Il Béjart Ballet Lausanne incanta Genova e il suo Teatro

di Fabiola Di Blasi
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Quando la Danza è di altissimo livello non può che essere bene accolta ed entusiasmare il pubblico più eterogeneo. E' stato il caso del Béjart Ballet Lausanne, primo titolo di balletto della Stagione 2015/2016 al Teatro Carlo Felice di Genova. La selezione di pezzi portata in scena (Il Mandarino meraviglioso, Syncope e Boléro) ha ottenuto sin dalla Prima del 12 novembre 2015 almeno 10 minuti ininterrotti di applausi. 

La Compagnia composta da 39 danzatori eccezionali ed attualmente diretta da Gil Roman per volere dello stesso Béjart che lo designò suo erede, è una delle poche in grado di riempire i teatri di tutto il mondo. In un unica serata, il pubblico genovese ha potuto vedere davvero tutto, secondo l'idea di “spettacolo totale” che fonde vari stili ed elementi che era propria del Maestro francese. 

La soirée si è aperta con il Mandarino meraviglioso su musiche di Bartok, balletto in un solo atto, simbolo dell'espressionismo, eseguito per la prima volta del 1926 ed accolto con scandalo dalla borgesia dell'epoca. La storia è quella di una prostituta, (un travestito, nella versione di Béjart risalente al 1992) che attira i suoi clienti e li fa rapinare e uccidere da alcuni complici. Soltanto il Mandarino, vestito come una guardia rossa di Mao, riesce a sopravvivere e muore aver avuto rapporti con la prostituta o, nella versione di Béjart, solo dopo essersi masturbato sulla sua parrucca bionda. Da sottolineare, in questo lavoro, il tema dell'urbanesimo e l'atmosfera cinematografica, tanto che in certi punti il pubblico pensa di essere spettatore di un film.

E' stata poi la volta di Syncope, creato da Gil Roman nel 2010, su musiche del duo Citypercussion e di Chopin. Il filo conduttore è quello del battito cardiaco, inteso come sospensione durante la quale irrompono in scena altri universi che creano una momento surreale tra ricordo e immaginazione. Nessun intento narrativo, ma danza e musiche coinvolgenti che hanno tenuto viva l'attenzione del pubblico in sala, complice anche un ottimo lavoro di light design.  

A chiudere la serata il celebre Boléro, creato 54 anni fa per il Ballet du Vingtième Siècle, in cui la Melodia danza da sola su un tavolo rosso circondata dal Ritmo, ovvero gli uomini sulle sedie intorno che man mano si aggiungono alla danza seguendo il crescendo musicale vorticoso e travolgente del brano di Ravel che ha letteralmente accesso il pubblico. Lunghi applausi e piogge di “bravi!” Ottima scelta dunque quella del Teatro Carlo Felice di inserire in cartellone una Compagnia così forte che non si vedeva a Genova dal 2001 quando lo stesso Béjart fu presente in occasione del Festival del Balletto, manifestazione in cui aveva già portato le sue creazioni in passato ai Parchi di Nervi. Si può dire che Genova abbia ormai un vero e proprio legame con il Béjart Ballet Lausanne.

CREDITI FOTOGRAFICI: Marcello Orselli

Fabiola Di Blasi

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