Intervista a Marie Walton- Mahon, ballerina e promotrice del PBT Progressing Ballet Technique

di Vittoria Maggio
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PBT Progressing Ballet Technique unisce tradizione e innovazione: da un lato due discipline di lunga data come la danza classica e il pilates, dall’altra una disciplina nuova dal nome poco comprensibile, difficile da ricordare e da pronunciare. Ci vuole un po’ di allenamento anche vocale per il PBT: è quasi uno scioglilingua.

PBT Progressing Ballet Technique finalmente arriva anche in Italia: le accademie Europee e quelle Oltreoceano lo hanno in calendario già da qualche anno, da noi sta cominciando a farsi conoscere in questi mesi. Trattasi di un programma innovativo, sviluppato da Marie Walton-Mahon, ballerina e insegnante australiana della Royal Academy, che consente agli studenti di comprendere il corretto uso dei muscoli durante la lezione, sviluppando una profonda memoria muscolare, un corretto posizionamento del peso e dell’allineamento del corpo, permettendo sensibili miglioramenti durante il percorso di studio della danza.

Ѐ una disciplina trasversale che non solo non entra in concorrenza con altre lezioni, ma anzi le supporta e le migliora, fornendo salde fondamenta posturali che agevolano e accelerano la tecnica di qualsiasi ballo.

Non solo: PBT conferisce equilibrio, forza, grazia e stabilità anche a chi non vuole fare della danza un mestiere o uno sport, ma semplicemente vuole avere un assetto corporeo ottimale anche mentre è seduto in ufficio o cammina sui tacchi 12!

PBT è indicato inoltre per le persone che in età adulta desiderano riavvicinarsi alla danza in maniera semplice e non faticosa, o a volte rischiosa per la mancanza di allenamento costante negli anni: lavorando a terra e in scarico permette loro di recuperare con gentilezza “il tempo perduto”. Chi lo prova ha un immediato beneficio già al termine della prima lezione quando tornando a casa avverte un’andatura decisamente più strutturata ed elegante.

Marie Walton-Mahon, la creatrice di PBT con una carriera di danzatrice alle spalle, ci racconta segreti e vantaggi in un’intervista a noi dedicata!

Maestra Walton-Mahon perché ha pensato proprio al pilates come supporto per il PBT?

Pilates come PBT segue la metodologia della propriocezione degli schemi di movimento ed è perfetto nell’allenamento della memoria muscolare. Tuttavia, pilates non è sempre accessibile a chi studia danza, anche per questione di ottimizzazione di costi, e spesso non è compreso dai bambini più piccoli. Il PBT può essere insegnato dall’età di 7 anni in su, poiché i primi schemi di movimento stabiliscono lo sviluppo di quelli futuri.

Quali sono le differenze o le similitudini con il lavoro di sbarra a terra creato negli anni ’50 da Boris Kniaseff che ancora oggi è praticato nelle accademie con ottimi risultati e arricchito dai moderni studi di fisiologia?

Quando ero una danzatrice professionista praticavo quotidianamente sbarra a terra, ed era fantastico. La differenza è essenzialmente l’utilizzo della fit ball grazie alla quale gli studenti sentono maggiormente ogni muscolo profondo. La palla si muove costantemente, non è possibile “imbrogliare” il movimento, la palla è una sorta di richiamo costante alla postura, all’allineamento e al posizionamento del peso, il controllo del nucleo è fondamentale. La palla rotola via se la posizione non è corretta al 100%.

Le somiglianze con la sbarra a terra sono moltissime naturalmente: in entrambi i casi il programma è fatto in scarico e gli esercizi di base sono i medesimi. PBT aggiunge una parte di programma in piedi, che non c’è nella sbarra a terra, e recupera quindi anche la verticalità di cui il ballerino ha bisogno quando danza. Come la sbarra a terra, utilizza i più recenti studi di Dance Medicine basati su nuovi concetti di anatomia, fisiologia, di schemi di movimento.”

Quale è la sequenza di movimenti consigliata durante una lezione di PBT?

Ci vuole una media di 10 settimane di lezioni per elaborare il programma. Suggerisco agli insegnanti di seguire il mio piano di lavoro con pazienza e i risultati arriveranno.

Una volta che gli studenti hanno compreso il programma, in un’ora di lezione si sarà in grado di eseguire tutta la serie di esercizi e si passerà di livello. Ci sono tre livelli: base, intermedio e avanzato. Provare anche a occhi chiusi sarà un’esperienza davvero interessante.

Quali sono i risultati più importanti che si ottengono praticando PBT?

La palla non si muoverà più, sembra banale ma quello sarà il segnale visibile del grande lavoro fatto.

La memoria muscolare sarà “registrata”, i miglioramenti e la forza nella lezione di danza saranno concreti, gli allievi diventeranno più sicuri e padroni dei movimenti fisici e dei passi. Potranno quindi dedicarsi maggiormente al senso artistico, all’espressività perché la loro energia e concentrazione potrà spostarsi dall’attenzione al fisico ad altro.

Ricordo Daniel, un ballerino di 16 anni che non aveva mai ballato. Gli ho insegnato a praticare PBT quotidianamente insieme alle lezioni di danza. È migliorato così tanto che due anni dopo ha vinto la medaglia d’argento al Concorso Internazionale Genèe di Singapore e l’anno successivo ha firmato un contratto con Washington Ballet. Un talento aiutato dal PBT.

Come si possono alternare e differenziare le combinazioni di esercizi?

I port de bras sono sempre fonte di creatività per l’insegnante, si possono variare continuamente, anche la quantità di ripetizioni può variare man mano che gli studenti diventano più forti. Se qualcosa è troppo difficile, si può adattare: il PBT è accessibile a tutti! Sul sito ufficiale PBT ci sono tanti consigli molto utili.

Un’ultima domanda un po’ provocatoria: è possibile portare una coreografia di PBT sul palcoscenico?

Assolutamente sì, ho fatto presentazioni di PBT su palcoscenici e in alcune conferenze. Il più bello forse è stato in teatro per il Cecchetti Ballet Australia con una coreografia di 30 minuti con tutti gli esercizi del livello avanzato! Un successo.

Non resta dunque che provare questa nuova disciplina! Grazie a Marie Walton-Mahon. PBT oggi è insegnato in 40 Paesi con istruttori da lei certificati personalmente: Marie tiene workshop in Europa, Asia, Canada, USA, Sud America, Messico, Sud Africa, Russia e Australia. In Italia ha di recente tenuto due workshop, a Milano e a Roma!

La passione di Marie presto sarà contagiosa!

Per informazioni a livello internazionale: www.pbt.dance email [email protected].

Per informazioni a livello nazionale: [email protected]

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