Vittoria Maggio: “C’è un tempo per la pausa nella nostra vita e nel tango”

di Vittoria Maggio
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Finché c’è tango c’è vita ringrazia col cuore tutti i lettori che seguono con passione la nostra rubrica nata il 27 gennaio 2016 e che da allora settimanalmente segna l’appuntamento col tango, che, più di un ballo, è una passione, uno stile di vita.

Siamo partiti da Cumparsita e siamo arrivati a Roberto Bolle: dal 1916/1917, anno di nascita del famoso tango scritto da Gerardo Matos Rodriguez, siamo giunti con ritmo costante al 2018 a Milano, alla serata del 14 giugno nel salotto di Galleria Vittorio Emanuele, con un passo a due sulla musica dei  Gothan Project ballato dal “ballerino dei due mondi” accompagnato dall’étoile scaligera, Nicoletta Manni. Il tango come la vita fluisce nel tempo, la attraversa, cambiando le vesti e adattandosi ai tempi, ma mantenendo sempre l’ascolto profondo e la rotondità dell’abbraccio.

Abbiamo completato un primo infinito, ammesso che l’infinito possa essere completato: non a caso il passo che maggiormente identifica il nostro amato tango é proprio quello che disegna a terra la donna, il famoso ocho, il simbolo dell’infinito. Mi piace pensare che anche l’uomo, in un gioco di scambio di ruoli e desiderio di mettersi nei panni dell’altro, possa provare a dipingerlo e a sentirne la sua continua onda.

Così come quando viaggi ti metti nei panni di chi incontri, nei suoi usi e costumi, noi con la nostra rubrica abbiamo viaggiato per tante settimane, tanti mesi. Un viaggio che mai avrei pensato di riuscire a fare così a lungo insieme a voi: abbiamo cercato di comprendere un po’ di più, attraverso il tango, noi stessi e le nostre e emozioni, il nostro sentire, soffocato dalla frenetica vita quotidiana. Chissà se ci siamo riusciti!

Ora è tempo di pausa.
C’è un tempo per la pausa nella nostra vita e nel tango: la pausa è importante per lasciare andare, ascoltare, fermare la nostra corsa all’interno del tempo. Il grande Carlos Gavito  parlava della capacità di ballare la musica nelle pause: “a volte quando ballo, sento che la musica è così sublime che qualsiasi movimento sarebbe in più, quindi, mi fermo ad ascoltare“.
C’è una grande lezione di vita e di tango nelle parole di Gavito. La pausa non è mai passiva, è come la ginnastica isometrica: sembra che nulla accada e invece i muscoli lavorano nel profondo.
Anche quando siamo in pausa nel nostro tango, stiamo lavorando nel profondo di quella nota musicale, di quel moto d’animo, di quel passo che, se pur fermo, è invece attivo nel suo momento di stasi, pronto a ripartire con maggiore intenzione ed emozione.
Ciò detto, per un tanguero è abbastanza difficile pensare di non ballare almeno un tango durante le prossime vacanze estive! La crisi d’astinenza potrebbe avvicinarsi ed essere fatale!

In questo periodo  gli eventi di ballo “camminano”  lungo tutta la nostra penisola e i festival di tango si moltiplicano nelle varie regioni mete vacanziere: Sicilia, Puglia, Sardegna, Marche, Toscana, quasi ovunque si può trovare occasione di indossare le scarpette da tango messe in valigia. Non si ha che l’imbarazzo della scelta!

A noi il dilemma: mettere o non mettere le scarpette da ballo in valigia?  Se ci stanno, mettiamole, ben sapendo però che per ballare il tango in fin de conti va bene una qualsiasi comoda calzatura: il pivot non verrà certo da manuale, ma la classe e l’eleganza non mancheranno certo!

Buone vacanze a tutti e come sempre Buon Tango: a chi lo balla e a chi resterà in pausa, a chi lo ascolta oppure lo guarda, a chi lo ama e a chi invece male ne parla … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio

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