Opening Woman: quando la danza racconta la donna

di Giada Feraudo
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è andata in scena al Teatro Astra, il 31 ottobre e l’1 novembre scorsi, la serata-contenitore dal titolo “Opening – Woman”, che ha visto protagonisti assoluti i ragazzi dell’Eko Dance Project, diretto da Pompea Santoro, e due ospiti della MM Contemporary Dance Company.

L’Opening, come sempre anticipato rispetto alla stagione vera a propria, si è rivelato quest’anno particolarmente interessante in quanto tutti i brani presentati avevano un fil rouge comune, essendo incentrati sulla figura della donna. Una donna presentata nei diversi panni che si trova a dover rivestire nel corso della sua esistenza, ben descritti nelle cinque brevi coreografie che si sono susseguite nel corso della serata, ognuna delle quali è stata significativamente introdotta da un breve punto di luce su una diversa immagine femminile.

Le danze si sono aperte con LO-LI-TA, di Paolo Mohovich, sulle note del brano “Moi Lolita” della cantante francese Alyzée; un’introduzione pop, leggera e frizzante, che tratteggia una sensualità fresca e giocosa, non turbata da drammi e da ombre che sono invece propri di “Marie Antoinette” titolo della coreografia successiva, sempre firmata da Paolo Mohovich, in prima rappresentazione assoluta, che mette in scena l’ultima regina di Francia. Presentata dapprima vestita con un abito-installazione, Marie Antoinette si spoglia, a poco a poco, di questo “involucro” per rivelare la donna che è realmente, scossa dalle incertezze e dalle angosce, nuda di fronte agli eventi e impotente contro l’ineluttabilità del destino ormai segnato.

A seguire, un estratto da “Il focolare” di Mats Ek, che descrive una famiglia tradizionale mettendo un particolare accento sulle relazioni che intercorrono fra i quattro membri del nucleo famigliare, la madre, il padre e i due figli, con una focalizzazione sulla figura della donna-madre che, nello stesso tempo, è anche donna-moglie. I toni cupi degli abiti e l’ossessiva ripetizione del tema musicale, dal ritmo regolare e vorticoso, permettono allo spettatore di immergersi realisticamente in una quotidianità fatta talvolta di incomprensioni, di contrasti e di relazioni molteplici non sempre facili.

La quarta coreografia della serata è stata il passo a due “Di nuda persona”, creato da Enrico Morelli e interpretato dai danzatori della MM Contemporary Dance Company, un duo coinvolgente e profondo, che racconta un amore intenso e passionale ma anche violento e disperato.

 

La serata si è chiusa con il lavoro inedito di Fabio Crestale, “La procréation du Printemps”, sulla musica (un estratto) della celebre “Sacre du Printemps” di Stravinskij. Una coreografia forte, in tutti i sensi, come dimostra anche il potente contrasto dei colori dei costumi di scena, rosso e bianco, qui rispettivamente simboli della fertilità e della sterilità vista come esclusione e diversità. La primavera è, per tradizione, una celebrazione della rinascita della Natura in tutta la sua bellezza e in tutta la sua forza: “Queste “mie” donne”, afferma Fabio Crestale, “che entrano in scena e vi agiscono come un gruppo di furiose baccanti, “avvertono” la presenza l’una dell’altra, si cercano, si scambiano energie e una intima, indomita forza. Perché ciascuna di loro, in quanto donna, custodisce e protegge il dono assoluto ed esclusivo che è della donna: la capacità di procreare. La procreazione è un percorso che si fa nella gioia, nel dolore e nella sofferenza, per poi arrivare, con la nascita, alla dolcezza di quei gesti che ci mettono in relazione con un bimbo”.

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