Luigi Campa: la danza è felicità nell’ammirare l’armonia del movimento

di Miki Olivieri
2,5K views

Luigi come è scattata la molla che ti ha fatto innamorare e avvicinare alla danza e in seguito qual è stato il percorso artistico che hai intrapreso?

Mi sono avvicinato alla danza per pura passione, come se avessi avvertito un richiamo e improvvisamente mi sono ritrovato nel posto giusto al momento giusto. Mi sono sentito comodo e in armonia con questa disciplina, è diventata negli anni una passione molto forte fino a raggiungere le grandi compagnie e trasformare tutto il lavoro e la passione nell’interpretazione di questa forma d’arte.

Come descriveresti la tua esperienza alla scuola di ballo del Teatro alla Scala?

Sono stati anni pieni di soddisfazioni inaspettate, ma molto duri. Sono entrato nell’Accademia del Teatro alla Scala all’età di 14 anni nel quinto corso, dove ho superato diverse selezioni molto dure che si sono susseguite per quattro anni fino al diploma. è stata per me una scuola fondamentale che mi ha trasmesso la vera professionalità, lo studio tecnico della danza classica, la fortuna di aver potuto studiare con dei grandi maestri che si sono dedicati trasmettendomi l’amore per il balletto. Sono stati anni ricchi di disciplina, di studi accademici e liceali fino a sera tardi, anni che mi hanno maturato tanto e aiutato a superare ogni difficoltà senza paura nel mondo del lavoro.

Che ricordi hai della direttrice Anna Maria Prina?

Cosa dire… è stata per me la figura materna della danza, mi ha sempre trasmesso tanta sicurezza, mi ha reso un ballerino forte, è stata un’enorme ispirazione, ha definito il mio stile e quello che sono nella danza oggi. Anna Maria Prina è l’eleganza, il portamento nobile, raffinato, la tenacia e la sicurezza, fattori molto importanti per i quali, grazie a lei, molte star italiane oggi girano il mondo portando la danza italiana nelle grandi compagnie e sono per noi grande fonte di ispirazione.

E del direttore Frédéric Olivieri?

Ho sicuramente dei ricordi molto belli anche del maestro Olivieri, è un grande maestro e direttore. Sono stato curato da lui gli ultimi due anni dell’Accademia fino ad ottenere il diploma nel 2009. Posso affermare che il maestro Olivieri mi ha trasformato da studente ballerino in “danzatore”. Con lui sono maturato professionalmente in scena vedendomi già come un piccolo professionista. Grazie a lui ho sperimentato l’ebrezza di sentirmi Primo Ballerino in una serata di gala con la scuola, dove mi sono esibito con Shaila D’Onofrio in “Tchaikovsky pas de deux” di George Balanchine, con un pubblico tutto mio… è stata per me l’emozione più grande e lo ringrazierò sempre.

Sei poi stato chiamato da Vladimir Malakhov allo Staats Ballet di Berlino,che ricordi hai di quell’esperienza?

Nell’anno del diploma, quindi nel 2009, avevo un sogno nel cassetto ben preciso, quello di entrare a far parte della compagnia di Vladimir Malakhov perché era da sempre stato il ballerino che meglio mi potesse rappresentare. Feci solo quell’audizione quell’anno. Fu un’audizione pubblica molto dura ed estenuante per il grosso numero di ballerini che si presentò quel giorno… Ricordo solo l’ultima parte dell’audizione, eravamo in pochissimi ad eseguire gli ultimi esercizi e quando pronunciò i numeri delle persone che sarebbero dovute andare in ufficio a parlare con lui, io mi voltai pronto ad andar via perché non capivo una parola dall’emozione. Poi finalmente pronunciò ad alta voce il mio numero e mi disse “Ehi tu! Fai parte anche tu dei tre ragazzi selezionati!! Devi venire subito nel mio ufficio.” Lì mi offrì un contratto per due anni. Potevo dire che il mio sogno era diventato realtà. A Berlino iniziai a lavorare con i migliori ballerini del mondo, al fianco di Polina Semionova, Iana Salenko, Shoko Nakamura, Beatrice Knop, Mikhail Kaniskin, Dinu Tamazlacaru, Marian Walter ecc… L’elenco è lungo, ma possiamo ben immaginare il numero di professionisti che viaggiano e si fermano a esibirsi in teatri così unici, quindi mi sentii il ragazzo più fortunato del mondo. Furono quattro anni di lavoro intenso, con tantissime produzioni, tante novità, esperienze con grandissimi coreografi. Cosa dire, mi trovavo nel paradiso della Danza!

