Luciano Cannito ci racconta il concorso “Oscar della danza Cinecittà World”

di Francesco Borelli
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Maestro, è recente la notizia dell’incarico, da lei assunto, di Direttore artistico del concorso “OSCAR DELLA DANZA CINECITTA’ WORLD” in scena il prossimo 29 ottobre, evento che si prospetta unico nel suo genere. Perché?

L’oscar della danza premia, innanzi tutto, le tre compagnie italiane che, sulla base di dati oggettivi forniti dalla SIAE, hanno venduto il maggior numero di biglietti. Un riconoscimento, quindi, alla capacità delle compagnie di coinvolgere il pubblico attraverso le proprie produzioni di balletto (sono esclusi gli Enti lirici, i Gala e gli eventi con scopo benefico).  Il nostro concorso premia, poi, il talento, a prescindere dallo stile di danza attraverso cui i concorrenti decideranno di esprimersi. Saranno offerti contratti di lavoro, premi in denaro e borse di studio internazionali a tutti coloro che, singoli o gruppi, sapranno conquistare la giuria con la qualità della loro danza, della propria tecnica e con la loro energia.

Chi saranno gli artisti che andranno a comporre la rosa dei giurati?

Abbiamo invitato nove personalità del mondo della cultura e dello spettacolo italiano impegnate su fronti differenti e quindi capaci di avere un occhio totale sui danzatori che si esibiranno: Lucio Presta, celebre manager e produttore televisivo, Massimo Romeo Piparo, regista e Direttore del Teatro Sistina, l’étoile Raffaele Paganini, la coreografa e giudice di “Amici” Veronica Peparini, i giornalisti Leonetta Bentivoglio de “La Repubblica” e Alessandro Ferrucci de “Il Fatto Quotidiano”, Rinus Sprong, Direttore della compagnia olandese DDDDD e infine Ilenia Rossi, coreografa e ballerina hip hop e Simone Di Pasquale del programma TV “Ballando con le stelle”.

“La danza è solo una libertà totale, gioia ed emozione”. Partendo da tale presupposto, a quale tipologia di partecipante è rivolto l’Oscar della danza?

Tutti indistintamente possono partecipare al nostro concorso. La danza è fonte di emozioni per chiunque la pratichi e a prescindere dallo stile attraverso cui si esprime. Un danzatore classico mette nelle sue esecuzioni, la stessa energia e intensità che traspare da un’esibizione di hip hop.

L’Osca della danza offre ai partecipanti, oltre a una grande visibilità, anche concrete opportunità di lavoro. Forse un modo per far fronte alla difficoltà dei danzatori italiani di trovare lavoro nel nostro paese?

Come ben sai, ho intrapreso, già da molto tempo una battaglia a livello nazionale che regali alla danza una dignità pari alle altre arti dello spettacolo italiano. Purtroppo non c’è ancora, da parte della classe politica, un’attenzione tale da consentire ai nostri giovani danzatori di godere delle stesse opportunità di studio e lavoro che hanno i ragazzi negli altri paesi civili del mondo. Gioco forza i nostri migliori ballerini emigrano spesso formandosi e trovando “fortuna e gloria” all’estero. Da parte mia, che con le mani in mano non riesco a stare, tento di offrire delle opportunità, grandi o piccole che siano, utilizzando i miei contatti e regalando ai giovani delle opportunità concrete.

Quali sono gli obiettivi del concorso?

Oltre alle cose già sottolineate “L’oscar della danza” vuole essere, per i partecipanti, un momento di confronto con danzatori che provengono da altre realtà, senza barriere di sorta ma in virtù di una danza che unisce e, sopra di tutto, trionfa.

Maestro, tra i suoi mille impegni, continua la battaglia intrapresa ormai da qualche tempo per salvaguardare la danza italiana. Quanta strada ancora dobbiamo percorrere?

La strada da percorrere è ancora lunghissima ma ho imparato, nel tempo, che è preferibile continuare a combattere, seppure tra mille difficoltà, piuttosto che rinunciare. La pausa estiva e il momento politico che stiamo vivendo hanno rallentato l’operatività relativa alla petizione per la salvaguardia dei corpi di ballo italiani. Ma ho già ripreso i contatti necessari e presto la questione sarà nuovamente posta all’attenzione della nostra classe politica. Approfitto poi delle vostre pagine per rivolgere un appello a tutti gli operatori del settore e porre la loro attenzione a un’altra importante battaglia che urge affrontare in Italia; Mi riferisco alla vergognosa disparità esistente tra gli istituti di alta formazione musicale, cioè i cinquanta conservatori italiani, e l’unica Accademia di danza presente a Roma. Trattasi di una discriminazione culturale che rasenta l’incostituzionalità.

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