“Noi chi siamo? I figli di un vincente”. The Fonzarelli’s

di Alessandra Di Matteo
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Cari amici di Hip Hop Circle, ho incontrato per voi a Milano, lo scorso 18 aprile durante il Red Bull BC One Cypher, Ryan, Teddy e Samuele dei Fonzarelli.

Com’è nata quest’avventura?

Quest’avventura è nata per puro caso nel 2010; la mia idea fu quella di prendere per mano tutte quelle persone senza fissa dimora a Milano, riunirle in un gruppo, sotto un ombrello comune.

Perché The Fonzarelli's?

Inizialmente non dovevamo chiamarci così ma, come propose Philgood, avremmo dovuto essere The Ginnies, espressione slang con cui venivano chiamati gli italiani in America ai tempi degli immigrati. Volevamo essere gli italiani che vanno all’estero, ma temevamo che solo in pochi l’avrebbero capito, così pensammo a qualche nome più “nazionale” ma riconoscibile anche all’estero. Quale persona più vincente di Arthur Fonzarelli? Italo americano importato e conosciuto col nome di Fonzi. Così pensammo: “Noi chi siamo? I figli di un vincente e se siamo i figli di un vincente siamo I Fonzarelli”.

Che rapporto avete tra di voi?

Potremmo dirti il classico rapporto fraterno ma non è così; non basta dirsi “Bro” “Fratello” “Amici per la pelle” “Yo”, non è atto di sincerità. Ciò che è importante è il trattarsi con rispetto, riprendere per un errore ma anche riconoscere un successo. Siamo prima di tutto persone e poi ballerini. Crew significa "gruppo", o meglio… "ciurma!" e all'interno di esso ci si apprezza come ci si disprezza. Con l'aggiunta di una sana competizione poi le tensioni possono crescere. Oggi molte crew non sono nient’altro che un insieme di persone formato tanto per fare o per convenienza; la crew dev’essere un gruppo formato da persone che prima di tutto si conoscano tra loro, e che lavorino per creare qualcosa di nuovo insieme.

Quante volte vi allenate e come?

Abitando in varie zone di Milano ognuno si allena singolarmente, ma ci riuniamo una volta a settimana tutti insieme, mentre due o tre volte a settimana ci si dà appuntamento in un porticato a Marelli per altri allenamenti.

Qual è la cosa più importate per voi nel vivere questa passione?

Un obiettivo finale non c’è; l’importante è vivere questa passione tutti insieme.

Io  – dice Samuele ndr- la vivo come un artista, non ho un fine prestabilito; voglio conoscere il più possibile per migliorarmi e cambiare in meglio.

Gli obiettivi – continua Ryan ndr- cambiano da persona a persona, ognuno ha il proprio modo di vedere; c’è chi vuole diventare un buon ballerino singolo, c’è chi invece vuole ritrovare l’artisticità in questo mondo, chi si concentra sull’insegnamento a piccoli e grandi, e chi sull’aspetto coreografico, chi ha un lavoro “normale” ma continua a ballare per puro divertimento.

Qual è stata l’esperienza più bella che avete vissuto insieme?

Ognuno ha fatto esperienze diverse; all’inizio la crew era formata da 6 elementi poi sono diventati 9 e ora siamo in 11. Negli anni c’è stato un cambio generazionale.

Potrebbero essere molte le esperienze significative, molti i contest da ricordare – continua Teddy ndr-, tuttavia, spesso, è quello che si prova, quello che si crea durante una gara a rendere speciale il momento, più che vincere o perdere.

Voi, Teddy e Samuele, vi siete uniti da poco alla crew, vi va di presentarvi al pubblico?

Sono entrato nella crew – inizia Teddy ndr- un mesetto fà.   Sono specializzato nell’house dance ed in Hip Hop. Dopo un primo incontro ad un contest, ho iniziato a conoscere i ragazzi, ma solo dopo che Ryan ha proposto degli allenamenti assieme, e passato del tempo ha proposto agli altri il mio ingresso.

La mia storia invece – prosegue Samuele ndr- è differente. Ballo hip hop da 7 anni; prima praticavo l’Electrodance ma l’hip hop è diventato la mia più grande passione. Sono felice di aver trovato persone che mi hanno accolto e con le quali riesco a stare bene. Anche io come Teddy ho fatto un periodo allenandomi con loro e successivamente mi è stata fatta la proposta.

Una crew italiana che ammirate?

Ci sono elementi o crew nella scena italiana che ognuno di noi ammira, disprezza o più semplicemente vi è una "cordiale indifferenza reciproca". Stilare liste di nomi o parlare di crew sarebbe inopportuno dato che ogni gruppo è composto da vari elementi; se uno stimato ballerino appartiene a una crew che tuttavia nel suo complesso non funziona, in questi casi si apprezza il singolo.

Cosa ne pensate della situazione attuale in Italia per quanto riguarda questa cultura?

Vivo la scena da circa 13 anni e l’ho vista crescere sotto molti aspetti; oggi, per esempio, siamo al contest Red Bull in cui vedo la scena del breaking sempre più forte. In questo discorso, è importante differenziare il breaking e lo stand up dancing; ormai sono divenuti due mondi differenti, due scene che viaggiano parallele, ed ogni tanto ci si incontra in contesti particolari. Trovo comunque che ci sia stata negli anni una grande crescita in entrambe le discipline e che ha sta portando la nostra nazione più vicina ad altre. – conclude Ryan ndr.

 

Molto spesso nei contest c’è troppo accanimento e vengono meno i veri valori di questa cultura. Cosa ne pensate?

Una sacrosanta verità. Certo, gli atteggiamenti di sfida sono fondamentali, ed è questo che dà la carica! Se non c’è confronto non c’è miglioramento, ma senza esagerazioni inutili.

Cosa vi aspettate da questo Red Bull BC One Nazionale?

Ci auguriamo di vedere qualcuno sulla scia di Froz, che un italiano arrivi alla finale mondiale e che porti alta la nostra bandiera tricolore! Il Red Bull nel corso degli anni ha fatto da locomotiva al breaking a livello mondiale e deve continuare ad esserlo per i giovani, una forza trainante che faccia emergere personaggi di rilievo, ballerini con personalità, in grado di dimostrare il valore e il talento italiani.

 

By Polly Dance 

 

 

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