Swan Lake: la favola più bella tutta al maschile

di La ragazza dalle scarpette rosse
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A volte entri a teatro, e hai la sicurezza che quello che stai per vedere sarà uno spettacolo straordinario. Uno di quelli che ti porterai dentro per sempre e ogni volta che ci pensi un sospiro arriva spontaneo, come a significare di aver vissuto un’ occasione magica, uno di quei momenti che raramente si presentano nella vita. 

E questo è esattamente quello che ho pensato prima di immergermi nella meravigliosa storia di “Swan Lake di Matthew Bourne”. Uno spettacolo unico, una vera e propria poesia messa in scena, in cui le musiche straordinarie di Tchaikovsky si uniscono al talento di corpi virili che tra le note del compositore danzano e volteggiano sul palco, regalando alla vista e all’anima emozioni memorabili. 

Una rivisitazione moderna del più noto fra i balletti classici, dove il bel Siegfried non si innamora dell’esile ed eterea bellezza di Odette, ma rimane abbagliato da uno scultoreo, aitante ed irraggiungibile Cigno. Una figura fatale e immaginaria che rappresenta la forza, la trasgressione, la sicurezza e la libertà a cui il principe tende e che vorrebbe conquistare, ma che non può date le costrizioni a Corte.  

Coreografie che sconvolgono per la loro meraviglia, interpretate da vigorosi ballerini che con sensualità ed aggressività interpretano più verosimilmente il ruolo dei cigni rispetto alla grazia femminile e trasmettono tutte le emozioni con una intensa efficacia del corpo e dell’espressione. 

Un balletto che per la sua originalità e singolarità fu quasi disprezzato al suo debutto nel ’95 a Londra, qualcuno abbandonò perfino la poltrona, ma la sua forza ruppe anche i pregiudizi ed arrivò ad essere il più rappresentato del West End. Ed è riuscito a superare i confini e ad esser rappresentato in tutto il mondo, arrivando più volte anche in Italia, e dando anche a noi la possibilità di poter assistere a questa straordinaria versione e farci ammaliare dal suo incantesimo. 

E non solo la storia è stravolta rispetto al già meraviglioso Lago dei Cigni. Anche il significato è diverso e più profondo. Non è una semplice ricerca di un Amore voluto e adorato, ma è un’investigazione verso l’accettazione di sé, verso l’interrogazione delle proprie insicurezze e delle proprie sofferenze. 

 

E il teatro esplode tra gli applausi dei presenti lasciando nell’aria quell’ incanto che solo le opere d’arte sanno donare e, come davanti a un’opera d’arte, rimango stregata e assorta in un mondo idilliaco, pieno di cigni, principi e ballerini.

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