In solitudine danzare al mare sfuggente e alla luna… La Tarantella

di Vittoria Maggio
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“Sugli scogli io ballo una tarantella,

che posso far io se non in solitudine danzare,

danzare al mare sfuggente e alla luna,

con la luna sul petto, sul corpo l’aria e la spuma sui piedi?”

D.H. Lawrence, Poesie d’amore

Cari Navigatori della danza,

questi versi poetici del famoso scrittore inglese che molto amava l’Italia ci introducono all’ultimo appuntamento con le danze popolari del Mar Mediterraneo! Ed è la danza tradizionale italiana più conosciuta al mondo che ci fa compagnia quest’ultima settimana: la Tarantella. Il suo carattere sensuale non sfuggì a D.H.  Lawrence che era scrutatore attento delle sensazioni e delle passioni del corpo e che soggiornò più volte a Capri e a Ravello e alla Tarantella dedicò questa poesia.

A partire dalla metà del Settecento infatti, era molto diffusa in tutta Europa la moda del viaggio in Italia che affascinava intellettuali, nobili e ricchi stranieri. Napoli era una meta obbligata dell’itinerario e l’interesse che questa città suscitava era determinato non solo dal fascino naturale dei luoghi, ma anche dal costume e dalle tradizioni del popolo partenopeo. E certamente anche dal buon cibo!

Chi di voi non ha mai ballato la Tarantella e soprattutto chi di voi non si ricorda quei tipici saltelli punta-tacco, le giravolte sui talloni, il battere le mani, il prendersi con allegria sotto braccio e far ruotare la gonna…Chi di voi non prenderebbe in mano un tamburello anche ora per accompagnarne il ritmo con allegria?

Le danze del Centro Sud d’Italia di fatto hanno proprio la tarantella come minimo comune denominatore, anche se con alcune differenze che la rendono peculiare di una determinata regione. Abbiamo così diversi tipi di tarantelle: la calabrese, la pugliese (ricordate quando abbiamo parlato della Pizzica chiamata anche Taranta?), la lucana, molisana, siciliana, abruzzese, quella ballata nel Gargano…ma la più famosa é la Tarantella Napoletana, diventata molto popolare durante il Regno delle Due Sicilie nel XIX secolo tanto é che il suo nome ha sostituito quelli di balli preesistenti di varie zone dell’Italia meridionale.

Molti compositori si sono ispirati ai motivi e ai ritmi delle tradizioni meridionali, componendo tarantelle colte. La trasposizione colta più famosa è sicuramente quella di Rossini, intitolata La danza, che viene insegnata in tutte le scuole di danza alle bimbe di 10/11 anni che la amano tantissimo per il ritmo, il divertimento, i colori dei costumi e per il magico suono del tamburello!

E come abbiamo imparato parlando della Pizzica nel nostro primo “viaggio” in Puglia, il nome Tarantella viene dall’ormai tristemente famoso ragno velenoso, o tarantola, diffuso nel Europa Meridionale, Lycosa Tarentula, per combattere gli effetti nocivi del quale si saltava forsennatamente per giorni e notti, sudando tantissimo e facendo così fuoriuscire il veleno inoculato! Era questa di fatto una forma di danza terapeutica perché come ben sappiamo oggi supportati dalla scienza, la danza é un’ottima terapia naturale benefica per corpo e mente!!!

E quindi, cari lettori, se ancora non sapete in quale dolce mare andare in questo caldo agosto a navigare…pensate al nostro rigoglioso Centro Sud d’Italia e certo la danza non vi mancherà!

Vi auguro Buone Vacanze! Ballate e divertitevi tanto!

Un abbraccio e a presto.

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