“Romeo e Giulietta” a metà strada tra il classico e il contemporaneo

di Massimiliano Craus
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William Shakespeare è stato il protagonista assoluto di questa lunga stagione di balletto in Italia e nel mondo, soprattutto per celebrarne i quattrocento anni dalla sua morte con il titolo più rappresentato nella storia della danza quale il “Romeo e Giulietta”, poi musicato successivamente da Sergeij Prokofiev. Un connubio che ha dato i natali ad un titolo amato dal grande pubblico e manipolato nel testo e nelle coreografie a più riprese fino all’ultimo omaggio scaligero del prossimo 31 dicembre con la rappresentazione del “Romeo e Giulietta” di Kenneth MacMillan, con la splendida cinquantatreenne Alessandra Ferri in coppia con Herman Cornejo. Ma prima avremo un ulteriore contributo coreografico al titolo shakespeariano per mano di Fabrizio Esposito, ex danzatore del Teatro di San Carlo di Napoli ed oggi direttore artistico della compagnia @-Motion, già attiva con titoli significativi del repertorio classico e contemporaneo. E proprio in questa commistione dei due stili sta la forza della compagnia e dell’idea di Fabrizio Esposito, artista a tutto tondo che ama fare incursioni trasversali tra titoli, libretti e compositori per le sue creazioni di cui ricordiamo “Alma Mediterranea” con l’Orchestra di Vito Mercurio e Famiglia d’arte, “Etni_ka” con la partecipazione di José Perez, la verdiana “Vita dei campi” con la regia di Gaetano Stella e “Karmaen”, su libretto di Maria Rosaria Carifano, ispirato alle vicende di brigantesse irpine connesse a distanza con il celebre libretto di “Carmen”. A questo proposito chiediamo a Fabrizio Esposito quanto costi essere al centro di una miscellanea così eterogenea di contenuti.

Ormai siamo da più di dieci anni in giro con questo ensemble e mi sto godendo la vena creativa andata un po’ in letargo durante la carriera di danzatore. Sentivo sempre forti le pulsioni della coreografia ma gli impegni della scena erano prevalenti. Da quando ho potuto dedicarmi con più energia e tempo all’istinto creativo mi sto davvero divertendo con la fortuna di conseguire anche buonissimi risultati. E da “Alma Mediterranea” all’ultimo gioiello di casa “Karmaen” ho potuto giocare con i libretti e le musiche, saltando da uno spartito all’altro per trovare le migliori commistioni possibili. Da qui sono sorte le collaborazioni con l’Orchestra di Vito Mercurio, José Perez, Gaetano Stella e con la mia collaboratrice Maria Rosaria Carifano per la bellissima idea di “Karmaen”, una storia centrata sul brigantaggio dell’Alta Irpinia associato alla novella di Prosper Merimée, successivamente ripresa con straordinaria fortuna nell’opera, nel balletto e nel cinema.  

Incursioni soprattutto nella danza contemporanea, con una compagnia che sorge a Montoro, un lembo di terra al confine tra le province di Salerno ed Avellino che si sta riscoprendo da qualche anno un territorio fertilissimo di iniziative coreutiche di richiamo nazionale ed internazionale. Da lì la necessità di ottimizzare le risorse già a disposizione di Fabrizio Esposito con l’ampliamento a dismisura delle sedi di “Academy Dance” ma soprattutto delle progettualità a medio e lungo termine nell’ambito della formazione, nuovo interesse rispolverato dal poliedrico coreografo napoletano.

