Brillantina e gonne a ruota…La Greasemania non passerà mai di moda

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Se vi chiedo di pensare a un musical, qual è il primo che vi viene in mente? Il più famoso e popolare fra tutti? Esatto, non può che essere Grease, il musical dei musical, il più coinvolgente, il più entusiasmante, il più appassionante, quello in cui noi tutti ci siamo immedesimati. Chi nel bello e ganzo Danny Zucco e chi nella bionda, ingenua e graziosa Sandy.

Una storia semplice, fra due ragazzi come tanti, un Amore che chiunque può incontrare nelle sue estati fuori città o fra i banchi di scuola. Una favola contemporanea, arricchita da canzoni coinvolgenti e frizzanti, musiche romantiche e commoventi, balletti energici, che ti fanno venire voglia di muoverti.

E portarlo in scena è sempre un successo assicurato. Un successo che arriva sia tra le lontane luci di Broadway che nella nostra Milano; grazie alla partecipazione di una star, ma anche a giovani ragazzi, dotati di passione e talento. E il successo c’ è stato, e ci sarà, per la produzione in scena al Teatro della Luna, con la regia di Saverio Marconi che già lo aveva presentato 18 anni fa, sempre nella città della Madonnina, ma al Teatro Nuovo e con il quale scatenò la vera Greasmania. 

Indimenticabile e straordinaria quella produzione, dove il ruolo dei protagonisti era affidato a Giampiero Ingrassia e a Lorella Cuccarini, due personaggi che riempivano la scena con la loro carismatica presenza. In questa nuova versione, rivista e reinterpretata, i protagonisti sono due giovani ragazzi, Giuseppe Verzicco e Beatrice Baldaccini. Niente da dire sulla loro bravura e il loro talento, impeccabili in scena, ma posso dire che mancava qualcosa…qualcosa al di là del saper cantare, ballare e recitare: quell’energia e quel carisma che dal palco si irradiano e pervadono la platea, coinvolgendo tutto il pubblico in un’esperienza che va oltre la semplice rappresentazione di una storia.

Manca quella magia vitale, scintilla che accende l’arte, senza la quale, anche lo spettacolo più bello mai realizzato, senza imperfezioni, resterebbe nient’altro che un compitino ben fatto, una canzone ben cantata o una coreografia ben eseguita; certo, senza la magia, non passerebbe alla storia, superando i limiti del tempo.

Questo è ciò che ho provato alla fine dello spettacolo; ho avuto la sensazione di aver assistito a una serata piacevole, di essermi divertita ascoltando le famose canzoni di Grease, anche se riadattate e ritradotte, e di aver rivissuto la storia di Danny, Sandy e dei loro amici.

Non è giusto far paragoni, e, di certo, questo spettacolo è stato pensato per chi non ha avuto l’occasione di assistere a versioni precedenti. Per chi 18 anni fa ha avuto la fortuna di vedere Lorella e la sua compagnia, non può che ripensare a quello spettacolo, che uscirebbe vincente da qualsiasi confronto, oltre che per la già citata presenza scenica della soubrette, anche per le scenografie e i balletti.

A volte, si interviene sulla tradizione in nome dell’originalità, ed ecco che il mondo dello spettacolo pullula di rivisitazioni e rielaborazioni; tuttavia spesso si dimentica che è stata quella stessa tradizione a rendere un’opera un successo, consegnandola ai posteri.

Ad ogni modo, la brillantina, le gonne a ruota, i capelli cotonati, i giubbotti di pelle e le tutine nere aderenti non passeranno mai di moda e continueranno a far sognare anche le generazioni a venire…

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