Torna Lia Courrier con SetteOtto: “la gestione del dolore e degli infortuni”

di Lia Courrier
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La questione relativa alla gestione del dolore o degli infortuni è molto delicata, in particolare quando stiamo parlando di allievi e non di danzatori professionisti. L'esperienza e i traumi che costellano la maggior parte delle esistenze a fianco della danza, infatti, insegnano molto su come affrontare il dolore e i tempi di ripresa.

Quando si è ancora in fase di formazione può essere molto difficile leggere i messaggi che il corpo ci invia, quindi sta a noi insegnanti aiutare i giovani danzatori a comprendere come osservare il dolore e soprattutto a non averne paura, poiché anche il dolore in qualche modo fa parte del processo di apprendimento e la sua osservazione e comprensione possono dirci molto di ciò che sta accadendo all'interno del corpo.

Quando un allievo sta molto male è facile rendersene conto, e non c'è concorso o saggio che tenga: se l'infortunio è grave e vediamo che fa fatica anche a camminare, bisogna esortarlo a fermarsi.

Sconsiglio a tutti gli insegnanti di danza di dare indicazioni farmacologiche, come purtroppo accade, per far passare il dolore. Anche a me, da allieva, è capitato che qualcuno mi consigliasse un fortissimo antidolorifico per poter affrontare una prova d'esame dopo una brutta storta alla caviglia. Quello che dobbiamo sempre ricordare è che non siamo medici, per cui la cosa migliore da fare, quando abbiamo una scuola di danza da gestire, è avere nella rubrica contatti dei bravi professionisti quali: osteopati, fisioterapisti, nutrizionisti, naturopati, in modo da essere in grado di fornire l' aiuto concreto di uno specialista qualificato per ogni necessità che si presenta giorno dopo giorno.

Il nostro sostegno in caso di problemi, e vi sarete accorti che capita molto più spesso di quanto vorremmo, è piuttosto quello di aiutare l'allievo nell'analisi della situazione. Può essere molto utile fare domande, quali: dov'è il dolore? Riesci a camminare? Senti il dolore in superficie o in profondità? Ti sembra un dolore muscolare o articolare? È un dolore che passa dopo un po' che ti muovi o rimane sempre? Da quanto tempo hai questo problema? Riesci a dormire la notte? Ecco, prendersi il tempo per cercare assieme di fare un identikit del problema è un ottimo sostegno emotivo per l'allievo, e sarà molto utile anche quando si troverà al cospetto dello specialista, per dare un resoconto dettagliato e preciso del disturbo.

Ci sono allievi che hanno una soglia della tolleranza al dolore molto bassa, quindi al primo dolorino non vengono a lezione o a chiedono di sedersi. Sono quelli del lamento perenne, che tendono ad appoggiarsi alla sbarra o a sedersi mollemente alla prima occasione possibile, sfiniti come se avessero trascorso gli ultimi mille anni a lavorare in miniera senza mai dormire. In età adolescenziale è facile soffrire di questi improvvisi attacchi di stanchezza, quando si va a scuola la giornata può cominciare terribilmente presto, per cui non c'è che simpatia per loro da parte mia. Però, così come non bisogna forzare chi ha un problema di una certa entità a danzare a tutti costi, allo stesso modo possiamo provare a tirare fuori un po' di mordente da chi non riesce a tollerare neanche un po' di affaticamento muscolare, poiché spesso è sufficiente oltrepassare il proprio limite una sola volta, per capire di essere perfettamente in grado di fare ciò che credevamo impossibile. Con dolcezza, possiamo chiedergli di cominciare la lezione, andandoci piano, per vedere se, alla fine del riscaldamento, è il caso di andare avanti o fermarsi. Stargli vicino chiedendogli spesso come va, per fargli notare che il dolore non è qualcosa che si deve temere, o da cui farsi avvilire, quando se ne riconosce la sua estraneità a eventi traumatici.

Ci sono invece allievi che hanno una forte determinazione, il che li porta ad avere una soglia del dolore molto alta. Su questi bisogna veramente drizzare le antenne e controllare costantemente il loro stato. Le loro risposte verbali non sono attendibili, poiché diranno sempre che va tutto bene, ma l'espressione del volto non mente, così come la loro danza: normalmente instancabili li potremmo vedere claudicare, toccarsi spesso la parte dolorante o fare smorfie di sofferenza mal celate. Ecco, quando siamo sicuri che sta cercando, stupidamente, di tenere duro a tutti i costi, può essere necessario forzarli a fermarsi. Questo non è importante solo per evitare che si facciano ancora più male, ma sarà un importante insegnamento per fargli capire che nella pratica e nello studio della danza, così come nella sua professione, può capitare anche questo: che ci sia assoluto bisogno di riposo, poiché nessuno è indistruttibile o infallibile. È importante comprendere che il corpo è lo strumento, ed è uno, non può essere sostituito, per cui anche se ci sono in vista audizioni, concorsi, spettacoli o qualsiasi altro appuntamento apparentemente imperdibile, nulla può essere più importante della capacità di sapere quando fermarsi, di capire quando il corpo ha bisogno di tempo per ristorare, disinfiammare, ricostituire. Sono proprio questi i casi da inviare da uno specialista, poiché hanno bisogno di qualcuno che gli imponga delle tempistiche di ripresa, che vanno assolutamente rispettate sia a casa che a scuola di danza, nella quale potrà accedere per assistere alle lezioni finché non sarà arrivato finalmente il momento per riaprire le danze! 

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