Il Teatro Fraschini presenta “Can’t believe the way we flow” con le coreografie di Oliviero Bifulco

di DANCE HALL NEWS
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CAN’T BELIEVE THE WAY WE FLOW – Coreografie di Oliviero Bifulco

– Sabato 20 novembre, h 20.30

– Domenica 21 novembre, h 20.30

Teatro Fraschini / Info e biglietti su www.teatrofraschini.it o presso la biglietteria fisica del Teatro, aperta dal lunedì al sabato dalle 16.00 alle 19.00 (e un’ora prima ogni spettacolo).

Prima nazionale / Il Teatro Fraschini produce per la prima volta uno spettacolo di danza

Coreografia di Oliviero Bifulco

Musica di Max Richter

Scene e luci di Cécile Giovansili Vissière

Costumi di Wibke Deertz

Assistente coreografa Adele Fiocchi

Con Oliviero Bifulco, Viola Busi, Julia Canard, Valentin Chou, Coralie Murgia, Renato De Leon, Martina Marini, Layla Proietti Bovi,  Anna Zardi, Matteo Zorzoli

“Can’t believe the way we flow” parla del meravigliarsi davanti alla perseveranza e alla tenacia della vita, che continua il suo moto senza fermarsi davanti a niente. Così come i danzatori sulla scena, che esplorano questo luogo per la prima volta e decidono di viverci dentro, ingenui nello scoprire le bellezze e le insidie della vita, in un ciclo continuo di emozioni e danza pura.

Oliviero Bifulco, classe 1995, si diploma come ballerino professionista alla Scuola di Ballo del Teatro Scala. Da lì prosegue la sua carriera in giro per il mondo. Dopo un corso di perfezionamento a San Francisco, si stabilisce per diversi anni a Bordeaux, dove balla per la compagnia nazionale, l’Opéra National de Bordeaux. Dopo un infortunio, decide di partecipare a una trasmissione televisiva, che gli apre le porte del grande pubblico. Comincia poi la sua carriera freelance, lavorando per i più grandi festival ed eventi nazionali legati alla danza.

“Cerco di portare con me il rigore e la disciplina della mia formazione accademica, assieme alla diversità e all’audacia dei mondi di cui ho fatto esperienza nel corso degli anni. Sempre con una convinzione in testa: c’è sempre tempo e spazio per creare bellezza”

In ‘Can’t believe the way we flow’ i dieci ballerini sulla scena rappresentano un sogno, o forse un ricordo passato di una persona. La loro danza è cominciata molto tempo prima. Rappresentano il flusso, il flow, lo scorrere della vita: una cosa così semplice, ma che diamo spesso per scontata. La capacità della vita di continuare, nonostante l’imperfezione totale. I danzatori racconteranno una storia attraverso le loro relazioni. Si alterneranno momenti corali di grande impatto visivo, a momenti più intimi e riflessivi. A rispecchiare il continuo contrasto delle fasi della vita.

Uno spettacolo contemporaneo, come linguaggio, come struttura, come elementi visivi. Uno spettacolo capace di ispirare bellezza. Sarà però chiara anche la tradizione: tutti i ballerini provengono da grandi accademie classiche.”

Questo lavoro nasce con un cast creativo e artistico talentuoso e internazionale. Cecile Giovansili Vissière si occuperà delle luci e delle scene, mentre Wikbe Deertz dei costumi. Cecile Giovansili Vissière, nata a Marsiglia nel 1973, comincia la sua carriera di light designer lavorando con la prosa e l’opera. Ma è poi attirata dalla danza, dove comincia una carriera ormai ventennale, trovando un equilibrio nel lavorare con grandi artisti come Angelin Prejocaj, Hans Peter Cloos o Robyn Orlin, ma anche con artisti emergenti.

“Cecile è stata da subito entusiasta del progetto. Io sono un amante del suo lavoro ed ha da subito capito qual era la mia visione per questa serata. È una grande lavoratrice e sarà un punto di riferimento per questo spettacolo. C’è stato un lavoro sincrono di idee. Io proponevo delle cose, e lei progettava delle scene, che mi ispiravano ulteriormente a fare nuove parti dello spettacolo”

Wibke Deertz, residente a Berlino, si forma nel settore delle arti ma poi entra in contatto con i laboratori artigianali di tessuto e si innamora di questo mondo. Dal 1999 ha un suo atelier a Berlino e sono frequenti le collaborazioni con artisti e produzioni teatrali.

“Wibke è capace di costruire i vestiti come se fossero dei progetti d’architettura. Si basa su delle fondamenta molto forti, di linee, di tessuti, ma poi riesce a dare quel tocco di personalità che li rende unici”

“Per quanto riguarda la musica, pensavo a qualcosa di strumentale, che però fosse contemporaneo. Pensavo a qualcosa che si potesse collegare al senso che volevo dare a questa serata, quindi al moto costante, al senso di infinito. Non ho potuto che scegliere Max Richter.  Devo dire che tutti i componenti di questo team rispecchiano quello che è la mia visione. Voglio che sia un lavoro contemporaneo, attuale, ma con delle radici molto solide nella formazione, nella nostra storia”

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