Domani il Teatro Bolshoi manderà in streaming “Spartacus” di Grigorovich. Notizie e approfondimenti

di DANCE HALL NEWS
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Sabato 18 Aprile il Teatro Bolshoi aprirà, ancora una volta, i propri archivi per mostrarci un altro balletto di rara bellezza: SPARTAK (SPARTACUS). 

La trasmissione inizierà alle 19 ore di Mosca e sarà disponibile per 24 ore sul canale You Tube del teatro.

Quando ci siederemo a guardare questo gioiello dovremo tenere in considerazione molti fattori. Prima di tutto, questo è un omaggio che il Bolshoi rivolgerà a Vladimir Vasiliev (detto Volodya), uno fra i tre più grandi ballerini classici che Madre Russia abbia mai prodotto che proprio questo sabato 18 Aprile compirà 80 anni. Secondo, il significato che Spartak ha per il popolo Russo, come perfetto esempio di eroe. Terzo il cast scelto: una celebrazione dei più grandi danzatori russi di questa generazione.

Vladimir Vasiliev                         

“Nell’arte è impossibile disporre gli artisti come nello sport: chi è il primo, il secondo, il terzo … E ci sono persone, rare ed eccezionali, che si dice siano primus inter pares. Vladimir Vasiliev,  e’ una di queste. Molto è stato scritto su di lui, molto è stato detto. Sono già state spese tutte le parole più alte: leggendario, fenomenale, incomparabile, fantastico virtuosismo, conquistatore dell’aria … Quando immagino Volodya nella mia mente, lo vedo sempre volare (ha un salto straordinario). I suoi eroi sono diretti verso l’alto con le loro anime. Hanno una tale fede, un tale desiderio di luce e di volontà di andare per la propria strada fino alla fine, che vivono come se non avessero dubbi e problemi nella loro vita e nella lotta. Non puoi definire l’individualità di Vasiliev in una sola parola, a meno che non sia questa: straordinaria versatilità. Inoltre, non puoi definirlo in un ruolo classico preciso, spaziando il suo repertorio tra ruoli eroici, comici, lirici, tragici e di pantomima. Pertanto, Vasiliev è entrato nella storia del balletto non solo come attore e ballerino eccezionale.  Questa è stata la sua missione speciale: primus inter pares”.  Galina Ulanova (una tra le più eccelse ballerine che il mondo abbia mai avuto), disse di lui nel 1986.

“Non ho mai visto un ballerino come Vasiliev. Unisce tutto: virtuosismo, tecnica, talento drammatico, intraprendenza e forza” disse Maurice Bejart.

“Vladimir Vasiliev è molto più di un grande ballerino, e’ un simbolo. Un simbolo per la generazione che è cresciuta con lui. La personificazione di un bel sogno, che unisce onestà, lavoro e arte . Vladimir Vasiliev: un uomo dal cuore che contiene tutto l’amore del mondo”  affermò Carla Fracci.

Ma chi e’ “Volodya” Vasiliev?

Il futuro “dio della danza” (come fu soprannominato) nacque da una modesta famiglia sovietica, senza legami professionali con l’arte. Il padre, di origini contadine, lavorava come autista nello stesso stabilimento dove lavorava la madre, operaia. La storia dei primi anni di Vladimir è come un  bellissimo racconto che ha ispirato molti ballerini russi a seguire. Amante della letteratura, della pittura e della scultura grazie alla passione che sua madre era riuscita a stimolare, e con l’esempio di gentilezza e correttezza del padre si avvicinò per caso al mondo del balletto frequentando il Palazzo dei Pionieri di Kirov dove insegnava la famosa maestra Elena Romanovna Rosset che riconobbe le sue capacità ancora nascoste (aveva 7 anni) e gli insegnò i primi passi della danza. Sotto la sua guida finì in un mondo inesplorato e magico che lo portò a 9 anni al Bolshoi.

