L’Hip Hop è religione, perché è l’unica cosa in grado di riunire le persone; Henry Link

di Alessandra Di Matteo
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Cari amici di Hip Hop Circle, ho incontrato per voi lo scorso mese il fantastico Henry Link, della Crew Elite Force, durante lo stage che si è svolto presso Canottieri Olona Milano in collaborazione con DMK.

Come ti sei avvicinato alla cultura Hip Hop? e come lhai vissuta?

Diciamo che nella cultura Hip Hop ci sono nato, e per me non è stata un’esperienza, ma è stata la mia vita, perché sono cresciuto in strada e ho iniziato i primi passi proprio lì.

Quando fai freestyle Hip Hop sembra che si crei un mondo particolare attorno a tea cosa pensi quando balli?

Quando faccio freestyle non penso a nulla, è questo il bello… mi faccio trascinare solo dalla musica e dalle sensazioni che provo in quel momento. L’abilità del ballerino è quella di saper fare un buon freestyle perché è lì che il ballerino tira fuori ciò che sa fare.

Che tipo di allenamento consigli per arrivare a un buon livello?

Sicuramente ci vuole un allenamento assiduo, ma non c’è un livello prestabilito da raggiungere, perché ognuno lo vive in base alle proprie capacità.

Cosa consigli di fare ad un italiano che arriva in America?

Se andate lì in vacanza, allora viaggiate più che potete e divertitevi, ma se andate lì per la danza, non andate solo nelle scuole, molto valide per l’apprendimento delle basi, ma andate in strada, perché è lì che vivrete al meglio questa cultura.

Cosa consigli ai giovani di oggi?

Ai giovani consiglio di amare ciò che fanno, perché solo così potranno ottenere dei grandi risultati.

Cosa ami di più della cultura Hip Hop?

Amo tutto dell’Hip Hop… l’Hip Hop è religione, perché è l’unica cosa in grado di riunire interi gruppi di persone.

Com’è nata lesperienza con gli Elite Force?

Stavo partecipando ad un videoclip di Michael Jackson e durante la coreografia ero semi nascosto dagli altri ballerini. Ad un certo punto Michael Jackson mi indica, e mi dice “cosa ci fai lì dietro? Vieni qui, che il tuo posto è qua davanti!”. Dopo essere tornato a New York, ricevo una chiamata da parte di una ragazza di origine giapponese, che mi aveva notato durante le riprese del videoclip, offrendomi un’opportunità di lavoro, spiegandomi che lì in Giappone avevo molti fans. Io rimasi stupito, e quasi non potevo crederci. Allora risposi che avrei accettato, ma che avrei voluto portare i miei due amici da cui non mi separo mai; la ragazza accettò e mi chiese qual era il nome del gruppo…così io risposi “siamo gli Elite Force”.

Cosa ne pensi della situazione attuale sui valori trasmessi di questa cultura che molto spesso si uniscono alla troppa competizione che si crea in particolare modo nelle battles?

Sì, è vero.. forse c’è troppa competizione. Non fraintendetemi, è giusto che ve ne sia un po', quella “sana” fa bene, ma al giorno d’oggi molte crew si preparano e partecipano ai contest solo per competere e farsi vedere, quando in realtà ci vorrebbero soltanto più party in cui ballare e divertirsi.

Hai in previsione qualche altra tappa italiana nei prossimi mesi?

A Settembre sarò ancora qui a Milano sicuramente.

Progetti per il futuro?

Non faccio mai progetti per il futuro, ma vivo alla giornata, perché credo che trascorrere le giornate a progettare la propria vita sia solo una perdita di tempo. Quindi, chi lo sa!

Traduttrice Stefania Piturro

By Polly Dance 

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