Con questa voglia di amare o di vivere più che mai…Rinascerò

di Vittoria Maggio
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“Rinascerò un’altra volta
in una sera di giugno
Con questa voglia di amare
o di vivere più che mai

Rinascerò destino
nell’anno 3001
Sarò una festa di colori
nella mia bella città

Rinascerò, rinascerò, rinascerò
E una gran voce extraterrestre mi darà
La forza grande pura che mi servirà

Ritornerò, ricrederò e lotterò
E un fiore rosso all’occhiello porterò
E se nessuno è mai rinato io potrò
Paese mio secolo trenta tu vedrai

Rinascerò, rinascerò, rinascerò”

Finché c’è tango c’è vita cerca sempre di legare il tango al momento presente perché crede fortemente nel valore eterno, senza tempo e luogo di questo ballo che va sempre ben oltre i passi di danza, manifestando la sua vera essenza simbolica legata alla vita stessa. Legata quindi anche ai cicli naturali di vita, morte, rinascita, perché anche il tango è metaforicamente morto più volte, abiurato, contestato, vietato e poi rinato in differenti decadi,  forte della sua  tradizione e della capacità di innovazione di alcuni dei suoi più grandi artisti.

Astor Piazzolla è l’emblema di tutto ciò, unico a dare al tango una vena di modernità, a tratti di avanguardia, pur rispettandone la sua natura tradizionale e la sua anima oscura, profonda, migratoria.

Se al bandoneon di Astor si aggiunge la voce impetuosa e a tratti cavernosa di Milva, che nel suo canto e nella sua persona unisce l’essere donna del popolo, di cultura e immensa professionalità teatrale, con  i testi di un altro visionario, poeta e drammaturgo quale Horacio Ferrer….nasce un tango del 1986 dal titolo potente, visionario, emblematico: Rinascerò!

Ascoltiamolo:
https://m.youtube.com/watch?v=_3nKxjBc0Xs

Milva, Astor Piazzolla, Horacio Ferrer: il canto, la musica, la poesia. Manca il ballo, ma sappiamo che per Piazzolla il tango andava ascoltato più che ballato; l’intensità di questo brano e dei suoi interpreti è talmente immensa da farci danzare con le nostre sensazioni interne oppure nei gesti evocativi di Milva: balliamo con l’anima o se non vogliamo “limitarci” ad essa, balliamo con tutto il mondo che ciascuno di noi ha dentro.

Gli anni ’80, così tesi alla ricchezza di ricerca e innovazione, hanno visto anche il magico incontro fra Milva e Astor Piazzolla e la loro conseguente collaborazione decennale continuata fino alla morte del musicista avvenuta nel 1992. Milva continua a cantare tango anche negli anni 2000 e fino a quando la sua salute glielo ha permesso.

La vera arte sale sul palcoscenico quando ci sono veri artisti che bisognerebbe andare ad applaudire finché si è in tempo, correre a teatro per vederli dal vivo appena si può.

Gli abiti neri dei musicisti nel video sottolineano una specie di costante lutto  dell’anima del tango, lutto  che si dà per scontato essere il punto di partenza per il riscatto verso la rinascita.

Milva in laminato nero col contrasto dei capelli rossi, la trasgressione nei piedi nudi, la sua eleganza e  la capacità di essere al contempo anarchica e selvaggia, i gesti forti e l’umiltà nell’essere asservita al palcoscenico e al significato di ciò che sta interpretando, coglie l’attimo di vita irruente che forse si ribella anche alla nascita stessa, ma di certo si ribella alla sua morte.

“Difficile il lavoro di morire e rinascere poi!” cita il testo quasi esoterico di Ferrer, che tanti brani scrisse per Piazzolla, e  che in questa sua ardente poesia proietta il pensiero e la volontà di “tornare ad essere” nell’anno 3001, tant’è che il brano è conosciuto anche col titolo di Preludio para el año 3001.

La proiezione in un anno così mentalmente irraggiungibile con tanto di extraterrestri all’orizzonte dà lunga possibilità di vita all’uomo e insieme a lui naturalmente al tango!

E come sempre buon Tango a tutti, a chi lo balla, a chi inizierà a ballarlo, a chi lo ascolterà oppure lo guarderà, a chi lo ama e a chi lo rifiuterà e male ne parlerà … A chi vive insomma perché Finché c’è tango c’è vita!

Un abbraccio!

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