Hai notato sostanziali differenze nell’approccio tra la danza in Italia e in Germania?

Sicuramente la differenza più ovvia confrontandomi con i miei colleghi è che oggi un ragazzo/a ballerino/a ha molte più probabilità di trovare lavoro in Germania che in Italia, per il semplice motivo che in Germania ci sono molte compagnie di altissimo livello, Dresda, Berlino, Stoccarda, Monaco, in Italia è un po’ più difficile.

Poi dopo Berlino sei rientrato in Scala,oggi come sono i rapporti con il corpo di ballo e la direzione?

Nel 2013 sono entrato a far parte del corpo di ballo del Teatro alla Scala. è stato un anno bellissimo, ricco di produzioni. Il corpo di ballo del Teatro alla Scala è molto affiatato e questo è fondamentale per il gruppo perché molti corpi devono diventare una cosa sola. La direzione è molto presente e ho degli ottimi rapporti con il direttore, credo che quest’ultima figura sia davvero l’ideale per un Teatro così importante in Italia.

Il mondo della danza è molto affascinante, potresti descriverlo brevemente per i nostri lettori?

Il mondo della danza è un mondo magico dove si ha la capacità di tornare indietro nell’epoca di ogni balletto. Per chi è appassionato c’è sicuramente un trasporto intenso, specialmente laddove è il corpo a raccontare e a esprimere il sentimento di un personaggio. La danza è una forma d’arte vasta, che viene espressa in molti modi, non solo con la danza classica. Ciò che è importante è studiare, conoscere bene il balletto e poi esprimere la danza con la propria anima

Com’è la tua giornata tipo? Quante ore provi?

La mia giornata tipo è sempre stata ricca di allenamenti e di orari precisi per una giusta alimentazione. In Compagnia di solito l’allenamento dura 8 ore al giorno, tra la classe del mattino e le varie prove che si svolgono nel pomeriggio. Le ore di allenamento sono personali, ogni ballerino decide in base al proprio bisogno o alla passione o all’eventuale ruolo assegnatogli, di allenarsi fuori dagli orari di lavoro quanto crede. Io ho sempre provato molto per me stesso, soprattutto da un po’ di mesi, dal momento che sto cercando di perfezionarmi studiando con maestri dell’Opéra a Parigi e del Royal Ballet a Londra.

Lo spettacolo di danza che ricordi come il più emozionante al quale hai assistito?

Sono tanti gli spettacoli ai quali ho assistito emozionandomi per tutta la durata del balletto. “Romeo e Giulietta” con Alessandra Ferri, “Manon” con Sylvie Guillem, “Diamonds” con Polina Semionova sono stati i più memorabili

Nel tuo repertorio, il ruolo che hai interpretato del quale sei rimasto maggiormente affascinato?

Nel mio piccolo, Siegfried. Un po’ di anni fa fui invitato da Nicoletta Manni, attualmente Prima ballerina del Teatro alla Scala, ad esibirmi con lei ne “Il lago dei cigni”, al Teatro Politeama Greco di Lecce. è stato un ruolo molto bello da interpretare soprattutto perché ero al fianco di un’amica speciale con cui sono cresciuto. è una ballerina che stimo molto.

Hai un desiderio o un sogno legato alla danza che vorresti realizzare?

Il mio sogno è sicuramente quello di riuscire a trasmettere al pubblico sempre il meglio di me e quello che provo per la danza. Non nascondo che, essendo italiano, il mio sogno sarebbe ritornare in Scala con i miglioramenti che sto acquisendo in giro per l’Europa e spero presto di sentirmi pronto, di raggiungere il giusto livello per esibirmi nuovamente in un teatro così importante. E magari viaggiare nel mondo con il suo nome.

