Tango Vals, un tre quarti molto particolare

di Vittoria Maggio
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Finché c’è tango c’è vita guarda il tempo che cambia: il sole di settimana scorsa ha lasciato la scena alla pioggia di questi giorni e con una “lacrimuccia” che spunta, cambiano anche le nostre abitudini.

Proviamo quindi a cambiare anche il tempo del tango questa settimana e anziché ballare sui suoi quattro quarti, cerchiamo la leggerezza dei tre quarti di un tango vals.

Il tango vals o vals criollo altro non è che il caro vecchio valzer delle corti europee del 1800: diffuso inizialmente in Austria e nel sud della Germania, conquistò ben presto gran parte dell’Europa diventando una danza internazionale. Fluente e orecchiabile, per la prima volta permetteva alla coppia di ballerini di danzare finalmente abbracciati e divenne quindi il ballo in voga nella famosa Belle Epoque.

Come sappiamo, nella seconda metà dell’800 iniziò una consistente immigrazione dall’Europa verso l’Argentina che influì notevolmente sulla sua musica e sul folklore. A seconda delle ondate migratorie nacquero nuovi ritmi: il tango vals fu l’ultimo nato.

Della fusione coi valzer europei, ne mantiene quella leggerezza e quel senso di ariosità che riesce a trasformare le espressioni dei ballerini di tango, seriose e nostalgiche, in sorridenti creature lievi negli atteggiamenti. I ballerini ruotano e volteggiano con armoniosa fluidità su loro stessi in uno spazio che dovrebbe essere meno affollato e quindi più esteso, proprio per ricreare l’immagine di una corte europea di altri tempi.

Il curioso del Vals Criollo è che venendo ballato essenzialmente con i passi del tango, è piuttosto arduo e impegnativi all’inizio proprio per l’abbinamento fra ritmo pari, quaternario, e ritmo dispari, ternario.

Per questa ragione il Vals criollo è chiamato anche Vals cruzado nel senso che vi si incrociano passi pari con musica dispari.

Ci vuole molta fantasia infatti, velocità, buona improvvisazione e ottima musicalità per ballare un Vals, poiché bisogna scegliere quali tempi ballare e quali non prendere in considerazione, riuscendo così a fare quadrare i conti! Quell’un-due-tre costantemente ripetuto nella musica, richiede che la coppia sia perfettamente sincronica, gli errori sono immediatamente percepibili e visibili! Forse è più difficile ballare un buon Vals che un buon tango!

Tanti sono i Vals che I tangueri amano ballare, ma uno in particolare li rende leggeri più di altri nel loro volteggiare: è un brano scritto da Alfredo Ernesto Dalton su musica di Tití Rossi, intitolato “Una lagrimita”, giunto alla notorietà con l’incisione del 1973 di Hector Varela, compositore, direttore d’orchestra nonché bandoneonista.

Il testo del brano parla di una lacrimuccia, timida, minuscola, calda e capricciosa, che affiora sulla guancia di una donna rivelandone la gelosia e quindi l’amore per quell’uomo che pensava di non essere ricambiato.

“Una lagrimita corrió por tu cara
Mojando tu boca…
Una lagrimita, celosa, chiquita
Tibia y caprichosa…

Esa lagrimita fue la más hermosa
Que vieron mis ojos, porque comprendí
Que tus celos son toda mi pasión
Que sos para mí!”

Tanti artisti famosi ballano questo grazioso Vals: oltre alla impeccabile velocità e versatilità dei loro passi, l’abito rosso indossato da Roberta Beccarini in coppia con Pablo Moyano in questo video, forse più di altri ci riporta alle corti europee in cui nacque il padre del tango Vals! Buona visione!

https://www.youtube.com/watch?v=e6pSG5rNURM&sns=em

E come sempre Buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi solo lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà…A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio

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