L’Operetta via etere. Restate in ascolto.

di Elena D'Angelo
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URI (Unione Radiofonica Italiana). 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425.

“A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto d’inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari. Il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto “Opera 7”, I e II tempo”.

www.youtube.com/watch?v=ArbnavDdxTk

Nell’ottobre del 1924, l’URI, inizia le proprie trasmissioni musicali, proponendo musica da camera di Haydn e chiudendo i programmi sulle note di Giovinezza. Da allora la radio è stata la maggiore divulgatrice di musica nel nostro paese insieme al grammofono e ai dischi. La novità della trasmissione in radio consisteva nella possibilità di ascoltare direttamente nelle case dei cosiddetti radioamatori lo spettacolo trasmesso dalla stazione trasmittente. I primi brani trasmessi erano adattamenti per piccole formazioni strumentali, sia di brani d’opera, che di musica classica, che di canzonette e naturalmente d’operetta. Attilio Barelli, responsabile del settore musica classica dell’URI, diresse la prima opera completa interamente radiotrasmessa: I Dispettosi Amanti, dello stesso Barelli. Ben presto si cominciò a trasmettere i programmi direttamente dai teatri d’opera e già dai primi tentativi, si notarono buoni risultati nella ricezione, grazie anche ai miglioramenti apportati nel frattempo agli apparecchi radio. Di conseguenza, il numero di spettacoli trasmessi aumentò fino a occupare gran parte del palinsesto generale.

La prima operetta, interamente radiotrasmessa, fu Primarosa di Giuseppe Pietri. Tale operetta, già di grande successo, raggiunse così un numero ancora maggiore di spettatori. È da ricordare inoltre che proprio nel 1926, Primarosa fu la prima operetta i cui brani più celebri furono incisi su disco “col nuovo sistema elettrico di registrazione” sotto la personale direzione dell’autore. Seconda solo all’opera lirica, l’operetta era trasmessa, almeno fino all’avvento della seconda guerra mondiale, circa due volte la settimana. E non solo i titoli già in repertorio, da Il Paese dei Campanelli a La Vedova Allegra a L’Acqua Cheta, ma anche le novità. Stessa cosa accadeva per l’opera le cui stagioni, alternavano La Traviata, Otello, La Bohème con Il Nerone di Mascagni, Il Campiello di Wolf-Ferrari, la Fedra di Pizzetti e Le Preziose Ridicole del Lattuada. L’operetta dal canto suo vantava pregevoli produzioni e trasmissioni di titoli di alto livello, ormai purtroppo dimenticate, da La Duchessa di Hollywood, a Parigi di Notte, da Mille e un Bacio di Mascheroni, fino a I Mulini di Pit Lil, uno degli ultimi lavori di Carlo Lombardo. Tuttora, l’archivio della Rai, dovrebbe possedere le rare copie di questi lavori. Alcuni di essi, contengono buffi adattamenti al testo, specialmente quelli trasmessi nel periodo della guerra, nei quali ogni citazione in lingua francese, tanto amate dai librettisti di operetta, era sostituita dalla traduzione italiana, non sempre azzeccata dal punto di vista poetico e ritmico. A volte si poteva riscontrare un cambio di testo, molto puritano, come ne La Donna Perduta per esempio, dove si passava da “che mai in città una perduta far potrà”, al “che mai in città una ragazza far potrà?”, e si passava grottescamente da “un’occupata senza utilità” al ben più greve “occupata per necessità”.

Elena D’Angelo

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