Con quale coreografo ti piacerebbe lavorare? E con quale danzatrice ti piacerebbe ballare?

Mi piacerebbe molto lavorare con William Forsythe, credo sia un coreografo speciale. Ho sempre ammirato le sue coreografie, richiedono una base tecnica solida e un’immensa forza fisica. è uno stile unico nel suo genere e credo che potrebbe essere un’esperienza lavorativa che completerebbe qualunque ballerino. Ho avuto spesso l’occasione di ballare in coppia con Nicoletta Manni perché ci siamo sempre incontrati nel nostro percorso artistico, c’è un sentimento forte che ci unisce ed è un talento che emerge sempre di più. Spero di avere occasione di esibirmi ancora al suo fianco in futuro.

Secondo te quali sono le qualità che un giovane danzatore dovrebbe possedere per diventare degno di questo nome?

Penso che la danza si sia evoluta molto, così come si è evoluto il corpo umano, quindi oggi si è estremamente esigenti sulle qualità di un danzatore. Il mio occhio estetico cattura sempre le doti fisiche in un primo momento, perché la danza è anche estetica e le proporzioni fisiche costituiscono, a mio parere, una buona parte del successo di un danzatore. Il resto è rappresentato dalla qualità della tecnica, del movimento e dalla capacità di esprimere al meglio il ruolo che si ricopre. In sintesi, “mens sana in corpore sano”!

C’è un balletto al quale sei particolarmente legato anche tra quelli non danzati da te?

Il balletto al quale mi sento più legato è “Spettro della rosa” perché è molto romantico, magico, vicino al mio modo di sognare si può dire

Cos’è riuscita a regalarti la danza fino a questo momento?

La danza mi ha regalato fino ad ora felicità e soddisfazioni. Amo questo lavoro, non finisce mai di arricchirmi nella sua vastità e continuerò sempre a masticare danza, forse anche ingoiando qualche delusione ogni tanto, ma ciò non potrà che darmi nuovi stimoli, nuova forza.

Quali sono le maggiori difficoltà,non solo fisiche ma anche psicologiche di chi si accosta alla danza in maniera professionale?

è molto difficile a volte non vedere e non sentire, concentrarsi e andare avanti nonostante lo stress emotivo e psicologico sia molto forte. è un lavoro che ti mette continuamente alla prova. Penso che l’arma vincente sia la noncuranza degli ostacoli che ti si possono presentare davanti.

Quali passioni coltivi oltre alla danza?

Sono appassionato di fotografia e amo l’arte in tutte le sue sfaccettature.

Chi stimi maggiormente tra i giovani danzatori italiani attualmente in scena?

Onestamente stimo Carlo Di Lanno, un mio caro collega e amico, che attualmente danza presso il San Francisco Ballet. è un ragazzo forte, molto preparato e ha una passione senza limiti: un esempio per tutti noi giovani su come bisogna amare questo lavoro. Spero di incontrare anche lui molto presto sul mio percorso.

E tra gli stranieri?

Tra gli stranieri la persona che stimo di più attualmente e che è più vicina a me perché ho avuto la possibilità di avere un bel rapporto di amicizia è Polina Semionova. Una grandissima ballerina, una persona unica, dall’animo puro.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti?

Sicuramente gli impegni e gli appuntamenti saranno molti in giro per il mondo. Sono in una fase in cui sento il bisogno di sperimentare cose nuove perché sono alla ricerca di stimoli per la mia crescita artistica. Mi piacerebbe per esempio conoscere la danza in America e poi… sarà il destino a decidere!

Concludiamo con un pensiero sul mondo della danza in generale..

La capacità principale della danza è quella di rendere le persone felici nell’ammirare il movimento in armonia con la musica. Il mio pensiero va a tutti coloro che ammirano e seguono noi e il balletto. In quanto a me posso dire e promettere che farò sempre del mio meglio per rendere felici tutti voi.

Articoli Correlati

Lascia un Commento