Alla Lavanderia a Vapore la quarta edizione di Motori di Ricerca

di Giada Feraudo
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Giunge alla sua quarta edizione il progetto dal titolo Motori di Ricerca | percorsi d’artisti fra coreografi a e arti visive, a cura di Chiara Castellazzi, ideato per la Stagione di Danza del Balletto Teatro di Torino, in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Charleroi Danses.

Motori di Ricerca si configura come un percorso site specific, ideato appositamente per la Lavanderia a Vapore, e prevede la commistione di differenti linguaggi artistici all’interno di uno spazio particolarmente adatto a ospitare una riflessione artistica interdisciplinare. A un coreografo e a un artista visivo selezionati viene offerta ogni anno, attraverso un periodo di residenza artistica, l’opportunità di creare un lavoro fondato sul confronto, sulla crescita e sulla ricerca per dare propulsione ai motori che muovono la ricerca creativa.

Gli artisti selezionati per questa quarta edizione di Motori di Ricerca sono il coreografo italiano Mauro Paccagnella e il film maker francese Arnaud Ducharne, entrambi di levatura internazionale. Dopo una residenza condivisa di due settimane nell’ambito delle attività della Fondazione Piemonte dal Vivo alla Lavanderia a Vapore, presentano il risultato del loro lavoro comune nella Serata Motori di Ricerca, che si svolgerà domani, giovedì 4 maggio, nell’ambito della XXX Stagione di Danza del Balletto Teatro di Torino.

Mauro Paccagnella, italiano di stanza a Bruxelles, è un danzatore, coreografo, attore e regista dalla carriera internazionale fortemente caratterizzata da una ricerca aperta e transdisciplinare; Arnaud Ducharne, residente a Torino, è film maker, sceneggiatore, regista, montatore, fotografo e grafico oltre che autore di documentari e cortometraggi. La sua indagine artistica si incentra sul corpo.

Insieme i due artisti presentano una performance che risulta dalla collisione delle traiettorie narrative di tre elementi: il fluido, l’Uomo molecolare; il meccanico, l’Uomo virtuale; e l’alterico, l’Uomo ombra. In una contrazione e dilatazione del tempo che rivela il mondo dei possibili e dello spazio che pone in analogia scena teatrale e obbiettivo fotografico. In una dialettica fra pratica video meccanica e sperimentale e pratica fisica sensibile che riverbera fragilità e caducità dello statuto corporeo ed esistenziale.

Il progetto avrà un seguito in autunno alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e nel corso della prossima stagione a Bruxelles, in collaborazione con Cherleroi Danses, Centro Coreografico della Fédération Wallonie – Bruxelles.

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