Fanny Elssler, una ballerina protagonista dell’operetta

di Elena D'Angelo
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Carissimi amici, voglio rendervi partecipi di una curiosità riguardante la danza e l’operetta.

Nel 1834 Johann Strauss compose le musiche per un’operetta successivamente confezionata da B. Grun e O. Stella; il lavoro era interamente dedicato a Fanny Elssler, una famosa ballerina austriaca, realmente vissuta nell’epoca romantica, che infiammò gli animi degli appassionati del tempo.

Fanny Elssler, nata a Gumpendorf il 23 giugno 1810, fu una vera diva dell’800, capace di affascinare i contemporanei, sia per il suo temperamento focoso e sensuale, sia per le sue capacità tecniche ed espressive. 

Ciò che incrementò l’interesse e la curiosità del pubblico nei confronti della danzatrice fu il carattere avventuroso e romanzesco della sua vita. Si pensi che, a soli 17 anni, durante una tournée a Napoli, rubò il cuore al principe ereditario Leopoldo, da cui ebbe in seguito un figlio. Si diceva che i suoi ammiratori bevessero champagne dalle sue scarpette. Nella sua carriera, raccolse un successo dopo l’altro in tutti i più grandi teatri del mondo e morì milionaria a Vienna, nel 1884.

Spesso le star del balletto si servivano del loro fascino e della loro bellezza per accedere ai salotti delle corti d’Europa, venendo a conoscenza delle più intricate situazioni politiche, mentre i loro fan le ricoprivano di ammirazione, a tal punto da “staccare i cavalli delle loro carrozze per avere l’onore di trascinarle in trionfo”.  

Perciò non stupisce affatto la scelta della nostra Fanny Elssler per il ruolo di protagonista della singolare e alquanto interessante operetta di cui si diceva in apertura, e che aveva come titolo proprio il suo nome.

La trama era basata sul solito intrigo amoroso, mescolato con la ragion di stato: Fanny cerca di ottenere il ruolo di prima ballerina, avendo l’appoggio del consigliere di corte. Intorno alla diva ruotano il barone, la cameriera intrigante, la maestra di ballo, e il padre ambizioso. La vicenda si snoda tra equivoci e colpi di scena, fino ad arrivare all’atteso lieto fine, quando la protagonista si ricongiunge con l’amato barone Fournier.

L’operetta è un autentico piccolo capolavoro. La musica, poco nota, ma non di minor valore rispetto ai grandi e i famosi valzer di Strauss, si sposa bene con le avventure della leggendaria danzatrice. Ricordiamo un elegante allestimento del 1994, portato in scena al Festival dell’Operetta di Trieste, con la regia di Gino Landi e l’interpretazione di Tiziana Caminiti, nel ruolo della protagonista.

Nonostante l’entusiasmo iniziale, l’operetta non si guadagnò un posto nel repertorio; non bisogna infatti dimenticare che, oltre a dimostrare eccelse doti nel canto, la protagonista deve essere una danzatrice dotata di grande tecnica. Un connubio tra canto e danza che, il più delle volte, si rivela difficile da trovare. Resta tuttavia brano molto apprezzato e ancora inserito nei gala più raffinati “vuol qualche volta il cor tenerezza e un po’ d’amor”: e, alle volte, bastano davvero.  

Elena D’Angelo

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