Vince chi sogna di più e io ho un sogno; Froz della Bandits Crew si racconta

di Alessandra Di Matteo
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Cari amici di Hip Hop Circle, a Milano, il 18 aprile scorso, durante il Red Bull BC OneCypher, ho incontrato per voi Roman Froz della crew dei Bandits.

Buona lettura!

Com’è nata la tua passione per il b-boying?

Il tutto nasce nel 2001, quando ho visto il videoclip musicale “Bom Funk MC Freestylers” su MTV; è stato un’ispirazione per me e per altri miei amici b-boy…e da allora non mi sono più fermato.

Perché Froz?

Froz viene dalla parola freeze e l’ho scelto in maniera quasi casuale. Il freeze è un passo base di breaking che già agli inizi mi veniva benissimo, così pensai di darmi come nome “Freeze”; un amico writer mi disse che esisteva già qualcuno con questo nome e che mi conveniva inventarne un altro. Da freeze è nato “Froz", e da quel momento non è più cambiato.

Perché il nome Bandits?

Bandits Crew nasce nel 2001, anno in cui ho iniziato a ballare, fondata da Mad Lucas (Luca Corbetta) a Milano, nello stesso anno in cui abitavo a Conversano, in provincia di Bari; per questo motivo ho iniziato a far parte del gruppo più tardi. Il nome Bandits nasce dall’idea di rappresentarci  come se fossimo dei banditi del breaking, con le facce coperte dalle bandane, in scena a colpi di breaking.

Che tipo di allenamento seguite e quante volte vi allenate insieme?

Facciamo due allenamenti di crew alla settimana, di cui uno prettamente coreografico, nel quale lavoriamo ai nostri spettacoli; in questo periodo stiamo montando un nuovo show con le tute a led luminose. Il resto della settimana, ognuno si allena individualmente.

Com’è il rapporto tra di voi?

Il rapporto tra di noi è più che amichevole. Un rapporto di amicizia profonda che, negli anni,è diventato più simile a una fratellanza; siamo disposti a sacrificarci l’uno per l’altro, e questa èla forza del nostro gruppo che ormai esiste da 15 anni. Siamo davvero legati come fossimo una famiglia.

FUTURE BANDITS? State puntando su qualche giovane leva da inserire nella crew?

Future Bandits è un progetto che nasce per dare la possibilità ai nostri allievi più talentuosi di riuscire ad affinare la tecnica e a perfezionarsi. Un vera e propria crew, quella dei Bandits del futuro, creata affinché i ragazzi continuino con il nostro percorso e diventino un giorno ballerini fortissimi e professionisti. Una crew composta da 8 giovani talenti, che si allenano costantemente. I ragazzi sono molto contenti e spero possano trarre da questo progetto lo stimolo che serve per continuare nel loro percorso.

Qual è stata lesperienza più bella che avete vissuto insieme?

Abbiamo ottenuto molti risultati positivi nel breaking; ancor prima che io entrassi nel gruppo, nel 2002, i Bandits vinsero il BBoy Event, uno degli eventi più importanti dedicati al breaking in quegli anni. I ricordi più belli che ho sono legati alla “Jtb Pro Championship” nel 2005, alla “2006 Freestyle Session Italy”, all’evento “Born to the Floor” a Fano nel 2007, alla “Groove Cup 2007”, evento organizzato dal giornale Groove, un campionato di breaking da cui uscimmo vincitori. Una delle vittorie più emozionanti è stata quella allo "UK BBoy Championship Italy 2009".

Una crew italiana che ammirate?

Ci sono varie crew che riteniamo essere importanti e di rilievo per la scena, come gli Ormus Force, di alto livello, che, un po’ come noi, hanno conservato la loro voglia di rappresentare al meglio l’Italia, viaggiando e tramandando le loro capacità. Difficile per loro, venendo dalla Sardegna, ma posso affermare che sono tra le crew più forti d’Italia. Mi sento di citare anche i De Klan, insieme ai Knef, per il loro rilievo internazionale; si sono qualificati nel 2013 al 5° posto durante il Battle of the year internazionale, risultato che, prima di loro, raggiunsero solo i Break the funk, nel 2004. Da non sottovalutare, i Last Alive, di Lecce, che al momento, pur essendo un gruppo molto giovane, dimostrano grande motivazione, ottenendo buoni risultati.

Cosa vi aspettate da questo Red Bull BC One Cypher di Milano?

Da questo Red Bull BC One di Milano, qualifica per il Cypher italiano che si terrà il 23 maggio a Roma, ci aspettiamo che ognuno di noi dia il meglio e speriamo che riesca a conquistare il primo posto. In gara abbiamo Alex Kid e quasi tutti i Future Bandits.

Molto spesso nelle battles si vede solo una forte competitività, forse esagerata… cosa ne pensi?

Molti dicono che oggi la competizione abbia preso il sopravvento, diventando troppo aggressiva. Io non condivido questo punto di vista, perché alla fine a parlare saranno sempre e comunque i fatti, e non l’aggressività. Voglio sottolineare, tuttavia, che, alla sua nascita, il Breaking era molto più aggressivo di adesso, in un contesto dove i ragazzi erano divisi in gang segregate in maniera razziale; era il Bronx degli anni ‘60-’70, un ghetto dedicato alla popolazione di carnagione scura, afroamericana, latinoamericana, ritenuta inferiori perché nera…Quindi ritengo che, parlando di competitività, ci sia stato un grande progresso, perché il Breaking ha permesso la riappacificazione, sciogliendo le gang di delinquenti, e di iniziare a intraprendere, ovviamente in maniera lenta e graduale, un percorso più artistico, dando una possibilità a quei ragazzi, un’occasione di scegliere di fare il ballerino o il rapper, il dj o il writers. È stato un grande passo in avanti.

L’aggressività va di pari passo con la voglia di vincere e, nella sfida, è sempre la persona che balla a rispondere delle proprie parole e azioni.

Progetti per il futuro?

Il mio progetto più importante sarà il 23 maggio a Roma, il Red Bull BC One Cypher Italy, e l’obiettivo è quello di triplicare il mio risultato, conquistando il terzo Cypher. Sarà un’impresa quasi impossibile, ma mi piace questa sfida, perché lo stimolo dell’impossibile e dell’improbabile mi dà veramente una grande motivazione. Metterò alla prova me stesso e il mio obiettivo non è vincere…certo vorrei, ma non è l’obiettivo principale, che è invece quello di “spaccare tutto”, presentandomi in forma, questa è la cosa più importante, perché a volte a questo livello di competizione dove sono tutti dei titani, vince quello che sogna di più… e io ho un sogno.

by Polly Dance

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