“La danza nel cinema” compie un anno. Un salto ai tempi del cinema muto

di Fabiola Di Blasi
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Cari lettori, la rubrica “La danza nel cinema” compie un anno. Nel ringraziarvi per l’interesse dimostrato, vi parlo oggi di come la nostra adorata arte abbia avuto a che fare con la macchina da presa molto prima di quanto forse immaginiamo.
Il cinema sonoro nasce nel 1927 con “Il cantante di jazz” (The Jazz Singer) diretto da Alan Crosland e interpretato da Al Jolson. Da quel momento tutto cambia e la storia del cinema e quella del musical si intrecciano più volte ma la danza è da sempre legata alla settima arte ed è presente sul grande schermo già ai tempi del cinema muto quando il film viene accompagnato da musica dal vivo improvvisata in base alle immagini proiettate. Se le scene di ballo e la musica non erano ben sincronizzate, però, l’effetto che ne sortiva era comico o grottesco. A quei tempi l’interpretazione era tutta fisica, la tecnica di recitazione necessitava di enfasi mimica e di una gestualità esagerata e la danza sposava benissimo questa necessità di pantomima per emozionare il pubblico. Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento cresce l’interesse verso l’Oriente e la danza, forma di seduzione per eccellenza, ne diventa massima espressione. L’attenzione del cinema orientalista non è catturata dal balletto classico-romantico ma da una serie di movimenti oscillanti e seducenti che rinviano ad un immaginario orientale descritto anche in letteratura. Viene adottato il velo: abbigliarsi in un certo modo aiuta la rappresentazione ed è il modo più semplice per avvicinarsi a nuove culture senza fare grandi approfondimenti. La voga orientale di quegli anni, oltre alla pittura e alla letteratura, contagia anche l’arte coreutica occidentale che era già in fase di innovazione. In Europa, la compagnia dei Ballets Russes fondata da Sergej Djaghilev segna un capitolo importante per la nascita del balletto moderno mentre in America le origini della danza moderna sono legate a tre figure emblematiche: Isadora Duncan, Loïe Fuller e Ruth St. Le ultime due, in particolare, attingono all’immaginario orientalista, Loïe Fuller con “la Danse Serpentine” (1892) (nel video), rivisitazione della famosa danza dei veli e  Ruth St. Denis che , convinta del contatto tra umano e divino nella danza, nel suo numero mistico “Il delirio dei sensi”, interpreta la dea Rahda.
Si potrebbero davvero citare molti esempi interessanti. Uno per tutti è “Salomé”, il film che Ugo Falena realizzò per la casa di produzione Film d’Arte Italiana nel 1910. Vittorina Lepanto, nei panni della protagonista si esibisce in una “danza dei sette veli” che mescola elementi del balletto classico (quali tendu e développé) con movimenti più moderni riconducibili all’orientalismo e riconoscibili nelle torsioni del busto (ricorrenti nella serpentina), negli spostamenti di peso, nel movimento del bacino, nei cambré esasperati, e in una gestualità, anche in relazione ai veli,che voleva evocare l’immaginario orientalista del tempo.
Il primo film muto interamente danzato è “Danse Macabre” del 1922 diretto da Dudley Murphy con Adolph Bolm (anche coreografo), Olin Howland e Ruth Page. Corredato da fonte musicale esterna, il cortometraggio è una trasposizione per immagini del famoso poema sinfonico Danza macabra op. 40 di Camille Saint-Saëns (1835-1921).  Questo prodotto sottolinea il rapporto strettissimo, soprattutto nel periodo suddetto tra danza, musica e cinema.

L’evoluzione delle tecniche di ripresa hanno permesso la realizzazione di bellissimi film in cui la danza è protagonista. Questa rubrica ha lo scopo di raccontarveli. Di seguito i link che rimandano a tutte le uscite di questo primo anno. Buona lettura:
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-due-vite-una-svolta-un-film-degli-anni-settanta-che-ci-ha-fatto-sognare
www.dancehallnews.it/saturday-night-fever-verso-il-postmodernismo-a-passo-di-danza
https://www.dancehallnews.it/singin-in-the-rain
www.dancehallnews.it/scarpette-rosse-il-grande-classico-amato-da-tutti
www.dancehallnews.it/mr-gaga-il-must-see-del-momento-e-un-film-documentario-su-ohad-naharin
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-e-lintramontabile-stile-anni-50-di-grease
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-pina-di-wim-wenders
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-sette-spose-per-sette-fratelli
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-war-dance-uganda-un-film-che-fa-riflettere
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-dirty-dancing-trentanni-di-balli-proibiti
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-chorus-line-dal-teatro-al-grande-schermo-con-lo-stesso-successo
www.dancehallnews.it/la-danza-nel-cinema-cabaret-compie-45-anni-il-cult-diretto-da-bob-fosse

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