Fryderyk Chopin compie 210 anni: Buon Compleanno Maestro!

di Giada Feraudo
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Nel primo giorno di marzo dell’anno 1810 nacque a Zelezow-Wola, un piccolo paese non lontano da Varsavia, il compositore polacco Fryderyk Frantizek Chopin.
Sebbene il musicista non abbia mai composto espressamente per il balletto, le note romantiche, vibranti e spesso drammatiche delle sue composizioni per pianoforte hanno variamente ispirato, nel corso del tempo, molti coreografi, che sulle sue melodie hanno creato dei veri e propri capolavori.

In occasione di questa importante celebrazione il 10 marzo p.v. sarà presentato, presso il MAMU di Milano (via Soave 3, h. 19.00), un CD dal titolo Lettres sur la danse, che propone una selezione di brani di Chopin che, nel tempo, hanno ispirato la danza.
Durante la serata interverranno la pianista Eliana Grasso, che suonerà dal vivo alcuni brani estratti dall’album, e Andrea Massimo Grassi, docente di Storia della Musica presso l’Accademia del Teatro Alla Scala.

Il progetto nasce da un’idea di Eliana Grasso, talentuosa pianista che dal 2006 lavora nell’ambito della danza in diversi teatri italiani (Teatro Regio di Torino, Balletto Teatro di Torino, Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala di Milano), sempre attratta dall’intima relazione esistente fra musica e danza, in particolare per quanto riguarda quelle composizioni che non sono nate per accompagnare il balletto ma che sono state scelte, nel tempo, dai coreografi.

Uno dei balletti sicuramente più conosciuti porta la firma di Mikhail Fokine ed è uno dei titoli romantici per eccellenza: si tratta di Chopiniana, anche conosciuto come Les Sylphides. La storia narra che, durante una delle sue frequenti visite presso i negozi di musica, Fokine si imbatté, un giorno, in una suite dal titolo Chopiniana Op. 46, costituita da una Polacca, un Notturno, una Mazurka e una Tarantella di Chopin, orchestrati nel 1892 da Aleksandr Konstantinovič  Glazunov. Il coreografo pensò subito di utilizzare la partitura per una coreografia, da integrare con altre composizioni di Chopin, e per l’arrangiamento chiese il supporto dello stesso Glazunov. Il debutto del balletto avvenne nel 1907, presso il Teatro Marijnsky  di San Pietroburgo, con il titolo Chopiniana; i protagonisti furono l’étoile Anna Pavlova e Mikhael Oboukhov. Un anno dopo Fokine rielaborò completamente la sua creazione, mantenendo solo il pas de deux centrale. La seconda versione di Chopiniana debuttò, sempre al Marijnsky, nel 1908, e l’anno successivo Sergej Diaghilev volle includerla nel repertorio della prima stagione dei suoi Ballets Russes. Fu in quell’occasione che il balletto venne ribattezzato con il titolo Les Sylphides.

Anche la coreografia americana ha subito a più riprese il fascino di Chopin.
Nel 1902 Isadora Duncan, da tutti conosciuta come la madre della modern dance, coreografò e danzò un brano dal titolo Gypsy Mazurka, sulle note della Mazurka op. 68 n 2, mentre José Limón, nel 1971, dedicò proprio a lei, per omaggiarla, Dances for Isadora, una composizione costituita da cinque sezioni, tutte su musica di Chopin, che evocano vari aspetti della vita della Duncan e diverse tappe del suo percorso artistico.

Indagando la copiosa produzione di un altro grande coreografo americano, Jerome Robbins, si nota che anche qui non mancano diverse creazioni sulla musica di Chopin. Una fra tutte: The Concert, balletto composto per il New York City Ballet che ebbe la sua prima rappresentazione al City Center di New York. Si tratta di una divertente ed ammiccante caricatura degli appassionati della musica del compositore polacco, che, durante un concerto di brani per pianoforte tratti dal repertorio del compositore, esternano con enfasi le emozioni che l’ascolto suscita in loro.

John Neumeier è un altro fra i grandi coreografi del  Novecento che furono affascinati dalle composizioni del musicista polacco. Proprio sulla musica di Chopin per pianoforte e orchestra, infatti, cadde la scelta del coreografo quando creò quel capolavoro che porta il titolo Die Kameliendame, ispirato all’opera di  Alexandre Dumas figlio La Dame aux Camélias, che racconta le vicende della sfortunata cortigiana parigina Marguerite Gautier. Divenuto negli anni uno dei cavalli di battaglia di molte danzatrici, fra cui spicca il nome di Alessandra Ferri, il balletto ebbe la sua première a Stoccarda, nel 1978, allo Stuttgart Ballet, con Marcia Haydée, musa ispiratrice di Neumeier, nel ruolo principale.

Non sarebbe possibile, in un così breve excursus, dedicare uno spazio adeguato a tutti coloro che, in qualche modo, impiegarono l’opera del geniale compositore polacco per creare a loro volta altre opere d’arte, ma fra questi è doveroso citare, ad esempio, Vaslav Nijinsky, Thierry Malandain, Frederick Ashton e, in tempi più recenti, Maurice Béjart, Heinz Spoerli e Christopher Wheeldon. Quest’ultimo nel 2000 compose per il Royal Ballet There Where She Loved, balletto per undici danzatori su musiche di Chopin e Kurt Weill che vide la sua prima rappresentazione il 27 giugno del 2000.

Si ricordi, infine, il Lang Lang Dance Project, che, grazie all’intraprendenza del celebre pianista, ha portato in scena un lavoro di Stanton Welch ideato per sedici danzatori dello Houston Ballet. Sul palco i ballerini, sulle linee di una coreografia neoclassica, accompagnano il musicista dando corpo e dimensione visiva alle note, incarnando la dimensione onirica dell’artista, i suoi Sons de l’ame – Suoni dell’anima.

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