dovrei riprenderli e rallentare il filmato almeno 4 volte per capire cosa hanno fatto. Sicuramente non la mia sequenza.

Una cosa è certa, però: se avete commesso un errore, ovunque siate in sala, anche solo se state ripassando mentalmente la sequenza sbagliata….io lo so

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