Catapult: ombre danzanti e giochi di luce in “Magic Shadows”

di Beatrice Micalizzi
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Lo scorso sabato, 3 gennaio, il Manzoni di Milano si è trasformato in antico teatro cinese di arte delle ombre, e ha ospitato i Catapult con il loro Magic Shadows.

La compagnia, nata nel 2008 per mano di Adam Battelstein, dopo l’enorme successo ottenuto con la partecipazione ad America’s Got Talent, è al suo primo tour in Italia, un viaggio nella nostra penisola iniziato a Torino il 27 dicembre, che si concluderà a Rimini il 15 gennaio.

La magia ha inizio con le luci in sala che si abbassano, mentre è il palcoscenico ad illuminarsi, chiuso da un telo pronto ad accogliere le ombre dei danzatori. Le note subito riconoscibili di Vivaldi con Le Quattro Stagioni accompagnano l’apertura dello spettacolo; dalla primavera all’estate, ai primi freddi autunnali e al gelido inverno, i Catapult trasformano i loro corpi, ricreando gli elementi caratteristici di ogni stagione. La natura risvegliata dal sole si popola di fiori e divertenti ranocchie, mentre fa capolino una comitiva di bagnanti al sole dell’estate, e giunge, tra le onde del mare, un temibile squalo. La musica cambia e le foglie cadono dagli alberi, vere foglie mosse dalle figure danzanti; infine un pupazzo di neve, pattinatori, pinguini e orsi polari concludono la scena nell’inverno.

Lo spettacolo continua senza sosta, in un susseguirsi di storie raccontate attraverso ombre e proiezioni, con l’ausilio di effetti di luce e in perfetta armonia con le scelte musicali. Storie coinvolgenti che, ad ogni cambio di scena, conducono chi assiste in un viaggio diverso e nuovo; tanti racconti, tutti riusciti ed eseguiti al meglio, per uno spettacolo estremamente ricco e variegato, con cambi di ambientazione repentini, in alcuni momenti eccessivi, quasi radicali e che lasciano un senso di spaesamento nel pubblico, come se lo spettatore venisse sbalzato da un mondo all’altro, da una storia a quella successiva senza soluzione di continuità.

Dal romanticismo di due innamorati, il matrimonio e la gioia di una famiglia, si passa alla doppia vita di una moglie/agente segreto, una vicenda di azione e spionaggio, con inseguimenti e lotte corpo a corpo. E ancora, dal viaggio nel mondo dei sogni che diventano spaventosi incubi di un bambino, con atmosfere cupe e surreali, a quello in giro per il mondo di una bambina e del suo tenero orsacchiotto; insieme visitano le piramidi, danzano in un vorticoso can-can parigino e giocano con la divinità indiana. 

In conclusione, una carrellata degli elementi più spettacolari, nati da intuizioni del tutto geniali, visti durante lo show, e che coinvolgono spesso tutti gli elementi del cast: campeggiano in controluce la farfalla, tornano gli orsi polari, il grande elefante e l’elicottero dell’agente segreto con tanto di pale in movimento.

 

Uno spettacolo dal titolo azzeccato perché veramente magico, unico, che riporta a nuova luce una tradizione antichissima, un incanto per gli amanti del genere.

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