Scendo dunque sono. Tornare indietro per andare avanti

di Vittoria Maggio
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C’è un momento nel processo di apprendimento del tango in cui se vuoi migliorare ulteriormente devi fermarti e tornare indietro.

Devi ricominciare daccapo, mettere in discussione tutto quello che pensi di avere imparato fino a quel momento e tornare semplicemente a camminare, a studiare nuovamente i famosi primi passi.

Devi scendere dall'”altare” su cui ti sei auto-innalzato, con le tue sicurezze raggiunte che lentamente scomponi e fai a pezzi.

Ti troverai a terra a guardare attorno a te i pezzi di puzzle del tuo tango e ti sentirai nuovamente principiante.

La bella tanguera non solo scenderà metaforicamente dai suoi tacchi alti, ma li abbandonerà momentaneamente per calzare un paio di tecniche sneakers, oppure un paio di scarpe da ballo da uomo: si guarderà allo specchio con quei dieci centimetri di meno di altezza e,  se avrà coraggio e forza di volontà, ricomincerà daccapo.

Decisamente meno slanciata e seducente, certamente meno sicura, la tanguera scesa a terra dovrà trovare una nuova misura di sé con fatica e impegno.

La domanda è: perché ?

Perché per crescere nella vita bisogna spesso fermarsi, guardarsi allo specchio, confrontarsi, fare tabula rasa…trovare un nuovo sé…lo stesso processo evolutivo succede nel tango!

La bella tanguera scesa a terra rivedrà tutti i passi appresi da un nuovo punto di vista e ne comprenderà le dinamiche in maniera nuova e, forse per la prima volta, approfondita e intensa.

Se poi saprà osare di più, proverà anche il punto di vista maschile. Sì, proverà a cambiare ruolo, maneggerà con goffaggine i primi passi base della figura maschile. Starà dall’altra parte, vestirà un ruolo che se non è il suo per forma e cultura, sarà il suo per curiosità e voglia di comprendere di più, ascoltando su di sé l’altra parte della coppia del ballo.

Toccherà con mano quello che prima forse immaginava con superficiale teoria e che in molti ballerini danno invece per sapere acquisito.

Anche il bel tanguero ha naturalmente questa opportunità e anche lui potrà seguire un percorso evolutivo e provare il ruolo femminile, abbandonandosi a un abbraccio che per una volta lo condurrà a occhi chiusi nel flusso della ronda.

Mentalmente sarà molto impegnativo, per entrambi: il corpo dovrà abituarsi a questo doppio ruolo e ai nuovi punti di vista, ma con fiducia e un bravo Maestro sarà di grande arricchimento personale e naturalmente tecnico.

Il percorso è lungo, ma i piccoli e lenti miglioramenti saranno di grande soddisfazione, aumenteranno la capacità di ascolto dell’altro e di se stessi e miglioreranno il proprio ballo.

Lentamente “si torneranno a vedere le stelle” dopo la faticosa discesa e una volta tornati in superficie, la bella tanguera indosserà nuovamente i tacchi alti con maggior disinvoltura e bravura e il bel tanguero proverà a scambiare con lei la marca trovando così un nuovo dialogo di coppia che chissà, forse gli sarà utile anche fuori dalla sala da ballo!

E come sempre Buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi solo lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e  a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio

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