“Omnia corpora” di Roberto Zappalà: “Per un coreografo, il corpo è tutto”

di Massimiliano Craus
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Nel panorama editoriale italiano della danza scorgiamo tra le nuove produzioni un innovativo approfondimento di Roberto Zappalà, coreografo e direttore artistico catanese della compagine Zappalà Danza. Il retroterra artistico e culturale dell’autore è così sfacciatamente contemporaneo da tradurne in parole un registro inedito, con una serie di obiettivi e finalità ricercate dopo una lunga parentesi di lavoro individuale e di gruppo. La capacità di Roberto Zappalà è stata dunque quella di proporre un canovaccio innovativo e mai slegato dalle esperienze della scena, peraltro numerose e degne di note critica e di pubblico.

Roberto Zappalà negli ultimi anni ha scalato velocemente le gerarchie nazionali della danza, riscoprendosi coreografo di matrice europea con un substrato siciliano di cui orgogliosamente ne porta il vessillo in ogni occasione. Del resto non gli sarebbero piovute addosso sovvenzioni e titoli, fino all’attribuzione del Centro Nazionale di Produzione della danza al pari del reggiano Aterballetto e del fiorentino Virgilio Sieni. Senz’altro la natura meridionale del suo concept e delle tante rappresentazioni portate con successo in giro per l’Italia e per il mondo lo hanno investito di un ruolo e di un simbolo ormai credibile e consolidato. Però man mano Roberto Zappalà ha a sua volta investito nell’internazionalizzazione del proprio linguaggio e del proprio registro con risultati davvero incredibili.

E non da meno il lavoro editoriale ha suscitato interessi su larga scala. Del resto la mano è la stessa, con un ampio ventaglio di proposte lavorate sul lungo percorso con i suoi baldi giovani dell’ensemble. Lui stesso ha più volte dichiarato di lavorare ogni giorno con un gruppo di professionisti capaci di infondergli tutte le intuizioni e le giuste opportunità per creare. Sia sulla scena che sulla pagina. E questa doppia faccia della stessa medaglia è il valore aggiunto dell’artista sui generis Roberto Zappalà, uomo ed autore che viaggia alla velocità della luce verso l’emancipazione artistica e culturale sua ed altrui.

Ed ecco la stesura di “Omnia corpora”, edizioni Malcor D’, con la prefazione a cura di Nello Calabrò e l’Introduzione ai capitoli di Enrico Pitozzi, Stefano Tomassini e Michele Trimarchi. In sintesi lo stesso Roberto Zappalà si è voluto esprimere per rendicontare questa incursione editoriale: per un coreografo, il corpo è tutto. Solo attraverso il corpo, quella “cosa” che tutti abbiamo in comune, un corpo che agisce e reagisce, che sfrutta e che è abusato, l’esperienza diventa condivisibile e universale.

“Omnia Corpora” ha dunque l’obiettivo di declinare in ambito concettuale l’universo coreografico personale di Roberto Zappalà che ha, come ha dichiarato a più riprese, al suo centro il corpo ed i corpi. La riflessione coreografica e concettuale si spinge verso l’indagine del ruolo centrale del corpo coniugato nelle categorie dell’istinto, della devozione e dell’etica da cui si sono sganciati i tre testi che compongono il volume. Sono proprio le tre argomentazioni del corpo devoto, corpo etico e del corpo istintivo a raccogliere le note e le analisi riguardanti il processo costruttivo del lavoro creativo del coreografo. I testi non a caso nascono dall’esigenza di dare unità concettuale, figlie delle riflessioni fatte da Roberto Zappalà stesso con i danzatori della Compagnia durante la creazione dei suoi spettacoli, tra i quali “A. semu tutti devoti tutti?” e “La Nona” (entrambi premi Danza&Danza quali migliori spettacoli italiani dell’anno).

E dalla penna al palcoscenico Roberto Zappalà non ci ha messo niente a ricondurre la danza a Catania con due spettacoli diversi che mettono in scena diversi modi di usare il corpo. Con l’anteprima “Free Fall” e con “Kick the bucket”, coreografie rispettivamente di Milan Tomášik e Iván Pérez Avilés, riprende lo short time per il cartellone “Dare Scenario Danza 16/17” di domani e domenica. Ad ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le tante chiacchiere intorno all’ottimo lavoro di Roberto Zappalà trovano riscontro tra le righe di un 2017 già promettente.

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