Premio MAB 2014: notte di stelle a Milano.

di Francesco Borelli
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Lo scorso 9 giugno il cielo di Milano si è riempito di stelle. Stelle che danzano, però, e piene di luce. Il Premio MAB, dedicato alla memoria di Maria Antonietta Berlusconi e della figlia Stefania, prematuramente scomparsa, ha regalato al Teatro Manzoni della città meneghina una notte di bella danza. Una testimonianza concreta dell’opera della signora Etta nella promozione e nella diffusione della cultura e dell’arte coreutica. La serata, presentata per il quinto anno consecutivo da una spigliata Rossella Brescia, ha visto esibirsi 70 finalisti, suddivisi in quattro gruppi: Primavera, Juniores, Seniores e Composizioni coreografiche. I talentuosi danzatori sono stati giudicati da una giuria internazionale di altissimo livello artistico, guidata da Roberto Fascilla (premio alla carriera 2014) e presieduta da Silvio Andrea Beretta e da Gisella Zilembo, coordinator manager del Premio.

Tante e luminose le star del balletto invitate a far parte della commissione giudicante, che si sono susseguite sul palco per consegnare i numerosi premi: da Anna Maria Prina (altro premio alla carriera 2014) a Bruno Vescovo, indimenticato Mercuzio del teatro scaligero, da Luciana Savignano, sempre impeccabile e di gran classe, a Oriella Dorella, da Liliana Cosi al Maestro Luciano Cannito, da Laura Comi, direttrice della Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma a Renato Zanella, direttore del Corpo di Ballo della Fondazione Arena di Verona. Grande l’impegno dell’organizzazione, la quale, al fine di realizzare i sogni dei partecipanti e tradurli in concrete opportunità di lavoro, ha assegnato premi e borse di studio per un  totale di 60 mila euro. Ciò che, di una così incantevole serata, colpisce e s’imprime nella memoria è l’alto livello dei ragazzi. E non parlo soltanto del grado tecnico-accademico dimostrato, ma anche e soprattutto della sicurezza e della padronanza del palcoscenico di cui essi hanno dato prova, capace di far impallidire i più paludati primi ballerini. Una testimonianza importante, che attesta come anche le scuole private possano, in alcune felici occasioni, competere con le più blasonate accademie. Una notte di speranza, di sogni destinati a diventare realtà in un’Italia dilaniata dalle complicanze e dalla mancanza di prospettive. Uno stimolo a non arrendersi e a fare sempre di più e meglio. In fondo, che cos’è la danza se non un mondo dove tutto è più bello?

 

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