 “Le persone vengono al balletto in diversi modi, molti hanno sognato a lungo di ballare fin dall’infanzia. Io non pensavo che avrei mai fatto balletto” disse Vasiliev. Nella primavera del 1949, un Vasiliev di appena nove anni, danzò un piccolo pezzo sul palco del Teatro Bolshoi. Il programma del concerto comprendeva anche studenti della Scuola coreografica del Teatro Bolshoi. Fu lì che il giovane Vasiliev vide per la prima volta il balletto classico, che colpì la sua immaginazione e la sua anima.

Grazie alla maestra Elena Romanovna Rosset. Volodya si candidò per entrare alla Scuola del Teatro Bolshoi e, nonostante le grandi difficoltà, fu accettato.

Vasiliev si unì alla compagnia del Bolshoi in un momento in cui l’immagine del ballerino stava subendo un enorme cambiamento: non più solo un partner, la figura maschile stava acquisendo una sua forza contendendosi la stessa importanza della ballerina. Nei balletti di Yuri Grigorovich, Vasiliev sarebbe diventato il protagonista principale.

Nel 1959, a soli 19 anni, Vasiliev fu promosso Primo Ballerino del Bolshoi. Dal 1963, con Grigorovich come direttore artistico, Vasiliev vedrà la sua stella brillare sempre più in alto sino ad arrivare al famoso giorno, il 9 Aprile 1968, quando la sua rappresentazione di Spartacus lo consacro’ nell’Olimpo dei grandi danzatori Russi assieme a Nureyev e Baryshnikov. La sua straordinaria interpretazione presentava lo schiavo ribelle come un personaggio nobile, intriso delle più alte qualità morali.

“È generalmente accettato che la componente principale nella danza è il corpo, ma questo non è del tutto vero. L’elemento massimo è ancora la testa: il corpo umano è uno strumento enorme, ma il pensiero lo controlla e più talentuoso e autorevole è questo “direttore”, più perfetta è l’orchestra” sostiene Vasiliev da sempre.

Vasiliev fu Direttore Artistico del Bolshoi dal 1995 al 2000, quando venne, poco elegantemente, licenziato da Putin.

Vasiliev è l’unico danzatore della storia ad aver vinto il Gran Prix al Concorso Internazionale di Varna ed è uno dei pochi ad essere stato insignito di quasi tutti i premi ed onorificenze esistenti nel mondo della danza.

SPARTACUS E LA RUSSIA

Nel 1968 l’Unione Sovietica invase la Cecoslovacchia per reprimerne le tendenze riformiste. Nello stesso anno, Yuri Grigorovich, direttore del Bolshoi Ballet, coreografò Spartacus, regalando un grande successo alla compagnia che avrebbe rappresentato così il potere ballettistico sovietico all’estero.

Che cosa significa Spartacus per il popolo russo e per il Balletto del Bolshoi?

“Fu una specie di santo che il lettore russo vide in Spartacus, l’eroe del famoso romanzo omonimo di Raffaello Giovagnoli, che apparve per la prima volta in traduzione, in Russia, nel 1881 e divenne immediatamente popolare: carismatico, dedito alla difesa della libertà personale e con la capacità di muovere “le masse”.

“Non è un caso che la squadra di calcio russa più amata abbia questo nome. Spartacus fu identificato nella mente russa con Alexander Matrosov che, durante la seconda guerra mondiale, si gettò su una cartuccera tedesca, bloccando la mitragliatrice con il proprio corpo, per consentire alla sua unità di avanzare; o con Nikolai Gastello, che effettuò un attacco suicida nel suo aereo su un scaglione nemico”.

