Laura Comi: una musa tra il passato e il futuro dell’Opera di Roma

di Massimiliano Craus
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In Italia ne sono rimaste tre, tutte più o meno aggrappate alle sorti dei rispettivi Enti lirici e dei loro bilanci in costante pellegrinaggio verso il pareggio. Scriviamo delle tre scuole di danza o di ballo italiane, a seconda delle diciture scelte nei secoli dalle soprintendenze, figlie legittime dei teatri d’opera tra i più importanti in Italia e nel mondo. Dovremmo star qui a scrivere di tre eccellenze del comparto della formazione coreutica, quanto meno per la loro appartenenza a complessi riconosciuti in ogni dove per programmazioni, artisti e direzioni di sicuro spessore. Ed invece dobbiamo raccontare di una realtà tersicorea, quella italiana sui generis, che fa a pugni con i soldoni e con le paure di ridimensionamento. Senza dimenticare la perdurante crisi istituzionale in cui versa l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, organo che dovrebbe sovrintendere alle faccende coreutiche italiane e che invece, almeno da un bel po’ di tempo a questa parte, pare inficiare ancor più sul già delicato sistema della formazione di danza di questo stivale così bistrattato. Scrivere delle Scuole di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli e del Teatro Alla Scala di Milano sorellastre della più giovane Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma parrebbe sconveniente e non veritiero, soprattutto perché nei termini la notevole differenza d’età è stata più che sguarnita dai meriti e dai risultati raggiunti nella Capitale, con un gap ridotto ai minimi termini, se non addirittura annullato del tutto. E non ce ne vogliano i piani alti delle sorellastre Scuole di Ballo perché la più giovane delle tre non è affatto la Cenerentola di questa storia a lieto fine. Ed i meriti di questo bel finale la direttrice della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma Laura Comi li scansa con la consueta determinazione, girandoli volentieri ai suoi ragazzi e, soprattutto, al suo corpo docenti che cresce ogni anno in termini numerici e di spessore artistico.

La direttrice romana è un punto fermo del Teatro Costanzi e questo a Piazza Beniamino Giglio lo sanno davvero tutti, del resto da bambina è entrata alla Scuola di Danza e da allora l’ha lasciata solo per entrare nella Compagnia di Balletto per diventarne etoile. La parabola non poteva che ricondurla alla sua scuola, collocata nel bellissimo villino di Via Ozieri già amata da Luchino Visconti nel 1951 che la scelse come sede per girarvi alcune scene del film “Bellissima” con Anna Magnani. Ma torniamo alla Scuola di Danza di Laura Comi. Eh si, ormai è diventata da un lustro la sua scuola, la sua creatura che dirige ogni anno con il piglio di migliorarla ed apportarne significativi sviluppi per la formazione e la scena, arricchendo oltremodo il portfolio di ogni diplomato con ore di sala e sempre più ore di palcoscenico. Un connubio che lei stessa ha vissuto in prima persona da allieva, da solista e da étoile. Figurarsi oggi nelle vesti di direttrice di un ensemble con più di cento allievi!

Ma come si scelgono così tanti allievi idonei per il curricolo del Teatro dell’Opera di Roma?

Oltre alle consuete audizioni di accesso alla Scuola di Danza abbiamo pensato a stages periodici in cui i nostri maestri aprono le nostre sale rendendole comuni a tutti i partecipanti. Da qui possono emergere allievi e talenti da includere nella nostra famiglia per puntare sempre più in alto. A questo proposito mi preme ancora di più ringraziare e citare tutti i miei collaboratori che ogni giorno lavorano al mio fianco nel raggiungimento degli obiettivi didattici e finalità educative dei miei giovanissimi allievi. I maestri Silvia Curti, Anna Maria Garagozzo, Ofelia Gonzalez, Carla Rossi, Alessandro Molin, Pablo Moret e Gerardo Porcelluzzi, Mauro Astolfi per il repertorio contemporaneo e la docente di repertorio classico l’etoile Gaia Straccamore sono il valore aggiunto di questa istituzione, tutti riconosciuti a livello nazionale ed internazionale. E poi mi piace ricordare uno ad uno anche l’insegnante del corso di fisiotecnica e propedeutica alla danza Valentina Canuti, l’insegnante del corso di storia, teoria e cultura musicale Giuseppe Annese. Ed i maestri accompagnatori al pianoforte Sergio Di Giacomo, Emanuele Lucchisani e Samuel Tanca. Infine il corso di Adeguamento Coreutico: questo progetto si svolge in orario antimeridiano, dal lunedì al venerdì, della durata di due anni, per ragazzi dai diciassette ai ventidue anni che intendono perfezionare il loro livello di tecnica accademica e un corso bisettimanale di Fisiotecnica Propedeutica alla Danza per bambini con età dai sette ai nove anni, della durata di un anno. Per entrambi i corsi non si rilascia il diploma ma un attestato di frequenza e l’ammissione avviene sempre previa selezione. Tante vie utili alla corretta formazione nelle età più significative e con i maestri migliori in circolazione.

