Improvvisare nel tango…senza risultare improvvisati

di Vittoria Maggio
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Questa settimana vorrei riflettere con voi sul concetto di improvvisazione così tanto legato al tango, in parte anche alla danza… e forse anche alla vita. Quanto conta essere bravi improvvisatori nell’arte e nella vita?

L’ispirazione mi è venuta per la troppa facilità con cui oggi si utilizza questo termine. Spesso si sente affermare: “ma si, ci provo, tanto il tango é improvvisazione!”…vero, rispondo, basta però non sembrare improvvisati!

Improvvisare è tutt’altro che semplice, è una grande arte che pochi hanno, con la quale un po’ sicuramente si nasce e che parte dalla nostra più profonda interiorità.

Sono convinta però che non si possa prescindere dall’ avere assimilato, prima di provare a improvvisare, tanta tecnica e tanta cultura coreografica;  solo dopo anni di serio percorso di formazione, ci si può permettere di improvvisare senza risultare improvvisati.

Ma si sa, siamo purtroppo in un momento storico dove chiunque improvvisa e si improvvisa depositario o maestro di qualcosa e purtroppo solamente chi proviene da anni di studio e formazione accademica si accorge in realtà di quanta cattiva improvvisazione ci sia sul “palcoscenico” della vita e quindi anche del tango.

Se però vi soffermate un attimo a riflettere e navigate in rete alla ricerca dell’accoppiata tango+improvvisazione, guarda caso arriverete al più grande tanguero del mondo: Carlos Gavito.

Improvvisazione=Carlos Gavito

Il Maestro dei Maestri dal quale ancora oggi tutti noi con umiltà possiamo cercare di imparare attraverso i suoi video.

Carlos Gavito  diceva che “l’uomo non deve pensare ai passi che sta per fare ma ascoltare la musica, poi sulla base della musica e di come sente la sua compagna, la sua ballerina, comporre i propri passi… siamo pittori che dipingono una musica”.

Il Tango Argentino è un ballo di improvvisazione: ogni Tango è diverso dall’altro, non si balla eseguendo figure predefinite secondo schemi e sequenze, ma sulla base dei passi del ballo si improvvisa sulla musica un Tango: ascoltando ritmo e melodia, la propria ballerina, l’energia della pista.

Ascoltare dunque la musica, la ballerina, la pista… e se stessi!

A parte rari casi di grande talento, non richiede forse tutto ciò lungo esercizio di ascolto, sensibilità, concentrazione, connessione che solo in anni di studio e di impegno serio e costante si apprendono e si affinano?

C’è poi un aspetto basico della danza d’ improvvisazione senza il quale non ci potrà mai essere improvvisazione vera: conoscere il proprio corpo, imparare a sentirlo, percepirlo in movimento e utilizzare di conseguenza questa percezione all’interno di una composizione istantanea con un’altra persona.

Quanti di noi possono dire di conoscere bene il proprio corpo e di sentirlo, di percepirlo nel tempo di musica e nel movimento nello spazio?

A volte quello che si vede improvvisare in milonga é in verità una ripetizione di una sequenza di passi sulla quale ci si sente sicuri e padroni, così come l’abitudine a ballare sempre con le stesse persone rassicura che la nostra “improvvisazione” sarà un successo.

Improvvisare significa non sapere, forse neppure noi, ciò che faremo in quel momento. Sarà la musica a suggerircelo, sarà l’istante che vivremo e la connessione col nostro partner.

Improvvisare veramente richiede estro, immaginazione, capacità di lasciarsi trasportare, smontare tutto quello che si é appreso e rimontare o meglio ricreare; far nascere la differenza anche da un piccolo dettaglio, da un movimento, da un respiro, da una “fioritura” o da un semplice silenzio.

Solo allora sarà irripetibile e sarà vera improvvisazione: una magia.

Probabilmente ci sentiremo stanchi, perché tante nostre energie si saranno concentrate e consumate in quell’attimo…e, certamente, non saremo in grado di lasciarci andare subito a un altro tango con un differente partner. Sarà necessario “ricaricarci” e non ballare  “a nastro” come spesso accade.

Ci sarà una pausa, quella pausa tanto amata da Carlos Gavito!

Guardiamoci quindi  Gavito con Maria in uno dei tanghi che amo di più e di cui presto parleremo “A Evaristo Carriego”:

https://m.youtube.com/watch?v=kUof6qa10yM

Come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio

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