Roberto Bolle e Svetlana Zakharova in “Giselle” al Teatro alla Scala; intensità e perfezione

di Beatrice Micalizzi
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Si concluderanno domani, venerdì 17, le rappresentazioni di Giselle, in scena dallo scorso 2 aprile al Teatro alla Scala di Milano.

Balletto romantico per eccellenza, la versione scelta in questa occasione è quella firmata da Jean Coralli e Jules Perrot, con la ripresa di Yvette Chauviré, che in passato fu lei stessa una memorabile Giselle.

Tra le stelle della danza, ad interpretare i ruoli principali nella serata del 9 aprile, sono stati l’étoile “di casa” Roberto Bolle e l’incantevole Svetlana Zakharova, amatissima dal pubblico italiano; insieme sono capaci di suscitare intense emozioni, così convincenti da strappare, se così si può dire, al pubblico scroscianti applausi a scena aperta.

La vicenda, nota ai più, narra di un ridente paese dalla gioiosa atmosfera, dove si percepisce il calore e l’allegria delle feste contadine. Giselle, nel corso della storia, vive le emozioni del primo amore, ma conosce anche la sofferenza del tradimento, la drammaticità della morte e l’oscurità. Il regno dell’oblio è governato dalle evanescenti willi e dalla loro regina dalla volontà imperturbabile. Il balletto si costruisce quindi sull’eterna dicotomia tra luce e tenebre, sull’umana contrapposizione tra tensione alla vita e inesorabilità della morte.

Un inizio felice e spensierato per un primo atto che colpisce per la musicalità frizzante e la brillantezza che ne contraddistingue la coreografia. Roberto Bolle e Svetlana Zakharova danzano guidati dalla gioia del movimento, dimostrando come sempre tecnica eccellente unita ad una pressochè sublime interpretazione; lui, principe dalle fattezze perfette, convincente nello stile ed efficace ad ogni intervento, lei, una Giselle che incarna purezza e ingenuità, e risplende regalando al pubblico un’esibizione da togliere il fiato.

A danzare il celebre passo a due dei contadini sono Vittoria Valerio e Antonino Sutera, meritevoli di ovazioni per la loro squisita esibizione, mentre da notare Mick Zeni nel ruolo di Hilarion.

Tanta felicità si trasforma poi in estrema drammaticità, sul finire del primo atto, con la morte improvvisa di Giselle, sopraggiunta in seguito alla scena di pazzia, nella quale è possibile apprezzare la profonda intensità emotiva della Zakharova.

L’ambientazione cambia nel secondo atto, dominato dall’oscura presenza delle danzanti willi. La regina Myrtha è interpretata da una splendida Nicoletta Manni, altera e impietosa.

Albrecht e Giselle danzano nel tentativo disperato di ricongiungersi un’ultima volta; una vana speranza, la loro, poiché nulla può essere fatto per sfuggire alla morte. Bolle e Zakharova infondono pathos e tensione drammatica in ogni movimento, prima di vivere l’ultimo sofferto distacco che segna la fine della storia.

Un balletto completo che mette alla prova le doti interpretative dei protagonisti, i quali, dopo aver conosciuto la felicità più pura e radiosa, si ritrovano immersi in un dolore estremo, che consuma. Una prova dalla quale le due étoile escono vincenti.

Il successo della rappresentazione è dovuto anche al Corpo di Ballo che, con questa esibizione, si riconferma di prestigioso livello, con insiemi di grande precisione e impatto scenico; lode anche all’orchestra e alla direzione del maestro Patrick Fournillier.        

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