Dirty Dancing: The Classic Story On Stage: i balli proibiti conquistano Milano

di Alessandra Colpo
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“Devi trovarla in te per ballare il mambo, è il tuo cuore che batte: tu-tum… tu-tum…”

Debutto ufficiale per Dirty Dancing – The Classic Story On Stage giovedì 9 ottobre al Teatro Na­zionale di Milano. La magia di uno dei capolavori della storia cinematografica rivive in un musical dal gusto retrò e nostalgico ma al contempo magico. La storia di Baby e Johnny ha fatto sognare ed innamorare intere generazioni e continua a farlo grazie alla sua trasposizione teatrale con emozioni sempre nuove.

Fedele riproduzione del film, dal copione alle coreografie, il musical è un format inglese in scena nei teatri londinesi da un paio d’anni e porta la firma di Eleanor Berg­stein, già autrice del cult originale: coreografie, arrangiamenti musicali, scenografie, costumi tutto è conforme. Per chi avesse la memoria corta siamo nel 1963, la giovane Baby, animata da spirito liberal, in va­canza con la famiglia in un resort di lusso, scopre cosa c’è dietro la scritta «staff only»: le vere di­scriminazioni di classe. Infrange gli interdetti sociali, impara danze scandalose, si innamora del proletario Johnny.  

La sfida di questo spettacolo sta proprio nel competere con qualcosa che ha segnato la memoria collettiva e soprattutto con personaggi di alto livello come lo straordinario Patrick Swayze. Per l’appunto, il duro compito di essere il seducente Johnny è toccato a Gabrio Gentilini, già protago­nista del musical La febbre del sabato sera. Sfida vinta dal bravo Gabrio: l’espressione tenebrosa e quel carattere spavaldo conquistano il pubblico femminile e l’innocente Sara Santostasi – nel ruolo di Baby – ventunenne con molta esperienza televisiva e meno dimestichezza con il palco di un tea­tro. Menzione d’onore alla bellissima Federica Capra, che interpreta magistralmente la sexy, si­nuosa ed elegante ballerina Penny.

Lo show vive però della danza: i balli proibiti richiamano fedelmente la pellicola e sono in grado di tirare fuori da ognuno di noi quella voglia e quella grinta di lanciarsi in mezzo alla pista e trasgre­dire ogni regola. Diversi gli stili che si mischiano sul palco grazie a un eccellente cast di ballerini che prendono il so­pravvento nell’intero show grazie a un susseguirsi frenetico di cha cha cha, valzer, mambo, foxtrot e rock & roll. Meritano apprezzamento le coreografie di Kate Champion curate per l’edizione ita­liana da Gail RichardsonAd eseguire live alcune delle musiche del film, da Hey! Baby a This Magic Moment e (I’ve Had)The Time of My Life ci pensa l’orchestra di 8 elementi che le ripropone in versione inglese con le voci di Marco Stabile e Ilaria De Angelis.

 

Quello che sfortunatamente passa troppo in secondo piano durante il musical è il tema del confronto tra generazioni. Ottimo sottolineare la questione della lotta contro il razzismo (secon­dario nella pellicola), ma si sente la mancanza dei veri anni ’60: addirittura troviamo il personaggio della madre di Baby comprensivo nei confronti di un aborto e premuroso nei problemi di cuore tra Baby e Johnny. Dirty Dancing non è solo balli proibiti ma anche lotta per cambiare le cose, il che si sposa perfettamente con il periodo storico in cui è ambientato, ma sfortunatamente nello show teatrale il tutto passa in secondo piano rispetto alla storia e al contorno.

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