Costanza Filaroni: “Ho dato una nuova lettura a questo Rent, c’è tanto di me in questo spettacolo”

di Alessandra Colpo
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Giovedì 31 Maggio 2018 andrà in scena al Teatro Nazionale Che Banca! di Milano la nuova versione di “Rent”: così la STM – Scuola del Teatro Musicale di Novara, ha deciso di festeggiare i primi 5 anni di attività.
Una nuova produzione, con le nuove liriche italiane di Andrea Ascari, una nuova regia di Costanza Filaroni e coreografie di Francesca Taverni, che vedrà in scena gli Attori Diplomandi della STM (39 in scena) e una rock band live in cui saranno presenti anche gli allievi del CPM Music Institute.

“Rent” è un rock musical con musica e testi di Jonathan Larson basata sull’opera “La Bohème” di Giacomo Puccini. Racconta la storia di un gruppo di giovani artisti e musicisti squattrinati che tentano di sopravvivere e creare nel Lower East Side di New York nei giorni fiorenti vissuti all’ombra dell’AIDS nell’atmosfera bohémien dell’Alphabet City.
È una fotografia anni ’90 di una New York afflitta dalla piaga dilagante del virus HIV che coinvolge quattro dei protagonisti. La trama narra la vita di 8 personaggi che si amano, si drogano, e lottano per la sopravvivenza in una metropoli tanto affascinante quanto cinica.

Nella prossima intervista conosciamo da vicino la regista Costanza Filaroni (diplomata STM al corso biennale per registi). Classe 1990, di Firenze, Costanza ha già all’attivo diverse esperienze nel campo del teatro musicale tra cui Assistente alla regia in “American Idiot” (Scuola del Teatro Musicale, regia Marco Iacomelli), Allieva regista in “Pinocchio il Grande Musical” (Compagnia della Rancia, regia di Saverio Marconi), Aiuto regista in “Next to normal” (produzione Scuola del Teatro Musicale, regia di Marco Iacomelli).

Costanza, come ti sei avvicinata al mondo del Musical?

Mi sono laureata in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo e in Musicologia presso l’Università degli studi di Firenze nel 2014 e poi ho iniziato a frequentare la Scuola del Teatro Musicale di Novara. Avevo già un background teorico alle spalle ma non avevo mai fatto pratica di regia, l’avevo solo studiata. Alla STM sono stati due anni molti intensi e utili, e seguire i progetti e le produzioni della scuola è stato fondamentale per la mia formazione.
Ora in una produzione come “Rent” posso metterci tutto quello che ho imparato in questi due anni: non averi mai saputo come indirizzare la mia passione senza la Scuola.

Cosa vi ha spinto a scegliere un titolo sicuramente non facile per l’Italia come “Rent”?

La scelta è caduta su “Rent” dopo un laboratorio/lezione aperta con i ragazzi del secondo e terzo anno della Scuola che si erano molto appassionati alla storia. Ci siamo quindi chiesti perché non fare realmente qualcosa di grande con questo testo e portarlo dunque in scena completo?  Da lì abbiamo iniziato a lavorarci ed è stato un lavoro di studio e analisi durato del tempo per arrivare fino ad oggi che siamo ormai al debutto.

Che cosa ha dato Costanza in questo “Rent”?

Tante idee e tanti cambiamenti vengono da me, siamo partiti dal testo e abbiamo fatto qualcosa di  completamente diverso sia rispetto alla versione di Broadway sia a quella italiana degli anni ’90.  Poi ci sono i miei influssi personali, tante citazioni all’arte contemporanea, c’è molto di me in questo spettacolo.

C’è una scena o una canzone in particolare a cui hai dato di più?

Sicuramente una delle scene che più stupiranno è quella della performance di Maureen, che è decisamente diversa da come è sempre stata fatta, ho optato per una versione alternativa e sicuramente interessante.

A quale personaggio hai dato una lettura diversa?

Abbiamo lavorato molto con i ragazzi sui vari personaggi, abbiamo passato giornate ad analizzare la loro storia e il loro percorso. Sicuramente Mark è quello che risente di più del mio influsso e del mio cambiamento perché è un personaggio a cui ho dato una lettura un po’ diversa.

Cosa vedi nel tuo futuro?

Sicuramente non spettacoli main stream dopo “Next to Normal” e “Rent”, mi piacerebbe fare qualcosa di particolare come questi due titoli che hanno segnato l’inizio della mia carriera.

 

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