L’antico spirito dell’India a Milano

di Lia Courrier
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Spesso dimentichiamo che la danza, nel senso più ampio del termine, esiste dacchè l'essere umano ha manifestato la sua presenza su questa terra. Come ci ricorda Curt Sachs, nel suo straordinario libro "Storia della Danza", che consiglio a tutti di leggere, gli uomini da sempre hanno utilizzato la danza per i propri riti religiosi e propiziatori, elevando attraverso il movimento la propria coscienza ad uno stato più alto, mistico, più vicino a Dio. Sachs ci parla dell'esistenza di danze sciamaniche in grado di produrre effetti divinatori o addirittura guaritori non soltanto nei danzatori che le eseguono, ma anche in coloro che vi assistono.

In occidente, nel corso dell'evoluzione del linguaggio coreutico, lentamente si è perso l'aspetto spirituale della danza, per lasciare posto ad una ricerca coreografica e drammaturgica che si muove su altri presupposti. In oriente, invece, ancora permangono le antiche tradizioni, in special modo nella danza classica indiana, che è una vera e propria preghiera che si canta con il corpo, che racconta le intricate storie della mitologia induista, archetipi esterni delle umane vicende. Non bisogna dimenticare che Shiva, una delle più antiche e complesse divinità del pantheon indiano, è anche conosciuto, con il nome Di Shiva Nataraja (che significa, appunto, il Signore della Danza), nelle vesti del Danzatore Cosmico.

A Milano, al CRT, il 7 e l'8 ottobre andrà in scena la magia del Nagyar Kuthu, una forma di teatro rituale proveniente dalla parte meridionale dell'India, danzato da una sola danzatrice e cantante accompagnata da un'orchestra di percussioni. Si tratta di due serate nelle quali saremo invitati ad immergerci nella complessa mitologia induista. Si ritiene che questo tipo di rappresentazione tutta al femminile, nasca dal Kutiyattam, una delle forme teatrali più antiche al mondo, un tempo riservata solo agli uomini, che interpretavano anche ruoli femminili, fino a che nel XVI secolo, le attrici della casta nangyar non iniziarono ad esibirsi in questa danza accompagnate da pochi strumenti a percussione e qualche fiato. Questi spettacoli potevano durare anche ore intere, spese nel rappresentare attraverso il corpo i complessi contenuti dei poemi epici tradizionali, come il Mahabharata, uno dei più importanti testi sacri induisti insieme al Ramayana, la cui scrittura è già leggenda.

La danzatrice Kapila Venu, figlia d'arte, nativa del Kerala, la regione meridionale dell'India che ha visto la nascita di questa tradizione teatrale, continua la tradizione più antica del teatro danza sanscrito e allo stesso tempo si cimenta sul terreno di nuove sperimentazioni, catturando lo spettatore con una gestualità estremamente codificata ed un magnetico gioco di sguardi. Gli occhi, infatti, in questa danza, hanno un'importanza fondamentale e richiedono un allenamento dedicato per controllare i movimenti ed un trucco molto complesso, con l'utilizzo di un cosmetico tratto da un fiore, per esaltarne ulteriornemente la potenza e il fuoco.

Teatro dell'arte

Via Alemagna,6 – 20121 Milano

Tram 1,19,27 – Autobus 57,61,94

M1 e 2 Cadorna Triennale

BikeMi 33

La sede è accessibile alle persone con disabilità.

Orari Spattacoli

20:30

Biglietti platea/galleria

Intero 25/22€

Convenzionati 22/20€

Under30 17/15€

Over60 12,50/11€

under14 10/8€

Biglietteria Teatro dell'Arte

tel 0272434258

[email protected]

orari: dal marterdì al venerdì 14:30-18:30  sabato 11:00-15:00

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