Eh sì, in questi ultimi tempi ho aperto un bivio nel solco della mia carriera, indirizzandomi alla coreografia ed alla formazione con il gusto di inventarmi un’altra commistione. Ho immaginato l’opportunità di insistere con la mia vena creativa ma stavolta appannaggio delle giovanissime leve che arricchiscono ogni giorno la mia vita professionale. Qui a Montoro è sorto un fenomeno generazionale molto interessante, concepito e sviluppato sulla volontà di mettersi in mostra attraverso una formazione costante con maestri ospiti e primi ballerini capaci decretarne il salto di qualità sin sulla scena. In quest’ottica sono stati rappresentati già “Lo Schiaccianoci” nel 2015 ed i “Carmina Burana” nell’ambito del progetto “Formazione @-Motion” del 2016 in cui i tantissimi allievi selezionati hanno condiviso la duplice esperienza del palco e della sala con spettacoli alla Fondazione Teatro Città di Mercato San Severino ed all’Arena del Mare di Salerno. Fino al prossimo “Romeo e Giulietta”, nuovamente al Teatro comunale di Mercato San Severino con la Giulietta di Claudia D’Antonio ed il Romeo di Stani Capissi, due bravissimi interpreti del Teatro di San Carlo di Napoli con già sulle spalle una serie di ruoli da primi ballerini e, soprattutto, protagonisti della prossima “Cenerentola” di Giuseppe Picone in scena proprio al Massimo napoletano nella primavera 2017.  

Titoli di repertorio classico che inevitabilmente si aggiungono a quelli di stampo contemporaneo assemblandosi appannaggio di un ventaglio sempre più ampio della compagnia @-Motion, giunta a settanta elementi per il “Romeo e Giulietta” ormai prontissimo al debutto del 15 dicembre all’Auditorium di Ravello e nella successiva replica alla Fondazione Teatro Città di Mercato San Severino del 16 dicembre. Ma che “Romeo e Giulietta” sarà? Le parole del sornione Fabrizio Esposito si confondono con il profumo di caffè della sua bellissima sede di Montoro, quartier generale della formazione in itinere prossima al debutto sull’inchiostro di William Shakespeare e lo spartito di Sergeij Prokofiev, con l’immancabile aggiunta di brani inediti del repertorio musicale più variegato tanto caro al coreografo.

Questi due atti del mio “Romeo e Giulietta” vogliono essere più scorrevoli di quanto il pubblico possa immaginare. L’idea di far convivere i due stili di danza attraverso una sana distribuzione scenica, ha contribuito a voler dare a tutto il balletto, soprattutto nelle parti festose e goliardiche, un alone di pessimismo e di negatività quasi imprescindibili. Quindi una costante nuvola nera, soprattutto nelle scene dove non si avverte il destino tragico della storia, che aleggia come una sorta di karma assolutamente definitivo. Abbiamo immaginato un titolo capace di mescolare sapientemente danze di gruppo pregne di azione contemporanea a braccetto con il pas de deux del balcone di Leonid Lawroskij inscenato dagli ospiti Claudia D’Antonio e Stani Capissi, le guest di questa nostra produzione preparata a tavolino con il Mibact, il Liceo Coreutico “Alfano I” di Salerno, l’Associazione “Promodanza” di Salerno, oltre naturalmente alla scuola di formazione tersicorea “Academy Dance” e la stessa Fondazione Teatro Città di Mercato San Severino. Non potrò mai ringraziare a sufficienza Massimiliano Scardacchi per il suo contributo alle coreografie classiche dei gruppi del titolo, così come l’attore di questa produzione Giuseppe Pavarese, i miei primi ballerini Margherita Capuano ed Andrea Capoluongo e tutto il corpo di ballo, nonché i miei assistenti Fioravante Botta, Alessandra Vottariello e Luisa Clemente coordinati dal mio braccio destro Luigi Pagano, ormai vero e proprio supervisore di tutte le due ore di questa coreografia e certamente delle prossime!

Non ci resta che sfogliare ancora una volta le pagine di William Shakespeare e scoprire il letto umano di Giulietta, un letto composto dal corpo di ballo dei giovani danzatori del progetto “Formazione @-Motion” in pieno fermento ad accoglierne il corpo come nessuno spettatore oserebbe neanche immaginare. Un’accoglienza gotica dell’animo altrettanto in fermento di Fabrizio Esposito.

Crediti fotografici: Federica Capo

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