“Spartacus rappresenta coraggio e audacia, ma anche una straordinaria libertà interiore. Per l’uomo russo, nonostante i vincoli esteriori, la libertà è una qualità interna, spirituale, portatrice della sua immortalità e innocenza. Un rivoluzionario del mondo antico, un gladiatore prigioniero che si ribellò contro l’oppressione. In Russia, c’erano due libri di culto sui “rivoluzionari”: Spartacus di Giovagnoli e Gadfly di Ethel Voynich. Erano entrambi un appello alla lotta per l’ingiustizia sociale” scrive Sergei Esin sul sito del Bolshoi

Spartacus, basato sul racconto di una ribellione di schiavi in ​​Italia nel 73 a.C., è una perfetta allegoria sovietica di una popolazione nobile oppressa che lotta coraggiosamente per rovesciare una classe dirigente decadente. Ha una trama semplice (la narrazione oscilla continuamente tra rivolta e repressione) e quattro protagonisti molto definiti: il nobile, indomito gladiatore Spartacus; la sua amata dal cuore puro, Frigia; Crasso, capo dell’esercito romano assetato di potere; la venale cortigiana Aegina. Il balletto esemplifica molto lo stile e l’estetica del Bolshoi.

Grigorovich focalizza la nostra attenzione sui singoli ballerini, con inquadrature panoramiche e primi piani, attraverso gli appassionati e complicati assoli, i lirici pas de deux e gli spettacolari sollevamenti aerei. Ma il balletto, nonostante tutta la sua attenzione al virtuosismo solista è una meravigliosa esibizione di potenza del corpo di ballo del Bolshoi.

Spartacus era stato prodotto due volte al Teatro Bolshoi prima di Grigorovich, La stessa musica (di Aram Khachaturyan) e anche gli stessi interpreti.

Qual è stato lo stimolo immediato che ha spinto Yuri Grigorovich a creare il suo balletto nel 1968?

Il Teatro aveva bisogno di un’opera eroica, come parte delle celebrazioni in occasione del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.

Per la generazione di Grigorovich, l’uomo e le sue emozioni sono stati i criteri principali della vita. Non avrebbe permesso agli oggetti di scena storici di inghiottire la sua arte e il suo spirit.

“Grigorovich, il coreografo rivoluzionario, aveva la sua strategia artistica e il suo approccio totalmente innovativo allo scenario. Il flusso dell’azione viene intercettato dai monologhi dei quattro personaggi principali. L’alternanza dell’azione diretta con l’auto-commento, la partenza dell’epos nella sfera della riflessione psicologica – questo non era mai stato fatto prima nel balletto. Fu necessario effettuare diversi tagli alla musica, riorganizzare alcuni episodi, subordinare il tutto a una linea drammatica integrata, “organizzando l’azione attorno al tema dell’insurrezione”, conclude Esin.

Alla fine, la sera del 9 Aprile 1968, ciò che si  celebrò non fu solo la nuova messa in scena di Spartacus, ma la vittoria morale del popolo russo sopra le avversità e la tirannide, e la proclamazione della Compagnia del Bolshoi come una delle più grandi compagnie di danza del mondo.

Quello che vedrete sabato sera è lo spettacolo andato in scena al Teatro del Bolshoi il 20 Ottobre 2013.

Gli interpreti.

Mikhail Lobukhin – Spartaco

Anna Nikulina – Frigia

Vladislav Lantratov – Crasso

Svetlana Zakharova – Egina

Mikhail Lobukhin è il degno successore di Vasiliev. Salti immensi e di rara bellezza, nel pieno rispetto della drammaturgia della danza. Tra le sue onorificenze quella di Artista Onorario della Federazione Russa.

Svetlana Zakharova, i moltissimi i suoi riconoscimenti: due volte vincitrice del Benois de la dance, Artista del Popolo Russo (il più alto titolo onorifico della Federazione Russa per risultati eccezionali nel campo del teatro, della musica e dell’arte), prima artista russa a cui è stato conferito il titolo di étoile da La Scala, Ufficiale dell’Ordine di Merito Francese per le Arti e la Letteratura.

Vladislav Lantratov, vincitore del Benois de la danse, Artista Onorario della Federazione Russa.

Anna Nikulina, fra i molti premi, Artista Onoraria della Federazione Russa.

Vi auguro dunque una buona visione per una serata indimenticabile e piena di energia.

Susanna Mori

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