Oltre al lavoro quotidiano delle sale quanto conta il palcoscenico?

Beh, la vita artistica del ballerino si compie e si definisce sul palcoscenico, tanto di un teatro quanto di un qualsiasi evento culturale dego di nota. In questi termini noi ci preoccupiamo di preparare i nostri allievi al meglio, individuando di volta in volta le caratteristiche salienti di ognuno di loro per lanciarli nelle migliori condizioni. Per queste ragioni un Ente lirico ha la fortuna e l’opportunità di concedere ai propri allievi di danza la magia degli spettacoli dal vivo interpretando i titoli del repertorio classico, rivisti appositamente per loro, e del repertorio contemporaneo al termine dei corsi annuali con gli eccellenti maestri che ospitiamo. Ricordo con piacere le rappresentazioni di “Raymonda”, “Sogno di una notte di mezza estate” e “Don Chisciotte” su tutti che hanno aperto nuovi spiragli ai miei ragazzi, mettendoli a contatto diretto con il grande repertorio di Marius Petipa e George Balanchine con rispetto ma senza eccessive paure. Senza dimenticare le performance con i maestri di danza contemporanea Alessandro Bigonzetti, Massimo Moricone, Alessandra Delle Monache, Gheorge Iancu ed ora Luciano Cannito con la produzione della “La bottega fantastica” in pieno fermento diaghileviano.

Qual è il suo personale bilancio tra passato e futuro?

Da interprete ho avuto la fortuna di lavorare con grandi coreografi i titoli più importanti del repertorio, sia di classico che di contemporaneo. Ho potuto toccare tutte le corde della danza e del balletto otto-novecentesco. Ed è proprio quello che vorrei facessero i miei ragazzi. Così si spiegano le uscite nazionali ed internazionali della Scuola di Danza, basti ricordare la nostra esperienza a Mosca ed all’EXPO 2015 di Milano con Vladimir Vassiliev. E poi tutte le altre occasioni che ci sono capitate e ci capiteranno, utili a rendere dei veri professionisti i giovani talenti di questa istituzione.

E del resto se guardiamo alle spalle scorgiamo una direzione che ha saputo dosare e gestire sapientemente fin qui le risorse con il piglio di un’accademia con tutti i crismi della professionalità. Non a caso Eleonora Abbagnato, la direttrice artistica della Compagnia di Balletto del Teatro dell’Opera di Roma, sceglie sistematicamente svariati elementi della scuola per arricchire ulteriormente il Corpo di Ballo ed arricchire altresì i curricola dei giovani allievi con la loro presenza a rappresentazioni di titoli di balletto in cartellone al Costanzi. Un biglietto da visita che senz’altro li accomuna ai coetanei delle Scuole di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli e del Teatro Alla Scala di Milano che così riescono a tenere saldo nelle proprie mani il futuro di centinaia di ragazzi italiani.

Un merito imprescindibile che al Teatro Nazionale di Roma dal 29 novembre al 7 dicembre avrà il suo momento sul palcoscenico, con “La bottega fantastica” coreografata da Luciano Cannito, sulle musiche di Ottorino Respighi e Gioacchino Rossini e la consulenza dell’onnipresente Giuseppe Annese, le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di Anna Biagiotti e le luci di Patrizio Maggi. Un ulteriore biglietto da visita in attesa che i giovani della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma prendano il volo proprio come sperava di farlo alla loro età proprio Laura Comi, indiscussa musa ispiratrice di questi anni capitolini della danza.

Crediti fotografici: Federico Riva

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