Danza contemporanea: la parola a Giovanni Di Cicco

di Fabiola Di Blasi
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Il mio incontro con Giovanni Di Cicco, danzatore, coreografo e insegnante attivo in Italia, Francia e Germania, avviene a Genova, dove ha sede la compagnia DEOS (Danse Ensemble Opera Studio) di cui è fondatore e direttore. Un progetto di natura sperimentale residente presso la Fondazione Teatro Carlo Felice. Dopo molti anni di attività, Giovanni Di Cicco può dirci la sua sulla realtà locale:

“Si può parlare di danza all’infinito, ma quello che propongo e che mi sembra si faccia poco oggi è un discorso sulla danza in relazione al territorio, nel nostro caso, la Liguria. Tutti siamo stati influenzati dalla danza classica e dagli anni dei Balletti di Nervi di Mario Porcile che ha saputo portare a Genova compagnie di ogni genere e provenienza ma non possiamo ignorare il fatto che non ne sia rimasta traccia nella danza classica locale: non abbiamo neanche una compagnia di balletto classico in tutta la Liguria mentre si è sviluppato un filone di danza contemporanea piuttosto interessante.
In un ambito di non cultura della danza, la danza contemporanea si è ritagliata un suo spazio ed ha cercato di non disperdere la conoscenza acquisita negli anni e di sfruttare e valorizzare i talenti sul territorio.
Prima di tutto, c’è bisogno di eliminare il pregiudizio intorno alla danza contemporanea. E’ invece auspicabile, quando un evento, una rassegna, non ha continuità, una riflessione sulla danza e sul territorio che, nel caso della nostra regione, è costellato una marea di scuole. Questo significa che c’è molto interesse ma la mancanza di fondi non fa crescere neanche le situazioni con maggior potenziale. Nessuno è veramente indipendente nella danza…bisognerebbe fare un lavoro sul territorio e creare dei collegamenti tra il mondo professionale e il non professionale.

Parlando di DEOS, per esempio, possiamo dire che sia una realtà nata in un clima di grande professionalità ispirandosi alle compagnie dei teatri tedeschi composte da pochi elementi che lavorano sulla danza contemporanea. Quello che non viene mai ricordato è che quello del Teatro Carlo Felice è l’unico caso italiano di ente lirico che ha una compagnia di danza contemporanea residente. E’ necessario fare lo sforzo di comunicare meglio queste cose.
DEOS è nato come esperimento nel 2013 con Pulcinella di Igor Stavinskij.
I numeri registrati da allora parlano: 40 danzatori impiegati a rotazione, 6 nuove produzioni di danza contemporanea, 16 coreografie concepite per luoghi non convenzionali, spettacoli per le scuole, partecipazione costante alle produzioni di opera lirica e 70 danzatori professionisti ospitati a studiare gratuitamente. Infatti, il luogo di residenza è usato solo in parte in maniera privata perché intorno alla Compagnia ruota tanta gente. Si può parlare di una funzione formativa costante per i danzatori e per il pubblico, grazie anche alle prove aperte in sala ballo.
Il Teatro e la città ci hanno dato la possibilità di accedere a questo luogo e noi svolgiamo un servizio. Basti pensare alla DanceAbility* che si svolge in teatro, un luogo pubblico, un luogo di riferimento che si trova nel cuore della città. Tutto questo è utile anche ai danzatori che acquisiscono così una mentalità sempre più aperta.
C’è anche un interesse per le nuove generazioni: fondersi con il nuovo significa conoscere la danza contemporanea di oggi, essere sempre aggiornati. Le persone coinvolte crescono artisticamente, nascono nuovi progetti e tutto nonostante la situazione economica critica. Dalla nascita di DEOS ad oggi abbiamo conosciuto tanti nuovi danzatori di diversa provenienza e c’è uno scambio continuo con artisti che lavorano in diverse parti del mondo. Oggi DEOS dà delle residenze artistiche tutto l’anno. Il lavoro di ricerca, in fondo, dovrebbe essere perenne come in altri campi. Io stesso non mi chiudo nella realtà locale ma ragiono in termini di scambio: regolarmente insegno per compagnie stabili e scuole sia in Italia, come è stato l’anno scorso all’Accademia Nazionale di Danza, che all’estero, come ho fatto di recente allo Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco.
Questo tipo di mentalità e lavoro hanno portato alla nascita di un corso di perfezionamento che ha preso il via quest’anno a Genova e per cui sono ancora aperte le selezioni. L’Azione silenziosa – Corso di formazione che si concluderà a dicembre 2018.

Infine voglio dire questo: esistono diverse concezioni di corpo e di estetica. Dopo secoli, oggi si può dire che la danza abbia diverse colorazioni. La concezione del corpo si definisce a seconda della cultura locale. Il corpo danza a seconda della cultura e della sensibilità dell’artista e per gli stessi principi viene percepito in un modo o in un altro da chi guarda. Se si fruisce sempre e solo di un genere le conseguenze le conosciamo… Vedere il diverso permette di espandere la propria cultura personale. Così si costruisce anche il rapporto col pubblico…e non è un discorso diverso da quello sulla musica!”

*La DanceAbility è una tecnica che permette a persone abili e disabili di danzare insieme, attraverso un percorso di ricerca. E’ detta anche danza integrata o danza inclusiva ed è un marchio registrato negli Stati Uniti.

Per approfondire: www.dansensembledeos.com/chi-siamo/giovanni-di-cicco/

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