Lettera aperta di un giovane lavoratore dello spettacolo freelance

di Fabiola Di Blasi
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Sono giorni difficilissimi. Spendo metà del tempo nel processo di trasformazione delle cose in energia positiva. Medito. Cammino. Scavo tra le idee. Sola. Tutto si è fermato. Prima facevi la valigia e andavi dove ti chiamavano, dove ti prendevano e c’era sempre l’opzione “all’estero”. Ora dove vai?

Per noi freelance è dura e questo è uno di quegli istanti in cui non sono ancora riuscita a cambiare energia…sì, lo farò, ma forse è giusto anche stare un po’ qui, in questo buco nero in cui ci troviamo e guardare in faccia la realtà. Voglio lavorare. Non chiedo che all’improvviso tutta la mia vita diventi perfetta e dal cielo piovano miracoli. Voglio solo lavorare. Mi manca tutto e sogno di entrare in un teatro, al chiuso, all’aperto, al nord, al sud, sulla luna, non importa. Il lockdown è stato molto più facile di questa fase…perché ora tutto è aperto e tutto è concesso ma solo per finta. Solo per i dipendenti. Resta a casa la valanga di gente che lavora a produzione, a stagione, a prestazione…

Sono un lavoratore dello spettacolo e questo è tutto. E senza questo non ho niente. E finalmente mi sfogo. Con tutti, con nessuno, che importa…Voglio il lavoro e non so neanche più dove cercarlo. Tutto questo è troppo anche per me che me la sono sempre cavata…quando danzavo, quando lavoravo come mima, quando mi sono reinventata assistente alla regia, direttore di scena, promotrice di eventi culturali. Quando con i colleghi ci siamo istituiti associazione e abbiamo ideato progetti per i giovani, per il pubblico di domani. Qual è il domani?

Sono un lavoratore dello spettacolo e spesso mi sento dire “sei fortunata a fare quello che ti piace”. Non è quello che mi piace, è quello che sento, che sono. Non è fortuna, è coraggio. Le condizioni non sono mai state perfette ma ho preferito rischiare di essere felice che andare contro me stessa, i miei interessi e le mie passioni sacrificando capacità e anni di studio. Troverò una strada, la troveremo, avremo forza e idee nuove…ma prima ci tocca superare anche la fase di spaesamento ed abbandono. Dove vado, come faccio, chi mi aiuta, chi mi tutela, dove sono i 600 euro di aprile? E quelli di maggio? Da dove riparto se nei teatri lavorano a organico ridotto e solo coi dipendenti? Esisto? Io penso di sì…sono un lavoratore dello spettacolo. Mi vedete? Sono qui.

Fabiola Di Blasi

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