“Quidam” e il Cirque du Soleil; dove i sogni diventano realtà

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Da piccola adoravo andare al circo, aspettavo sempre con entusiasmo il momento dell’anno in cui a scuola ci regalavano i buoni per portare famiglia e fratellini a vedere acrobati, contorsionisti e pagliacci. Annunciavano l’arrivo del tendone in città ed era un evento per l’intero paese. 

Col passare del tempo, si è mantenuta intatta fra i ricordi, la magia che accompagnava quest’avvenimento. Magia ed entusiasmo che ho rivissuto sabato scorso assistendo allo spettacolo “Quidam” del Cirque du Soleil. 

Un palco enorme allestito all’interno del Pala Alpitour di Torino, con impalcature su cui si alternavano tessuti, cerchi e corde, una grande passerella su cui ballerini e acrobati della compagnia si sono esibiti in numeri da togliere il fiato. 

Una storia fiabesca che come sempre caratterizza gli spettacoli del Cirque, con personaggi Felliniani e fantastici, clown, bambini, acrobati, contorsionisti, conigli su monopattini, uomini della pioggia senza testa, palloncini, luci e coriandoli. 

Un mondo in cui lo spettatore s’immerge e rimane coinvolto. Tra acrobati volanti, ballerini che si attorcigliano in figure al limite del possibile, piramidi umane, uomini forzuti che si arrampicano su funi con la sola forza delle braccia, leggiadre ballerine che tra drappi rossi ruotano e volteggiano quasi volando, figure alate e terrestri che incantano e ipnotizzano con forme sempre in divenire. 

Il tutto accompagnato da musiche e canzoni francesi, che si alternano tra romantiche melodie e motivi più vivaci che rimangono nella mente, suonate dal vivo da un’orchestra presente sulla scena. 

Giovani talenti selezionati in tutto il mondo, ognuno con una dote fuori dall’ordinario che, con estremo entusiasmo e forte passione, si esibiscono con matematica perfezione sui vari palchi che accolgono questa prodigiosa Compagnia che da anni incanta il mondo intero. 

 

E finisce la magia tra interminabili applausi. La gente, pian piano, lascia il palazzetto ancora sognante; ed io, uscendo sotto la pioggia, apro l’ombrello, stringo la mia borsetta sotto il trench impermeabile color sabbia di Celine e guardo i visi sereni e divertiti dei bambini intorno a me. E per una sera torno bambina anch’io.

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